I testi cartecei di cinque dei sette romanzi pubblicati da Rushdie, insieme alle rispettive traduzioni, costituiscono il corpus parallelo vero e proprio. Il reperimento delle opere di Rushdie, uscite nel corso degli ultimi venti anni, non ha posto particolari problemi, dato che tutti i suoi scritti pubblicati in volume, di narrativa e saggistica, sono correntemente ristampati in lingua inglese.[1] Tutti, ad eccezione di Grimus, sono stati tradotti in italiano, anche se alcune opere minori (Il sorriso del giaguaro, Il mago di Oz e Est, Ovest) non sono state più ristampate e non risultano reperibili nel circuito delle principali librerie ma solo in alcune biblioteche.[2]
Midnight's Children, secondo romanzo di Rushdie, è pubblicato originariamente per i tipi della Jonathan Cape nel 1980, e dopo che al romanzo viene assegnato il prestigioso premio letterario britannico Booker Prize (nel 1995 vincerà il Booker of Booker's come miglior libro pubblicato in Inghilterra nei primi 25 anni del premio) conosce numerose ristampe e riedizioni (la casa editrice Knopf lo ripubblica nel 1981, Picador nel 1982, Penguin nel 1991, Vintage nel 1995, David Campbell nel 1995). In seguito alla causa intentata, e vinta, da Indira Gandhi all'autore, da tutte le edizioni successive alla prima è stato espunta una frase in cui si insinuava una possibile partecipazione attiva della signora Gandhi alla prematura dipartita del marito. L'edizione utilizzata è quella pubblicata da Vintage nel 1995. La traduzione italiana, I figli della mezzanotte, ad opera di Vittorio Capriolo è stata pubblicata in Italia dall'editore Garzanti nel 1984. Il testo è basato sulla prima edizione inglese e non è stato modificato nelle successive ristampe e riedizioni.
Il terzo romanzo, Shame, viene pubblicato da Jonathan Cape in Inghilterra e da Kopf negli Stati Uniti nel 1983 ed è successivamente ripubblicato da diverse case editrici (Pam 1984, Vintage/Random House 1984, Henry Holt 1997). Il testo utilizzato è l'edizione Jonathan Cape 1983. La traduzione italiana, La vergogna, viene pubblicata da Garzanti nel 1985. La copia utilizzata è quella ripubblicata nella collana "Gli elefanti" nel 1991.
Il quarto romanzo, The Satanic Verses, è pubblicato nel 1988 da Penguin/Viking dopo il rifiuto da parte di Jonathan Cape, da The Consortium Ind. nel 1992 (è questa la copia utilizzata) e riedito infine da Henry Holt nel 1997. La traduzione italiana utilizzata (I versi satanici) è quella pubblicata per i tipi della Mondadori nel 1989.
Il quinto romanzo, Haroun and the Sea of Stories, è pubblicato da Granta congiuntamente con Penguin/Viking nel 1990 (è questa la copia utilizzata) e successivamente da Chivers (1991). La traduzione italiana utilizzata (Harun e il mar delle storie) è quella pubblicata da Mondadori nel 1991.
Il sesto romanzo, The Moor's Last Sigh, è pubblicato da Jonathan Cape in Inghilterra e da Pantheon Books negli Stati Uniti nel 1995, e riedito nel 1996 da Thorndike (Inghilterra), C.G. Hall (USA) e Vintage/Random House.[3] L'edizione utilizzata è quella Vintage del 1996, mentre per quanto riguarda la traduzione italiana (L’ultimo sospiro del Moro) l'edizione utilizzata è quella pubblicata nella collana Bestsellers Oscar Mondadori nel 1997.
Il racconto "Chekov and Zulu" è pubblicato nel 1994 nella raccolta East, West edita in Inghilterra da Jonathan Cape (pp. 147-171), e su questo testo si basa la versione elettronica. La traduzione italiana, "Checov e Zulu" è pubblicata nel 1997 da Mondadori nella raccolta Est, Ovest (pp. 121-140), ed è su questo testo che si basa la versione elettronica inclusa nel corpus parallelo.[4]
Le rimanenti opere di Rushdie sono state esaminate invece solamente su supporto carteceo: si tratta del resoconto di viaggio The Jaguar Smile. A Nicaraguan Journey (Viking 1987, ISIS Large Print 1989, Henry Holt 1997) tradotto da Ettore Capriolo (Il sorriso del giaguaro: viaggio in Nicaragua, Mondadori 1989); della raccolta di saggi Imaginary Homelands: Essays and Criticism, 1981-1991 (Granta e Penguin/Viking 1991), tradotti da Carola Di Carlo (Patrie immaginarie, Mondadori 1991); del saggio The Wizard of Oz (British Film Institute Publishing 1992), tradotto da Paolo Bertinetto (Il mago di Oz, Edizioni Linea d'ombra 1993); dei racconti pubblicati nella raccolta East, West: stories (Pantheon Books 1994, Jonathan Cape 1994, Vintage 1995), tradotti da Vincenzo Mantovani (Est, Ovest, Mondadori 1997); e infine del settimo romanzo The Ground Beneath Her Feet, uscito nell'aprile 1999 (edizioni Jonathan Cape / Random House) e tradotto sempre da Vincenzo Mantovani (La terra sotto i suoi piedi , Mondadori 1999).
[1] Le informazioni sulle edizioni inglesi sono ricavate da ricerche sui cataloghi della Bodleian Libray a Oxford, della Library of Congress a Washington e da quelli delle case editrici.
[2] Le informazioni sulle edizioni italiane sono ricavate da ricerche sui cataloghi OPAC della biblioteca centrale dell'Università di Bologna, della Biblioteca Nazionale Italiana di Firenze, sul catalogo dei libri in commercio Alice su CD-ROM e, per quanto riguarda le edizioni Mondadori, da comunicazioni intercorse con la dott. Annarita Codoni, dell'ufficio Marketing Editoria Letteraria della casa editrice milanese (messaggio di posta elettronica del 4 aprile 1999).
[3] Una versione in audiocassetta (4 cassette per la durata di circa 360 minuti, lettura di Art Malik) viene inoltre pubblicato da Random House Audiobooks nel 1995.
[4] Di "Chekov and Zulu" è stata pubblicata anche un'altra traduzione, di anonimo, sul numero 10 della rivista Liberal (gennaio 1996) con il titolo "I misteri di Nuova Delhi". Il testo è disponile in formato HTML sul sito Internet della rivista, all'indirizzo http://www.imkt.com/liberal/gen96/ [consultato il 10 gennaio 1999].