3.1 Infrastruttura digitale
Per quanto riguarda la cosiddetta ‘infrastruttura digitale’, il primo strumento imprescindibile per potersi servire di un calcolatore è un sistema operativo libero, dal momento che senza un sistema operativo che si occupi di gestire le componenti del calcolatore in modo che interagiscano le une con le altre, disciplinando l'accesso alle sue risorse limitate e condivise, non solo quest'ultimo risulterebbe inutilizzabile ma sarebbe altrettanto impossibile eseguire alcun programma.
I sistemi operativi liberi, come già accennato nella sezione 2.1.3 sono più di uno, anche se è possibile riconoscere in modo schematico una serie di ‘famiglie’ fra quelli più diffusi: Hurd (basato sul microkernel GNU Mach), i sistemi *BSD (FreeBSD, OpenBSD e NetBSD) e le soluzioni basate su kernel Linux.55
Le implementazioni di quest'ultimo, in sinergia con gli strumenti del progetto GNU a formare i già noti sistemi GNU/Linux sono in genere rese disponibili agli utenti sotto forma di distribuzioni,56 cioè collezioni di programmi selezionati in base a determinati criteri, precompilati, e distribuiti da un'entità (sia essa un'azienda, un singolo soggetto o una comunità) a formare un insieme omogeneo e strutturato, in cui tutte le parti pur provenendo da progetti diversi sono perfettamente integrate le une con le altre. Nel seguito di questo capitolo la situazione ‘modello’ cui si farà riferimento è quella di un traduttore che intenda servirsi per il proprio lavoro di una distribuzione GNU/Linux.
Le distribuzioni si differenziano le une dalle altre per le modalità di installazione e rimozione delle componenti del sistema, in genere adottando la suddivisione in ‘pacchetti’ binari del software e per la politica in base a cui quest'ultimo viene selezionato in base, ad esempio, alla licenza, allo scopo per cui nasce la distribuzione, alle decisioni degli sviluppatori o a una combinazione di questi fattori.
Fra gli aspetti da non sottovalutare si segnalano anche l'eventuale grado di personalizzazione (mediante patch al codice) operata dal distributore e, in una certa misura relazionato a questo, anche quando il software viene messo a disposizione degli utenti, dal momento che esistono alcune distribuzioni di carattere più conservatore, altre che adottano sempre l'ultima versione disponibile e una serie di gradi intermedi.
Le distribuzioni GNU/Linux esistenti attualmente sono più di 300 e, data la ‘base di codice’ aperta e liberamente riutilizzabile, ne vengono alla luce costantemente di nuove. La scelta di una distribuzione rispetto a un'altra è questione di preferenze personali, in molti casi di ‘abitudine’ e dello scopo per cui il sistema dovrà essere utilizzato. Nel caso di un traduttore, ad esempio, in cui un'eventuale perdita di dati o malfunzionamento potrebbe avere conseguenze relativamente gravi, a meno che non si sappia esattamente quel che si fa, ha poco senso scegliere a distribuzioni che impongono l'ultima versione di tutti i software, potenzialmente discapito di stabilità e sicurezza, o affidarsi a politiche di aggiornamento che prediligono avanzamenti di versione anche al prezzo di introdurre nuovi bug o regressioni.
Nel seguito della trattazione, in ogni caso, si tenterà di fornire indicazioni valide a prescindere dalla distribuzione utilizzata e, qualora non fosse possibile fare affermazioni di carattere generale, il riferimento sarà una Debian GNU/Linux, in quanto coerente con l'oggetto di questo lavoro — è caratterizzata infatti da una rigida politica di inclusione dei programmi sulla base della libertà, contenuta nelle Linee Guida Debian per il Software Libero — e sufficientemente diffusa, anche sotto forma di distribuzioni derivate, al punto da rappresentare una sorta di standard nel mondo GNU/Linux.
Oltre a un sistema operativo, altre componenti utili al traduttore sono gli strumenti di amministrazione di base necessari a qualsiasi utente desktop: una shell (grafica o testuale) per impartire i comandi al calcolatore, applicazioni per la navigazione web ed eventualmente un client di posta elettronica, affiancati dalle utilità di manipolazione di contenuti testuali: editor di testo, suite di produttività individuale, visualizzatori PDF, ecc…
Si tratta, in altre parole, degli strumenti che permettono di avere un ‘ambiente di lavoro’ basato su SL e, al tempo stesso, funzionale alle esigenze di un traduttore che, per la natura del suo lavoro, si trova a elaborare testi e documenti in più lingue e diversi formati. Così come nel caso delle distribuzioni, la scelta è veramente molto ampia ed è in molti casi questione di preferenze personali più che di reali esigenze lavorative. Prendere in considerazione ognuno di questi singoli aspetti andrebbe però oltre la portata di questo lavoro, anche perché gli aspetti peculiari dell'una o dell'altra soluzione trascendono le questioni ‘tecniche’ legate alla traduzione.
Non resta altra soluzione che limitarsi a fornire una panoramica generale e a citare alcune fra le possibilità più comunemente adottate, che potrebbero interessare a chi si avvicina a questo software per la prima volta: esistono ottimi editor di testo, anche molto avanzati, come VIM, GNU Emacs, Gedit, Kate/Kwrite; web browser fra cui Epiphany, Konqueror o Mozilla Firefox; applicazioni per la gestione della posta elettronica come Evolution, Kmail, Mozilla Thunderbird ma anche testuali come mutt o alpine; strumenti di produttività per l'ufficio come KOffice/Calligra o OpenOffice.org/LibreOffice nonché diversi gestori di finestre o ambienti desktop più o meno elaborati.
Infine, per quanto riguarda la gestione della traduzione, non mancano gli strumenti che permettono di pianificare i progetti e monitorarne lo svolgimento rispetto a tempi, obiettivi, dipendenze funzionali o dalle risorse, visualizzando la struttura con i ‘classici’ diagrammi di Gantt, generando in automatico la scansione ottimale delle fasi nel tempo ed elaborando strategie correttive nel caso in cui dovessero verificarsi rallentamenti o imprevisti. A titolo puramente esemplificativo, alcune delle soluzioni disponibili in ambito GNU/Linux sono l'intuitivo Kplato per l'ambiente KDE, Planner, la controparte GNOME e il potente e completo TaskJuggler.
©inTRAlinea & Diego Beraldin (2013).
Una panoramica sugli strumenti di traduzione assistita
disponibili come software libero, inTRAlinea Monographs
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