La sottotitolazione in diretta con la stenotipia
Problematiche e prospettive
By Fausto Ramondelli (Senato della Repubblica Italiana)
Abstract
English:
This article presents stenotyping in Italy and the potential it offers for subtitling for the deaf and hard of hearing, in particular regarding accessibility to training and information. Real-time and remote subtitling and some recent forms of subtitling by means of stenotyping are also discussed.
English:
Questo articolo presenta la stenotipia in Italia e illustra le possibilità che essa offre per la sottotitolazione al servizio dei non udenti e in particolare del loro diritto di accedere alla formazione e all’informazione. In particolare, si sofferma su alcune delle più importanti esperienze in questo campo, sulla possibilità di produrre sottotitoli in diretta e a distanza, nonché sulle più moderne forme di erogazione di sottotitoli prodotti mediante stenotipia.
Keywords: stenografia, shorthand, stenotipia, stenotyping, sottotitolazione, subtitling, intersteno, resocontazione, subtitling for deaf and hard-of-hearing, non udenti
©inTRAlinea & Fausto Ramondelli (2006).
"La sottotitolazione in diretta con la stenotipia Problematiche e prospettive"
inTRAlinea Special Issue: Respeaking
Edited by: Carlo Eugeni & Gabriele Mack
This article can be freely reproduced under Creative Commons License.
Stable URL: https://www.intralinea.org/specials/article/1694
1. La stenotipia in Italia
1.1 Il metodo Michela e altri sistemi
L’Italia, insieme agli Stati Uniti, è leader nella pratica e nelle tecnologie di stenotipia, di cui rivendica a giusto titolo la primogenitura dell’invenzione. Nel 1863, Antonio Michela Zucco, insegnante di disegno nelle scuole tecniche di Ivrea, presentò al II Congresso Pedagogico, a Palazzo Brera a Milano, il sistema di stenografia che avrebbe poi preso il suo nome e che egli stesso definì “a processo sillabico istantaneo ad uso universale, mediante piccolo e portatile apparecchio a tastiera” (De Alberti 1932: pag.?)[1]. La macchina ottenne la medaglia d’oro nelle esposizioni universali di Milano (1881) e di Torino (1884) e fu adottata ufficialmente dal Senato nel 1880 [2]; ideata inizialmente per l’utilizzo da parte dei ciechi e per questo dotata di un sistema di scrittura a punzone che produceva una scrittura a rilievo, la Michela fu presto corredata di un nastro inchiostrato che consentiva la scrittura dei simboli dei fonemi su carta comune, anticipando così la prima macchina da scrivere, brevettata da Ravizza nel 1855 ma messa in produzione nella versione con nastro inchiostrato solo nel 1898 dalla Underwood. Si consideri in particolare che lo stesso inventore, nella relazione allegata all’attestato di privativa industriale del 1878, prevedeva che la sua macchina avrebbe potuto essere utilizzata “per la riproduzione di un discorso per mezzo dell’elettricità […] e per utilizzare la recente e portentosa invenzione del telefono” (inserire riferimento) previsioni che, come vedremo, si sono effettivamente realizzate con la stenotipia computerizzata e con la sottotitolazione in diretta o a distanza.
Tra gli altri sistemi stenotipici che arricchiscono il panorama italiano, il più importante per diffusione e per efficacia è quello realizzato dalla Stenotype Italia, che impiega il metodo stenografico inventato dal fiorentino Marcello Melani.
1.2 Le competizioni Intersteno
Un altro dato che testimonia la posizione di avanguardia dell’Italia in questo campo sono i risultati delle competizioni fra stenografi e stenotipisti organizzate dalla Federazione internazionale per il trattamento dell’informazione, meglio nota come Intersteno, che raccoglie esperti e professionisti della resocontazione di tutto il mondo. L’Italia in queste gare eccelle non solo sotto il profilo agonistico ma anche nella sperimentazione di specialità sempre più sofisticate. Grazie alla proposta del gruppo italiano, ad esempio, nel 2007 a Praga si svolgerà per la prima volta una gara di ripresa del parlato in tempo reale, cioè senza la possibilità di fare correzioni successive alla dettatura del testo. Saranno così messe a confronto le tecnologie e le tecniche più innovative attualmente presenti sulla scena mondiale.
1.3 La stenotipia nelle istituzioni
Oggi la stenotipia in Italia viene impiegata principalmente al Senato della Repubblica e nel sistema giudiziario. Nel 1989 il riformato Codice di procedura penale all’Art. 134 ha introdotto nel nostro ordinamento l’obbligo, già vigente negli Stati Uniti, di verbalizzare le dichiarazioni rese nel dibattimento, che costituiscono un elemento rilevante ai fini della prova. Negli anni novanta, di conseguenza, si sono avviate importanti iniziative imprenditoriali, accompagnate dalla formazione di stenotipisti, che hanno dato luogo a un movimento professionale senza uguali in Europa. Ne sono scaturite anche esperienze associative e culturali di rilievo, che hanno permesso di ampliare l’orizzonte di questo mestiere. Basti citare l’istituzione dell’Associazione italiana dei resocontisti (AIR) e l’elevazione in ente morale dell’Accademia Italiana “Giuseppe Aliprandi”, che cura una prestigiosa biblioteca e mantiene la memoria storica delle scritture veloci in Italia, stimolando la ricerca, l’innovazione e la formazione dei professionisti. Degna di rilievo è pure la già menzionata Intersteno, alla cui attività l’Italia partecipa da protagonista, come riflesso della sua posizione di avanguardia nelle tecniche di ripresa del parlato e di produzione dei testi.
2. Stenotipia e sottotitolazione
2.1 Il background dell’esperienza americana
Fu un’intuizione nell’ambito della ricerca culturale che suggerì le prime esperienze di sottotitolazione con la stenotipia elettronica. In realtà si trattava di emulare un’esperienza già largamente affermata negli Stati Uniti, dove la legislazione prevede da tempo l’obbligo generalizzato per tutti i network televisivi di sottotitolare le loro trasmissioni[3]. Negli USA la sensibilità verso i diritti delle persone con disabilità è di gran lunga maggiore che nel nostro Paese soprattutto per la spinta prodotta dalle associazioni di cittadini. E’ pur vero che anche in Italia,
La Repubblica [...] previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività [e auspica] interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata (Art. 1, legge 5 febbraio 1992, n. 104);
tuttavia quell’auspicio è rimasto finora largamente disatteso.
2.2 Il contributo dell’informatica alla nuova stagione della stenotipia
L’avvento dell’informatica ha supportato l’antica tecnica della stenotipia aprendole nuove prospettive di applicazione. Infatti, dopo l’invenzione del registratore, prima analogico e poi digitale, la stenotipia come la stenografia, che erano nate e si erano sviluppate soprattutto come strumenti per la ripresa dei discorsi, hanno perso la loro esclusività e sono state progressivamente sostituite, sia nelle aule parlamentari sia da ultimo anche nelle aule giudiziarie, da tecniche diverse e meno difficili da apprendere. La ripresa con la registrazione digitale e la produzione di testi mediante scrittura al computer o, molto più efficacemente, mediante il riconoscimento automatico del parlato sono oggi le modalità più diffuse (sia pure con molteplici varianti applicative) sia nei servizi parlamentari, sia nella verbalizzazione giudiziaria e in generale nella convegnistica. Questo fenomeno di sostituzione riguarda tutti i Paesi, ma è sentito maggiormente in Italia proprio perché vi era stata una forte e veloce espansione della richiesta di servizi negli anni più recenti.
2.3 Stenotipia e riconoscimento automatico del parlato in tempo reale
Se tuttavia la stenotipia computerizzata consente di trascrivere un discorso nello stesso tempo in cui l’oratore lo pronuncia - in altri termini, se la stenotipia si mostra capace di produrre una trascrizione del parlato in tempo reale - esse riacquista una sua esclusività, nel senso che diventa l’unica tecnica a consentire la trascrizione istantanea di un discorso. Per dirla con le parole con cui Antonio Michela Zucco descriveva la sua invenzione, la stenotipia è in grado di “fissare graficamente e fedelmente le fugacissime sillabe tutte componenti un discorso qualunque, quasi all’atto stesso in cui fluiscono dal labbro dell’oratore” (De Alberti 1932: 5). E a quanti volessero obiettare, correttamente, che anche il riconoscimento automatico del parlato consente (o consentirà entro breve) di riprodurre istantaneamente e fedelmente un discorso, farà piacere che già lo stesso Michela Zucco nella medesima illustrazione notava come
i nervi volitivi, che dal cervello umano si diramano alle dita delle mani, possano, mediante sufficiente esercizio, rendersi egualmente docili e pronti alla trasmissione delle volizioni, quanto quelli che si prolungano agli organi della favella (1932: 5).
Dunque la stenotipia e la favella accomunate nel destino di mezzi per trasmettere, in tempo reale, le informazioni necessarie per produrre il corrispondente testo, assicurano l’accesso all’informazione convogliata dal parlato a coloro che, pur non udendo o udendo male, hanno però la capacità di leggere e di comprendere lo scritto.
3. La sottotitolazione in Italia
Negli ultimi anni anche in Italia si sono sviluppate nuove esperienze nel settore della sottotitolazione. Un ruolo fondamentale è stato svolto dalle associazioni delle persone sorde, in particolare dall’ENS, dalla FIADDA, dall’ALFA e dall’AFA.
3.1 Il Telegiornale sottotitolato
L’esperienza più importante, ma per molti versi anche la più contraddittoria, è la sottotitolazione del telegiornale RAI. È una tappa importante che la concessionaria pubblica televisiva ha conseguito, anche se vi sono ancora margini di miglioramento di quel servizio, sia sotto il profilo quantitativo sia sotto quello qualitativo. La prima, legittima richiesta degli abbonati sordi è quella di aumentare il numero delle ore sottotitolate, in particolare per le trasmissioni di informazione, di attualità, ma anche di intrattenimento (soprattutto se rivolte ai giovani) e sportive. Per quanto concerne la qualità, si può e si deve migliorare il risultato della sottotitolazione in diretta, notoriamente tra le prestazioni più difficili da realizzare per le numerose costrizioni cui è soggetta (cfr. a questo proposito De Seriis, in questo volume).
3.2 La sottotitolazione delle lezioni universitarie
Oltre all’impiego sempre più diffuso nei convegni (non solo quelli riservati ai sordi), vi è oggi un crescente interesse delle Università ad assicurare il servizio di stenotipia per la sottotitolazione in diretta delle lezioni accademiche. Il dato si spiega con la crescente scolarizzazione dei giovani sordi e con la preferenza di alcuni studenti per una scrittura istantanea del testo della lezione piuttosto che per la traduzione con la lingua italiana dei segni (LIS) - peraltro raramente disponibile e costosa; inoltre, si sta diffondendo una maggiore consapevolezza degli studenti circa un loro preciso diritto di accesso all’istruzione universitaria. Alcuni atenei hanno messo a disposizione risorse rilevanti, consapevoli della eccezionale potenzialità ed efficacia dl un tale servizio. Il problema principale resta tuttavia in questo momento la scarsa disponibilità di professionisti qualificati.
3.3 Nuove forme di servizi di sottotitolazione
La crescente domanda e offerta di servizi di sottotitolazione stanno svolgendo una funzione di stimolo reciproco. Da un lato, le nuove possibilità tecniche agevolano la fornitura di servizi multimediali e soddisfano richieste che in passato erano impossibili o troppo costose. Dall’altro, le imprese sviluppano prodotti e servizi di grande efficacia che favoriscono una maggiore consapevolezza delle possibilità di integrazione e di accesso all’informazione. Con l’aumento della domanda si vanno inoltre riducendo i costi e quindi i prezzi praticati dalle aziende. Da questo punto di vista, può essere interessante citare alcune ipotesi recentissime: la telesottotitolazione, la sottotitolazione on demand, la realizzazione di un canale satellitare dedicato ai programmi TV per non udenti e la sottotitolazione su Internet.
Anche per ovviare alla penuria di professionisti della sottotitolazione, recentemente si sono individuate nuove modalità di distribuzione di questo servizio, che prevedono ad esempio un intervento a distanza e che si potrebbero definire anche sottotitolazione a distanza o telesottotitolazione. Lo stenotipista in questo caso svolge la sua attività da una postazione distante anche a molti chilometri dal luogo in cui si svolge l’evento da sottotitolare. In questo modo si possono impiegare i migliori professionisti, senza che questi debbano recarsi sul posto. Nel caso di una lezione, ad esempio, quanto detto dall’insegnante viene trasmesso attraverso Internet allo stenotipista, che ritrasmette sullo stesso mezzo i sottotitoli che lo studente collegato può leggere direttamente sulla propria postazione. Con le stesse modalità lo studente potrebbe ricevere immagini e il testo della lezione anche sul computer di casa. Questa procedura viene già praticata con successo, fra l’altro, presso l’Università Roma Tre. Altri progetti in fase di definizione riguardano la sottotitolazione a distanza di alcune assemblee elettive locali (Comune di Firenze e Provincia di Genova) o di riunioni istituzionali (Ministero del lavoro).
Un’altra novità interessante è quella della sottotitolazione on demand. La sottotitolazione, infatti, può essere intesa anche come servizio ad hoc richiesto da singoli utenti, ad esempio per un incontro di lavoro o di una conversazione, o anche per assistere a una riunione. Nel momento convenuto l’utente si connette tramite Internet alla riunione e riceve sullo schermo del suo computer il testo di quanto dicono i suoi interlocutori. Un’applicazione tipica di questo servizio è la sottotitolazione di videoconferenze a cui partecipano persone sorde. Vi è poi l’ipotesi, formulata dall’ENS, di un canale satellitare con un palinsesto interamente sottotitolato e interpretato in lingua italiana dei segni, che offra anche la possibilità di vedere programmi on demand. Analogo servizio può essere fornito in forma di webcasting, cioè con l’offerta, su un sito dedicato, dei video sottotitolati dei discorsi pronunciati in una riunione o in un convegno, resi accessibili (in diretta o su richiesta) agli utenti autorizzati.
4. Conclusioni
Il sogno dell’inventore italiano della stenotipia, Antonio Michela Zucco, si è dunque realizzato: esistono oggi macchine (o programmi, nel caso del riconoscimento automatico del parlato) che, sfruttando la particolare abilità umana di trasmettere impulsi con le dita delle mani (o con la voce), trasformano i discorsi in testi scritti in modo fedele e “nel medesimo istante in cui si segnerebbe un sol punto” (De Alberti 1932: 5), assolvendo così a uno fra i più alti compiti della resocontazione, quello di facilitare l’accesso delle persone sorde all’informazione e alla conoscenza.
Riferimenti bibliografici
De Alberti, C. (1897). Manuale di Stenografia sistema “Michela”, Roma: Arterio (nuova ed. 1932).
Note
[1] cfr anche Angeloni, E.; Michela Zucco, P. (1984). Il sistema stenografico “Michela”. Roma.
[2] cfr. Bertolini, G. (1992). La stenografia parlamentare al Senato. Roma.
[3] Per maggiori dettagli sulle norme vigenti negli USA si veda il sito della Federal Comunications Commission
[url=http://www.fcc.gov/cgb/consumerfacts/closedcaption.html]http://www.fcc.gov/cgb/consumerfacts/closedcaption.html[/url]
©inTRAlinea & Fausto Ramondelli (2006).
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