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Commistione di generi e sperimentazione linguistica in Grimus

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Grimus non è il primo libro scritto da Rushdie, che già nel 1971 aveva finito un libro intitolato The Book of the Pir (Il libro del santone), in cui si parlava di un santone musulmano che diventa presidente di un corrotto regime militare in un paese asiatico a cui non viene dato un nome. Si tratta di un libro scritto in uno stile definito dal suo autore “sub-joyciano”, cioè con una forte componente di sperimentazione linguistica.

Anche Grimus, come The Book of the Pir, combina elementi della tradizione letteraria occidentale e orientale, unite alla sperimentazione linguistica. Come si è detto, Grimus fu concepito come un tentativo di trasporre dei temi narrativi orientali in convenzioni letterarie occidentali. L’impianto mitologico e cosmologico di derivazione principalmente orientale si sovrappone a quello della narrativa di genere fantascientifico, al quale Rushdie afferma di essersi rivolto in quanto lo riteneva “traditionally a good vehicle for the novel of ideas”.[1] L’appartenenza al genere fantascientifico è testimoniata dal contesto editoriale nel quale Grimus vide la luce: la collana dedicata alla fantascienza in cui originariamente esce il romanzo, la cui copertina è illustrata da uno dei più famosi artisti nel campo, Ian Howard.[2] Rushdie sfrutta l’idea delle Dimensioni Parallele, centrale alla fantascienza americana di prima maniera e sviluppata, ad esempio, in uno dei più famosi racconti di fantascienza mai pubblicati, “By His Boot’s Straps” (1941) dello scrittore americano Robert. A. Heinlein, nel quale si ipotizza l’esistenza di infiniti mondi possibili che coesistono con le loro storie passate e future (Goonetilleke 1998: 30, Johansen 1994: 28). Calf Island esiste in una dimensione, è esistita in un’altra, in una terza esisterà e in un’altra dimensione ancora non esiste, non è mai esistita e mai esisterà.

Il genere fantascientifico non è però certamente l’unica convenzione narrativa cui si rifà Grimus. Numerosi sono, ad esempio, gli ammiccamenti al genere Western, dall’ambientazione iniziale nei dintorni di Phoenix, Arizona, alla caratterizzazione di personaggi come Peckenpaw e Two-Times Kid e dello stesso Flapping Eagle, che mettono in scena lo scontro tra indiani e cowboy. Osserva Goonetilleke che “[p]unishments like punching and ostracism in the novel convey the feel of the cowboy film and cowboy books, too” (1998: 14). Anche in questo caso vi è un tratto unificante che permette di interpretare queste altrimenti disparate influenze di diversi generi letterari. Si tratta dell’intento satirico dell’autore che presenta diverse convenzioni di genere solamente per sovvertirne le caratteristiche. A questo proposito più di un commentatore ha parlato di Grimus come di una “satira Menippea”: quest’ultima viene descritta da Bakhtin come caratterizzata da “the organic combination within it of free fantasy, symbolism, and – on occasion – the mystical-religious element, with extreme (and from our point of view) crude underworld naturalism”;[3] e ancora, “[c]haracteristic for the Menippea is a wide use of inserted genres .… The inserted genres are presented at various distances from the ultimate authorial position, that is, with varying degrees of parodying and objectification’.[4] Tutti questi elementi risultano essere presenti nel romanzo di Rushdie, e in questo senso possono essere interpretati anche gli episodi in cui gli “incontri erotici” dei diversi personaggi vengono descritti con toni tra il salace e l’osceno.[5] È questo il caso del rapporto incestuoso tra Flapping Eagle e Bird-Dog (Grimus 22, 71-73), dello stupro perpetrato dal protagonista sulla dea Axona (Grimus 89), dell’episodio in cui Irina Cherkassova perde la verginità (Grimus 169) o della violenza verbale a sfondo sessuale di Flann O’Toole (Grimus 112). Secondo Johansen, Grimus è caratterizzato dalla fusione e dall’interazione di codici diversi associati a differenti generi e convenzioni letterarie: “The text is characterized by its very heterogeneity, its refusal to adhere to any particular semiotic code, any one narratological scheme” (Johansen 1994: 32).

Il tratto unificatore tra i diversi schemi narratologici sembra essere il costante stravolgimento parodico di qualsiasi convenzione letteraria venga di volta in volta accennata o ripresa all’interno del testo. Ad esempio, la similitudine dantesca che vede una donna accompagnare Flapping Eagle nell’ultima fase della sua ascesa è stravolta in quanto Media è caratterizzata come una prostituta.

Già nel titolo del romanzo è invece inscritta la cifra di quella che è forse la caratteristica stilistica principale di Grimus, ovvero la sperimentazione linguistica. La parola “Grimus” è suscettibile, infatti, di (almeno) tre diverse decodificazioni a livello linguistico, ciascuna stratificata sulla successiva. Innanzitutto Grimus è l’anagramma di Simurg, il nome del mitico uccello che contiene tutti gli altri uccelli e a sua volta è contenuto in essi, proposizione di fondo della mistica sufi espressa dal gioco di parole in lingua persiana cui si è accennato in precedenza. L’anagramma non è l’unico possibile, ed è probabilmente scelto in base all’assonanza fonetica con grimace “smorfia”. Un legame morfo-fonologico è inoltre ravvisabile anche con l’aggettivo grim, per cui le traduzioni standard offerte dai dizionari italiani bilingue sono “torvo, arcigno, truce” (Dizionario Sansoni) e “cupo, lugubre, tetro” (Dizionario Garzanti) e forse anche con il sostantivo grime “sporcizia, sudiciume” (entrambi i dizionari). Si tratta di suggestioni che tendono a prefigurare la caratterizzazione del personaggio cui è intitolato il romanzo, così come ciascun personaggio è portatore di un nome altamente significativo. Per Rushdie nessun nome è casuale: "Our names contain our fates; living as we do in a place where names have not acquired the meaninglessness of the West, and are still more than mere sounds, we are also the victims of our titles";[6] e ancora: “'Do those names mean anything?' Haroun asked. 'All names mean something,' Rashid replied”.[7]

Sul piano narrativo Grimus è caratterizzato dal rovesciamento ironico delle convenzioni di genere, e tale stravolgimento funziona anche a partire dalle singole parole e frasi, ovvero opera sul piano strettamente linguistico. Il meccanismo dell’anagramma consiste, infatti, nella deformazione consapevole delle parole della lingua che vengono scomposte e riordinate per costruire nuovi significati. Secondo Parameswaran “[a]nagramas provide the basic framework of the novel” (1994: 37). La dimensione parallela in cui vivono i Gorfs, che costituiscono il contrappunto narrativo necessario all’evoluzione della storia, è costruita anagrammaticamente, a partire dalla stessa parola Endimions, anagramma di Dimension. I Gorf, il cui capo si chiama Dota, abitano il pianeta Thera, in orbita attorno alla stella Nus nella galassia Yawy Klim, situata a sua volta nel Gorfic Nirveesu. Si tratta di una serie di anagrammi per Earth (terra), Sun (sole), Milky Way (via lattea) e Universe (universo); Gorf è l’anagramma di Frog (rana), e Dota di Toad (rospo). La funzione dei Gorfs è simile a quella del coro nel teatro greco, che commentano gli eventi ma che a volte, trasgredendo al loro ruolo, vi partecipano attivamente. Tale funzione è assegnata nel romanzo al Gorf di nome Koax, e “koax”, oltre che omofono di coax "persuadere con lusinghe, ottenere blandendo" è il suono che appare nel ritornello del coro delle Rane di Aristofane (Goonetilleke 1998: 9).

I Gorfs sono la specie più intelligente dell’universo, e si dilettano nel supremo gioco del riordimanento. La “Chiefest Question” posta da Dota, “And are we actually to be the least intelligent race in our Endimions?” (a sua volta un rovesciamente ironico della vera natura dei Gorfs) ha come risposta un anagramma, un elaborato riordinamento delle cinquantasette lettere che compongono la frase: “Determine how catalytic an elite is; use our talent and learning-lobe”. Commenta Parameswaran che “[t]his sentence is rather heavy-handed, obviously Procrustean; however, it does indicate the method we should adopt for analysing the theme of the novel, and it also points out the elitist isolation that is intruded upon by Flapping Eagle” (1994: 39). In altre parole, si può pensare a Grimus come a un romanzo giallo (ennesima ascendenza di genere), un rompicapo a incastro che si compone mano a mano che si procede nella lettura. Al lettore vengono forniti tutti gli indizi necessari a risolvere il mistero, alla cui soluzione si arriverà decifrando le allusioni (letterarie, mitiche, ecc.) a cui il testo rinvia e i rimandi interni di cui il testo è disseminato.

La struttura del romanzo può essere vista come una “extended metaphor” (Parameswaran 1994: 39) della struttura labirintina di Grimushome, la residenza di Grimus, una “bewildering series of interlocking rooms” (Grimus 226), contenenti di volta in volta “beautifully-detailed erotic sculptures” (Grimus 226), un dipinto rappresentante “the Roc of Sinbad, the Phoenix of myth: Simurg himself” (Grimus 226), una scultura della lettera Kâf (Grimus 227), una collezione di strumenti fantastico-tecnologici (Grimus 227) e al centro, nascosta, la stanza contenente la Stone Rose (Grimus 241). In altre parole “the various components of Rushdie’s writing – interlocked pieces of erotica, symbols, mystery” (Parameswaran 1994: 39).

Non mancano poi in Grimus, così come in tutte le opere di Rushdie, degli elementi autobiografici.[8] Anche in questo caso, però, vi è un costante rovesciamento parodico. Flapping Eagle, ad esempio, è un indiano, ma un indiano americano; come Rushdie ha la pelle chiara, ma a differenza di quanto avviene per l’autore in terra inglese questo è causa di isolamento piuttosto che un fattore facilitante:

As for my colouring: the Axona are a dark-skinned race and shortish. As I grew, it became apparent that I was, inexplicably, to be fair-skinned and tallish. This further genetic aberration - whiteness -meant they were frightened of me and shied away from contact” (Grimus 18).

Come dovrebbe risultare evidente da quanto esposto fino a questo punto, Grimus è un romanzo estremamente complesso e suscettibile di molteplici letture: le caratteristiche principali del romanzo, mescolanza di generi e di riferimenti culturali, rovesciamento parodico e arguzia linguistica sono al tempo stesso il suo pregio e il suo difetto. Pregio perché il “piacere della lettura” (e il piacere/dolore della traduzione) deriva proprio dai salti mortali che il testo compie su se stesso, dall’avvitamento delle parole che producono doppi e tripli sensi e possibili interpretazioni, dal cogliere l’interconnessione di miti e leggende, citazioni e riferimenti letterari passando attraverso parole anagrammatiche e frasi fatte rigirate su se stesse. Questo tende tuttavia a dare luogo a una complessità forse eccessiva, al punto che Rushdie è costretto a spiegare direttamente certi giochi di parole altrimenti incomprensibili. “Actually, the novel tends to explore - and explain – its own puns: i.e., it contains a number of hermeneutical passages where the text is operating on a metafictional level” (Johansen 1994: 30). 



[1] Intervista a Rushdie in Scripsi, 3.2 – (1985): 125. Citato in Cundy 1994: 53.

[2] Artista responsabile peraltro anche della copertina del successivo romanzo di Rushdie, Midnight’s Children. Per un elenco completo dei romanzi di fantascienza di cui Howard ha illustrato la copertina cfr. Brown e Contento [s.d.].

[3] In Problems of Dostoevsky Poetics, citato in Johansen 1994: 25.

[4] In Problems of Dostoevsky Poetics, citato in Goonetilleke 1998: 13,

[5] Secondo Cundy, tuttavia, “much of the novel’s sexual content is gratuitous, adding nothing to the storyline or the development of the character” (1996: 23) e in Grimus, come anche in opere successive, si manifesta “the ambivalence, if not outright confusion that Rushdie seems to feel when confronting overt manifestations of female sexuality” (1996: 22).

[6] "I nostri nomi racchiudono il nostro destino; vivendo in noi in un luogo dove i nomi non hanno ancora acquisito la stessa insignificanza che in Occidente e sono sempre qualcosa di più che semplici suoni, siamo anche vittime dei nostri titoli" (Capriolo (tr.) 1998: 302).

[7] “’Significano qualcosa questi nomi?’ domandò Harun. ‘Tutti i nomi significano qualcosa’ rispose Rashid” (Capriolo (tr.) 1991b: 40).

[8] Anche senza giungere a considerare Grimus, così come fa Brennan, una “parabola di acculturazione”, in cui l’escensione di Calf Mountain da parte di Flapping Eagle alla ricerca di Grimus è “a physical rendering of the act of climbing the ranks of British opportunity” (1989: 72).