Classificazioni di strategie come quelle operate da Lörscher partono da particolari "punti problematici" in un testo e riguardano la risoluzione di questi problemi a livello locale, cioè solo relativamente a segmenti testuali di piccole dimensioni. Come si è visto, però, i traduttori professionisti agiscono spesso in relazione a unità testuali di maggiore entità e in rapporto allo scopo generale di una traduzione. Si può quindi distinguere tra strategie globali, come ad esempio quelle relative alla decisione iniziale di che tipo di traduzione intraprendere per un determinato testo, e strategie locali, che riguardano particolari problemi incontrati durante la traduzione (ad esempio riguardo alla traduzione di nomi propri) e che alle strategie globali sono subordinate. Questa distinzione viene ripresa in tassonomie di procedure, in relazione a un'analisi delle strategie ricavata dalle traduzioni, prodotto finale dei processi tradottivi.
Gli studi di processo offrono indubbiamente delle informazioni importanti, soprattutto per quello che riguarda lo studio di strategie cognitive come ad esempio il ricorso da parte del traduttore alle proprie capacità inferenziali o "azioni traduttive" come la consultazione di dizionari, ma hanno una limitazione intrinseca nel fatto che, non essendo possibile avere accesso diretto ai processi mentali, sono altamente dipendenti dalle modalità degli esperimenti e dalle interpretazioni dei ricercatori;[1] inoltre, essi tendono ad avere una rappresentatività limitata, in quanto si tratta generalmente di esperimenti che coinvolgono un numero esiguo di soggetti.[2]
[1] Si tratta nel complesso di studi che differiscono ampiamente in quanto a tipologia dei soggetti scelti e metodologia di elicitazione dei dati.
[2] A volte, come ad esempio Séguinot 1989, si tratta di studi condotti su di un solo soggetto. È questa sicuramente una limitazione oggettiva, segno dello stadio iniziale in cui si trova la nuova sottodisciplina degli studi di processo nell'ambito della traduttologia. I risultati ottenuti dai diversi studi riconoscono, d'altra parte, di avere solo valore di ipotesi iniziali, che necessitano di una maggiore quantità di dati per essere corroborate. La disomogeneità nell'impostazione di ricerca dei diversi esperimenti testimonia invece la varietà di domande a cui si cerca una risposta.