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Funzioni delle traduzioni letterarie

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Una distinzione simile a quella tra traduzioni nascoste e traduzioni manifeste elaborata da House è proposta anche da Nord, che distingue tra "traduzione strumentale" (instrumental translation) e "traduzione documentaria" (documentary translation). Nel primo caso una traduzione ha lo scopo di produrre una nuova situazione comunicativa nella cultura di arrivo, utilizzando il testo che si traduce come modello (Nord 1997: 45-53), mentre nel secondo una traduzione ha lo scopo di documentare nella cultura di arrivo il processo comunicativo così come avviene nel testo che si traduce. A differenza di House, Nord pone però l'accento non tanto sull'appartenenza tipologica del testo di partenza quanto sulla funzione della traduzione nella cultura di arrivo, che può variare e determinare anche l'appartenenza di una traduzione a una categoria testuale nella cultura di arrivo diversa da quella in cui rientra il testo di partenza. Per Nord il tipo di traduzione non è determinato dalle caratteristiche testuali del testo di partenza ma dallo scopo della traduzione e quindi dalla funzione che il testo tradotto è chiamato ad adempiere nella cultura di arrivo. La traduzione è vista come attività comunicativa inserita in un modello generale di teoria dell'azione,[1] in cui il testo di partenza rappresenta soltanto una delle componenti della comunicazione interculturale. La traduzione è un tipo di attività traduttiva (di mediazione interculturale) in cui diversi attori giocano un ruolo contribuendo a determinare la funzione del testo tradotto: iniziatore, committente,[2] traduttore, autore del testo di partenza, lettori del testo di partenza e lettori del testo di arrivo.[3] In questa prospettiva il testo di partenza non è più l'elemento determinante per la scelta del tipo di traduzione, ma solamente un'"offerta di informazioni", e spetta al traduttore decidere come utilizzarlo in relazione allo scopo della traduzione.

I testi letterari non sono definiti da caratteristiche linguistiche intrinseche ma dal contesto di produzione e ricezione, dalle intenzioni dell'autore e dalle aspettative dei lettori. Secondo Nord, "today the conventional translation type in literary prose seems to be documentary and exoticizing" (Nord 1997: 103), dove per "esotizzazione" si intende il fatto che le traduzioni presentano spesso per i suoi lettori riferimenti che, a causa della distanza culturale, vengono percepiti come esotici.

 



[1] Cfr. Vermeer 1989.

[2] Sulla scorta di Holz-Mänttäri 1984, Nord (1997: 20) distingue tra iniziatore "who actually needs a target text" e committente, colui che chiede al traduttore di produrre un determinato testo per un dato motivo.

[3] In alcuni casi si può avere una sovrapposizione di alcuni di questi ruoli, per cui il traduttore o l'autore del testo di partenza possono essere loro stessi gli iniziatori dell'azione traduttiva (cfr. i traduttori italiani)