I giochi di parole sono un fenomeno testuale che manifesta una notevole "resistenza" alla traduzione, in quanto essi “by calling attention to the unique associations and intersections in a language’s network of differential relations, [make] reference to the particular manner of meaning of a particular language” (Davis 1997: 27).
Il pun, o gioco di parole, sfrutta le ambiguità della struttura di una lingua, facendo riferimento alle operazioni sistemiche della lingua stessa. Strutture linguistiche con significati diversi sono messe in relazione sulla base della similarità formale (Delabastita (1996b: 128). Un'ambiguità semantica può essere dovuta a omonimia (identità morfonologica), omofonia (identità fonetica), omografia (identità morfologica) o paronomasia (vari gradi di somiglianza morfofonologica) e può coinvolgere unità di significato di maggiore o minore estensione testuale, dalle lettere dell'alfabeto a segmenti più estesi come citazioni e frasi preformate di vario tipo (cfr. Nash 1985: 137-154, Chiaro 1992: 27-47). Non sempre è facile tracciare un confine netto tra giochi di parole e altri meccanismi testuali e retorici, dato che l'uso creativo delle potenzialità combinatorie della lingua si presta per sua natura a sfuggire a qualsiasi tentativo di rigida classificazione (cfr. Redfern 1984: 9-21, Delabastita 1997b: 1-9). Vengono ora illustrati alcuni esempi di manifestazioni del fenomeno del pun nel testo originale, esaminando le diverse soluzioni traduttive.
Molti personaggi di Grimus sono caratterizzati attraverso il ricorso al meccanismo del pun omonimico basato su un rimando allusivo. Il gioco di parole costituito dalle iniziali di I. Q. Gribb è probabilmente evidente da subito a un lettore anglosassone, e la prima volta che questo nome appare nel testo, menzionato da Virgilio Jones, l’attenzione del lettore viene richiamata su di esso. Dice Virgilio Jones ad Aquila Migrante:
I. Q. Gribb, capisce, non si è mai capito se sia stata
un’idea sua o uno scherzo dei suoi genitori, dargli le iniziali dei test per
misurare il quoziente intellettivo. |
I. Q.
Gribb, you see, never knew if it was his idea of a joke or his parents’, the
initials. (Grimus 72). |
Il testo italiano è più esplicito del testo inglese, fornendo un'informazione che in quest'ultimo sarebbe ridondante, dato che la sigla I. Q. è comunemente usata per riferirsi ai test di intelligenza comuni in molte istituzioni educative del mondo anglosassone. D'altra parte, se questa informazione non fosse presente, a molti lettori italiani non consapevoli dell'omonimia fra le iniziali del signor Gribb e la sigla del test l’allusione potrebbe risultare incomprensibile. Tra testo italiano e testo inglese vi è anche un altro lieve slittamento di significato, dato che letteralmente la frase subordinata potrebbe essere tradotta come “se fosse la sua idea di uno scherzo o quella dei suoi genitori”. Una tale traduzione risulterebbe però in una notevole pesantezza sintattica, acuita dall’espansione del periodo, e per questo motivo si è preferito ricorrere a un’altra soluzione, privilegiando la scorrevolezza del testo italiano.
Simile è il caso di Florence Nightingale, la prostituta abissina la cui "specializzazione" consiste nel far addormentare gli uomini col canto:
La porta successiva era assolutamente silenziosa. Era la
camera di Mademoiselle Florence Nightingale. L'Usignolo emanava una
sessualità semplice e confortevole, così tranquillizzante quando per caso
esponeva un capezzolo, così pudica quando si spogliava. Florence lo faceva, lei non scopava né fotteva
né chiavava né trombava mai; lo faceva con grazia al buio. Quando Giocasta si
fermò, un armonioso mmm sgorgò dal di dentro. Florence stava facendo
addormentare il suo cliente con una dolce ninnananna. |
The next
door yielded only silence. This was Mile Florence Nightingale's chamber. She
exuded a comfortable homely sexuality, so peaceful as she displayed an accidental
nipple, so demure as she undressed. Florence always did it, never screwed or fucked or shafted or banged; did it with
grace and in the dark. As Jocasta paused, a tuneful hum welled up from
within. Florence was singing her client to sleep with a soft lullaby. (Grimus 114) |
Il testo italiano rende esplicita la lettura in base alla quale il personaggio è caratterizzato sia mediante un'allusione all'infermiera inglese[1] che al significato dell'appellativo ornitologico "nightingale". Per raggiungere questo scopo l'ambiguità della parola inglese viene resa in italiano mediante lo sdoppiamento in due traduzioni presentate come coreferenti.
Isola Cappa (Calf Island) e Monte Cappa (Calf Mountain) sono i nomi dati da Virgilio e Deggle all’isola degli immortali creata per mezzo della Rosa di Pietra. Si tratta di un gioco di parole rispetto al nome originariamente datole da Grimus, ovvero Kâf Island, da una traslitterazione della lettera dell’alfabeto arabo. Il testo presenta una spiegazione su tale lettera in forma di nota a piè di pagina, presumibilmente attribuibile a Virgilio:
È mio dovere far notare che la lettera araba di cui si
parla non ha un corrispondente esatto nell’alfabeto romano. Solitamente viene
trascritta come Q (Qâf), ma si tratta, in realtà, di un’occlusiva glottale
per la quale non esiste un’esatta rappresentazione. Ho scelto di fare
riferimento a essa come K (Kâf) rischiando di fare confusione con la ben
diversa lettera Kaf, per il semplice motivo che è il solo modo in cui riesco
a pronunciarla. Un purista non mi perdonerebbe, ma così è. |
I should
note that the Arabic letter in question has no exact parallel in the Roman
alphabet. It is more usually rendered as Qâf) - but it is, in fact, a
glottal-stop for which there is no accurate rendering. I have chosen to refer
to it as K (Kâf) and risk confusion with the quite distinct letter Kaf, for
the simple reason that it is the only way I can pronounce it. A purist would
not forgive me, but there it is. (Grimus
209). |
Oltre che alla lettera dell’alfabeto arabo, si tratta naturalmente di un riferimento alla montagna di Qaf del mito, sede del Simurg. La pronuncia /kaf/ è in inglese la stessa della parola “calf”, "vitello" (oltre che "polpaccio"), e questo permette a Rushdie un gioco di parole, facendo dire al signor Jones “[Deggle and I] bastardized the name to Calf. Fatted? Golden? Time will tell.” (Grimus 211). Essendo il gioco di parole basato da un lato sull’omofonia tra Calf e Qâf (il risultato di un processo di traduzione dall’arabo all’inglese, e il gioco di parole interlinguistico sarà ampiamente sviluppato da Rushdie nei romanzi successivi) e dall’altro su due collocazioni di "calf", esso non si presta a una traduzione “trasparente” in italiano. Alla possibilità di ricorrere a una nota a piè di pagina (procedura a cui non si è voluto fare ricorso) si è voluto contrapporre una generale “rinominazione”. Chiamando l’isola, e la montagna, “Cappa” si propone un meccanismo di semplificazione traduttiva della lettera dell’alfabeto arabo rispetto all’alfabeto italiano, dove tra l’altro, essendo la lettera K di derivazione straniera, è incerta la grafia. Si attua quindi uno spostamento dal piano fonetico a quello grafemico, rafforzando con questo anche il legame tra il nome dell’isola e della montagna e quello della città degli immortali, K.[2] Venendo a cadere la possibilità di costruire un gioco di parole con le collocazioni “vitello grasso” e “vitello d’oro”, si è fatto ricorso a due collocazioni di “cappa”, nell’accezione di “copertura”: “[io e Deggle] abbiamo imbastardito il nome in Cappa. Di piombo? O del cielo? Ai posteri l’ardua.” La frase troncata posta in chiusura di paragrafo, tratta dal poema Il Cinque Maggio di Alessandro Manzoni e che ha assunto un valore proverbiale in italiano, oltre a riflettere il carattere proverbiale di “time will tell”, riproduce una caratteristica stilistica del romanzo, e si lega a un altro “sistema” di giochi linguistici. Da un lato, infatti, la si può vedere come “compensazione” della frase detta dallo Sciamano Axona ad Aquila Migrante “Always thought you more sinned against and so forth”, una troncatura del detto “A man more sinned against than sinning”,[3] che non ha una corrispondente frase proverbiale in italiano ed è stata quindi tradotta per esteso; dall’altro, costituisce un'allusione indiretta al “sistema” di rimandi “napoleonici” instaurato tra Napoleone O’Ritt, l’Elbaroom, e il palindromo “Able was I ere I saw Elba”.
Anche il nome del bordello in cui lavora Florence Nightingale è frutto di un gioco di parole:
Quando Giocasta aveva
sostituito Liv nel ruolo di Madame del bordello cittadino, era stato Virgilio
Jones a suggerire l'ironico gioco di parole che ora gli dava il nome. Ma
nonostante lei facesse di tutto per mantenerla immacolata, la casa non
possedeva niente della sontuosa eleganza di graticci di ferro battuto che una
volta caratterizzava New Orleans e la famosa Casa del Sol Levante; e nemmeno
la Madame assomigliava in nulla alla tragica regina, moglie e madre del Rex
edipico, in nulla tranne che nel nome. In questo modo entrambi i termini del
gioco di parole erano in qualche misura troncati, e la Casa del Figliol
Levante aveva forgiato il proprio stile. |
When
Jocasta had replaced Liv as Madame of the town's brothel, it was Virgil Jones
who had suggested the ironic play on words that was now its name. But though
she insisted on keeping a spotless house, it possessed none of the expansive,
trellised, wrought-iron elegance of the city that New Orleans had once been;
nor did the Madame resemble the tragic queen, wife and mother to the oedipal
Rex, in any wise but their shared name. Thus both arms of the pun were
somewhat truncated, and the House of the Rising Son forged its own style. (Grimus 113) |
Si tratta di uno di quei casi in cui la narrazione di Rushdie si fa metalinguistica (cfr. commistione di generi e sperimentazione lingustica), dove cioè il testo non si limita a fornire al lettore degli indizi da interpretare ma dichiara la presenza del gioco di parole e/o dell'allusione e lo spiega. Vi è tuttavia una differenza tra il testo inglese e quello italiano, in quanto quest'ultimo esplicita non solo l'allusione presente nel nome della tenutaria del bordello, ma anche l'allusione al famoso bordello della città statunitense, che fornisce il titolo a The House of the Rising Sun, il "celebrated traditional lament"[4] reso celebre dalle versioni di Bob Dylan (1962) e degli Animals (1964). Il pun in inglese si basa sull'omofonia di "sun" e "son", in cui "rising son" svolge la funzione di allusione volgare al rapporto incestuoso tra Giocasta ed Edipo. Volendo mantenere nella traduzione il contesto esplicativo presente nell'originale diventa necessario esplicitare la relazione tra il nome del bordello della canzone e quello del romanzo, e ciò implica una "italianizzazione" di entrambi. Il titolo della canzone americana è probabilmente noto tanto ai potenziali lettori americani e inglesi quanto ai potenziali lettori italiani, ma probabilmente per questi ultimi si tratta di una stringa di parole dal significato oscuro dato che il testo della canzone è sicuramente poco noto.[5] Inoltre, essendo il titolo della canzone menzionato nel testo solo allusivamente attraverso la forma modificata "House of the Rising Son", il gioco di parole basato sull'omofonia rischia di diventare incomprensibile senza una adeguata conoscenza della lingua inglese. Per mantenere "entrambi i termini del gioco di parole" e allo stesso tempo utilizzare il sistema di significazione propri del testo tradotto, cioè i meccanismi morfonologici dell'italiano, la traduzione differisce dal testo inglese, presentando un rapporto diverso tra questi termini. Se da una parte il collegamento "rising son / Jocasta" è rispecchiato in quello "figliol levante / Giocasta", l'allusione al bordello di New Orleans è resa esplicita nel testo citandone il nome. Il riferimento al titolo della canzone che mediava l'allusione al nome del bordello passa in secondo piano nel testo italiano, in cui la traduzione letterale "Casa del sol levante" rende possibile il procedimento paronimico "sol / figliol".
Tra le prostitute che lavorano nella Casa del Figliol levante vi sono una cinese, Lee Min Kia, e un'indiana, Kamala Sutra. Entrambi i nomi sono evidentemente giochi di parole. Entrambi fanno leva sull'esotismo stereotipico di due nomi propri che identificano un'appartenenza geografica (Lee e Kamala) completati in modo da produrre un'effetto umoristico,[6] con un effetto analogo ai nomi corrispondenti nel testo inglese (Lee Kok Fook e Kamala Sutra).
Simili strategie di "ricreazione" del gioco di parole sono state utilizzate per altri giochi di parole volgari, come nel caso dei nomi dei generali russi:
E vicino all'insegna
qualcuno aveva scribacchiato una frase inesplicabile. Il giorno successivo,
senza dubbio, una nuova mano di biacca l'avrebbe coperta, ma stanotte era là,
a macchiare la candida purezza della casa di piacere. Benvenuto a Generali Rusi, diceva. Virgilio lesse la frase e mormorò tra sé e sé: - Alex è uscito, allora. - Cosa vuol dire? Chiese Aquila Migrante. - Uno scherzo infantile, disse Virgilio. Prodotto dalla mente di un bimbo. Aquila Migrante fu costretto a ripetere la domanda, dato che Virgilio
non sembrava intenzionato ad andare oltre. |
And by
the plate someone had scrawled an inexplicable phrase. Tomorrow, no doubt, a
new coat of whitewash would expunge it, but tonight it stood, blemishing the
whitewalled purity of the house of pleasure. A Rushian Generals Welcom, it said. Virgil saw the phrase and muttered to himself.- - Alex got out tonight, then. -What does it mean? asked Flapping Eagle. - Childish joke, said Virgil. Product of a child-mind. Flapping Eagle was forced to repeat his question, since Virgil offered no more. - The Russian Generals, said Virgil, are called Pissov, Sodov, Bugrov and Phukov. Childish. (Grimus 107) |
e per la traduzione dei nomi di alcuni personaggi, ad esempio Lunbrillo (Moonshy), che ritiene il richiamo al satellite (luna/moon) e all'alcolismo (brillo/moonshining), utilizzati in funzione di caratterizzazione. Simile il meccanismo utilizzato per la caratterizzazione di un altro personaggio, il servitore dei conti Cherkassov.
A Ivo Sporti piacevano moltissimo i giochi da tavolo; il
suo atletismo da poltrona gli aveva fatto guadagnare il titolo di Ivo lo
Sportivo. Questa predilezione lo rendeva il custode ideale di Alex. |
Norbert
Page loved indoor games; his armchair athleticism had earned him the title of
'Sports' Page. This love made him Alex's ideal guardian. (Grimus 116) |
Il cognome generico Page è interpretabile anche in funzione del suo significato come nome comune "pagina" (oltre che come "paggio" dei Cherkassov). Questo permette il gioco di parole che porta alla creazione del soprannome "Sports" Page, letteralmente "Pagina Sportiva". La traduzione italiana privilegia il gioco di parole sull'opportunità di mantenere inalterato il nome angolofono.
In altri casi dei giochi di parole presenti nell'originale non hanno un corrispettivo nella traduzione. È quanto accade con Ossesso Peckenpaw (One-Track Peckenpaw) nel cui nome rimane il riferimento al regista americano di film Western Sam L. Peckinpah (Goonetilleke 1998: 14) ma si perde il gioco di parole volgare determinato dall'omofonia con peck in paw, "cazzo in mano", oppure con Livia Cramm (Livia Cramm) gioco di parole con live 'ere cram "insaziabile" (Parameswaran 1994: 38). In quest'ultimo caso un'ulteriore restrizione a una traduzione non di "minimo cambiamento" è costituita dalla relazione tra i nomi di Livia Cramm e Liv Gonic (Liv Sylwan). Il nome di quest'ultima non può d'altra parte che essere tradotto in questo modo, cioè con il "minimo cambiamento" creato dalla trasposizione del nome "non tradotto" in un altro contesto linguistico, dato il suo significato simbolico. Nel capitolo Cinquantaquattro, l'unico ad avere come titolo la scrittura in lettere del corrispondente numero progressivo del capitolo, Grimus dichiara il legame numerologico tra la sua età eterna e il nome LIV, ovvero 54 in cifre romane.
La trasposizione di nomi "non tradotti" produce sempre un cambiamento di significato in quanto, se è vero che il significato linguistico è una funzione del contesto (cfr. Firth 1957) al mutare del contesto linguistico cambia anche il significato. Tale mutamento è ancora maggiore se le parole "non tradotte" sono soggette nel testo di partenza a un'interpretazione non univoca. Ad esempio, il nome della tribù di Aquila Migrante, Axona, può suggerire in italiano un'assonanza con un possibile neologismo “asciona" (grossa ascia) allo stesso modo in cui nel testo inglese la parola è interpretabile come un gioco di parole con il sintagma "Ax owner" (Parameswaran 1994: 38). Più complesso diventa il discorso per il nome del locale gestito da Flann Napoleone O'Ritt, che si chiama Elbaroom. Nel testo italiano si può cogliere l'allusione all'isola d'Elba, luogo dell'esilio del Napoleone personaggio storico, mentre nel testo inglesse si può ipotizzare un triplo gioco di parole: oltre a una parodia dell'"Impero di Napoleone" ("Napoleon's Empire", Grimus 123) Elbaroom rimanda al termine L-bar, a suggerire il bancone del saloon di una città di cowboy, e alla strettezza del locale, elbowroom, "spazio" (Goonetilleke 1998: 14).
In alcuni casi è il contesto narrativo a porre delle restrizioni alla traduzione, come per il gioco di parole Abissinia / Etiopia:
Andava e veniva dai suoi viaggi misteriosi,
gironzolando dentro e fuori la villa di Lidia Cramm sulla costa meridionale
della Morispania, e ogni volta che se ne andava salutava serioso con la mano
dicendo: Etiopia! Era un astruso gioco di parole a partire da Abissinia, che in inglese si pronuncia come I’ll be seeing you, "arrivederci", e ogni volta che veniva pronunciato bastava a mandare Aquila Migrante fuori dai gangheri. Etiopia. Etiopia. Etiopia. |
He
came and went his unknowable way, sauntering in and out of Mrs Cramm's villa
on the southern coast of Morispain, and every time he left, he would wave
unsmilingly and say: - Ethiopia! It was a complex and awful joke, arising from the archaic name of that closed, hidden, historical country (Abyssinia ... I'll be seeing you) and it drove Flapping Eagle out of his mind every time it was said. Ethiopia. Ethiopia. Ethiopia. (Grimus 28) |
In italiano il gioco di parole viene conservato anche se si esplicita che si riferisce a un pun fonetico della lingua inglese. Questa soluzione è motivata dalla riapparizione del gioco di parole più avanti nel romanzo, in cui esso svolge la funzione di elemento risolutivo che permette ad Aquila Migrante di vincere la Febbre Dimensionale.
Bastarono poche
domande da parte di Virgilio Jones e Aquila Migrante stava parlando di
Deggle, facendo menzione della parola 'Etiopia'. Nel momento in cui pronunciò
quella parola il rompicapo del Nara si dissolse. Perché quella era la chiave,
la via d'uscita. Etiopia … Abissinia … I'll be seeing you … Arrivederci. Bastava dire Arrivederci e il
rompicapo era risolto. |
A few
questions from Virgil Jones, and Flapping Eagle was talking about Deggle and
mentioned the word 'Ethiopia'. The instant he said the word, the Gorfs puzzle
dissolved. Because that was the key, the way out. Ethiopia ... Abyssinia ...
I'll be seeing you ... Goodbye. All he had to do was say Goodbye and the
puzzle was solved. (Grimus
79) |
Ai giochi di parole basati sulle ambiguità semantiche delle parole si aggiungono quelli basati sulle basati sulla manipolazione dei simboli grafici, come palindromi e anagrammi e rebus.
Era l'Elbaroom, sede
della comunità di bevitori di K, centrale informativa della cittadina. In
base ai suoi piani, avrebbero dovuto entrare, non solo per trovare un luogo
in cui stare, ma perché K vedesse Aquila Migrante; quindi avrebbero dovuto
incontrare il gestore. Il suo nome era O’Ritt. - Able was I ere I saw Elba, mormorò Virgilio Jones. Era il solo palindromo che riuscisse a ricordare, oltre alla lingua chiamata Malayalam. |
This was
the Elbaroom, home of the drinking community of K, centre of village
information. According to his plans, they would have to go in, not just to
find a place to stay, but to show Flapping Eagle to K; so they would have to
meet its keeper. His name was O'Toole. - Able was I ere I saw Elba, murmured Virgil Jones. Apart from the language called Malayalam, it was the only palindrome he could ever remember. (Grimus 108) |
Qui il palindromo, probabilmente il più famoso in lingua inglese,[7] introduce un elemento estremamente estraneante nel testo italiano. Per un lettore della traduzione non sufficientemente curioso da essere spinto alla ricerca del suo significato presso fonti esterne, questa frase rappresenta un enigma. Gli unici indizi per arrivare a una spiegazione del suo significato nella narrazione sono l'informazione che si tratta di un palindromo (come la lingua indiana Malayalam) e il rimando alla parola "Elbaroom", presente nel contesto immediato. Il ricorso a "traduzioni libere" e all'"italianizzazione" di alcuni nomi propri non significa d'altronde la soppressione di tutto quello che nel testo è "inglese". Così come il testo originale è un ipertesto scritto principalmente in inglese ma nel quale si innestano tracce di altre lingue e tradizioni culturali (a partire dal nome "Grimus"), il testo italiano incorpora anche elementi della lingua inglese, quali appunto il palindromo in questione, la parola "Elbaroom", o "Grimusland" ("Grimushome").[8] La presenza di parole o frasi sconosciute è d'altra parte costitutiva della narrativa di Rushdie, anche se non ancora presenti in Grimus nella stessa misura nella quale lo saranno nei romanzi successivi. All'osservazione che la natura multilingue dei suoi romanzi (unita alla vastità di riferimenti culturali altamente specifici alla cultura indiana e autobiografici) possa portare a un'eccessiva difficoltà di lettura, Rushdie contrappone il valore di arricchimento derivante dall'incontrare parole che non si conoscono. Rispondendo alla domanda se non teme che le parole o frasi "straniere" rendano incomprensibili i suoi romanzi, lo scrittore dice:
“No. I use them as flavoring. I mean, I can read books from America and I don't always get the slang. American writers always assume that the whole world speaks American, but actually the whole world does not speak American. And American Jewish writers put lots of Yiddish in their books and sometimes I don't know what they're saying. I've read books by writers like Philip Roth with people getting hit in the kishkes and I think, "What?!'' It's fun to read things when you don't know all the words. Even children love it. One of the things any great children's writer will tell you is that children like it if in books designed for their age group there is a vocabulary just slightly bigger than theirs. So they come up against weird words, and the weird words excite them. If you describe a small girl in a story as "loquacious," it works so much better than "talkative." And then some little girl will read the book and her sister will be shooting her mouth off and she will say to her sister, "Don't be so loquacious." It is a whole new weapon in her arsenal.[9]
Il palindromo, con la sua costruzione speculare, ha nel testo italiano una funzione "estetica" e allo stesso tempo stabilisce una relazione intertestuale con il tessuto allusivo a Napoleone / Elba.
Gli anagrammi non hanno invece una dimensione allusiva ma entrano in relazione con il sistema linguistico in quanto tale. Questo ha comportato nella maggioranza dei casi un'operazione relativamente semplice di sostituzione delle parole anagrammate in lingua inglese con altrettanti anagrammi degli equivalenti da dizionario in lingua italiana. La seguente tabella raggruppa le parole anagrammate nelle due lingue.
Testo italiano |
(anagramma di) |
Testo inglese |
(anagramma di) |
Nara |
rana |
Gorf |
frog |
Sopor |
rospo |
Dota |
toad |
Errat |
terra |
Thera |
earth |
Loes |
sole |
Nus |
sun |
Nirvesuo |
universo |
Nirveesu |
universe |
Alta Velia |
Via Lattea |
Yawy Klim |
Milky Way |
Ondinsieme |
dimensione |
Endimions[10] |
Dimension |
Gonic[11] |
cigno |
Sylwan |
swanly |
Quando invece di parole isolate nel testo è presente l'anagramma di un'intera frase, di ben 57 lettere, sono risultati notevoli i condizionamenti posti non solo alla traduzione delle frasi anagrammate ma anche al contesto nel quale esse sono inserite. Come notato precedentemente infatti (cfr. commistione di generi e sperimentazione linguistica) la frase anagrammata può essere vista come chiave di lettura del romanzo. Tutto il contesto che fornisce un'interpretazione delle frasi e un indizio per l'interpretazione del romanzo viene quindi sottoposto a un notevole cambiamento. L'unità di traduzione non è più ristretta a un massimo di una o due frasi, come solitamente avviene, ma è l'intero paragrafo.
Quest’ironia ha impedito ai Nara, per parecchi millenni, di rendersi conto di quanto avanzato fosse lo stato della loro cultura, dato che non avevano termini di paragone. Il risultato è stato una certa paranoia filosofica. Il supremo Signore del Gioco, Sopor stesso, così si espresse nelle famose Domande di Sopor: Siamo noi la specie meno intelligente dell’Ondinsieme? Una filosofia della disperazione: chi è unico è al tempo stesso il più grande e il più piccolo. Il Nara di cui parliamo ora, quello che sorvegliava avidamente la salita di Aquila Migrante e del signor Virgilio Jones, era particolarmente orgoglioso del suo Ordinamento di quest’ultima e più famosa delle Domande. L’aveva alterata in modo da trasformarla in una domanda molto diversa, cioè: La mente teme le molli noie? L'espansione indicò disegni. Si tratta di un uso perfetto dell’Anagrammatica. Non solo infatti contiene tutte le lettere della Somma Domanda e solo quelle lettere, ma arricchisce la domanda ponendola in prospettiva, introducendo il concetto sottostante del rapporto della mente con il tedio dell’esistenza e additando la soluzione dell’enigma. La risposta alla domanda sta proprio nella capacità di poterla formulare. L’espansione, ovvero l’inesauribile deposito di memoria posto all’interno di ogni Nara e che da accesso al sapere complessivo dell’intera Specie, è la facoltà che presiede agli Ordinamenti, i supremi disegni. | This irony prevented the Gorfs, for several millennia, from being able to determine how advanced a culture they actually were, having no standards of measurement. The result was a certain philosophical paranoia. The supreme Master of the Game, Dota himself, asked in the celebrated Questions of Dota: And are we actually to be the least intelligent race in our Endimions? - a philosophy of despair: he who is unique is both largest and smallest. Our own Gorf, the one now eagerly over-seeing the progress of Flapping Eagle and Mr Virgil Jones, took especial pride in his Ordering of this last and most famous of the Questions. He had altered it to make quite a different question, thus: Determine how catalytic an elite is; use our talent and learning-lobe. This a perfect use of Anagrammar; for not only does it Contain all the letters of the Chiefest Question and only those letters, but moreover, it enriches the Question itself, adding to it the concept of elitism and its desirability, the concept of catalysis and its origins, and instructions about how the question is to be answered. 'Talent' to the Gorfs means only one thing: skill at Ordering. Thus the very skill that caused the Chiefest Question to be asked must be used in its solution, with the aid of the 'Learning-lobe', that inexhaustible memory-vault locked within each Gorf, giving the Species absolute recall of anything that has ever befallen any Gorf. (Grimus 65) |
A una simile strategia si è fatto ricorso per l’"Osso di K". Si tratta di un rebus piuttosto astruso, che serve a Rushdie per far procedere il viaggio di Aquila Migrante all’interno della propria immaginazione. La pronuncia della lettera K, /kei/, unita a Os, greco per Osso / Bone produrrebbe infatti la parola Caos, cioè una turbolenza imprevista che permette ad Aquila Migrante di avere la meglio sul proprio doppio. Si tratta sicuramente di uno tra i passaggi più forzati del romanzo, come nota anche Parameswaran (1994: 38), e d’altra parte di un passaggio narrativamente rilevante. Nel testo italiano si è scelto di modificare il contesto nel quale è inserito, adattando leggermente l’episodio per giustificare il nuovo gioco di parole. Il risultato non è forse eccessivamente esaltante, ma rispecchia in questo il testo inglese.
La sua mano destra si
chiuse su un oggetto duro e arrotondato. Lo tirò fuori, sorpreso. Era l'Osso di K. Lo stesso Osso che
Uccello-Cane gli aveva lanciato prima di scomparire nella propria galleria. […] Aquila Migrante lanciò l'Osso, con un movimento unico, fluido, come se stesse lanciando un grande dardo sproporzionato. Colpì il fucile nel punto in cui la mano del suo nemico lo stringeva. Un grido di dolore e il fucile cadde al suolo. E anche l'Osso, spezzandosi a metà e poi ancora in due parti che ricaddero vicine a terra, con risultati che gelarono i movimenti sia di Aquila Migrante che del suo alter ego. Fu solo in seguito che Virgilio Jones decodificò per Aquila Migrante il significato segreto di quel nome. Era un rebus la cui chiave stava nel suono del suo nome segreto: Un luogo, K. E un osso. Spezzandoli a metà si ottiene “ca” e “os”. Insieme, Caos. In quel momento Aquila Migrante vide solo il terrificante effetto della rottura dell'Osso. Dal pavimento su cui erano cadute e si erano ricomposte le schegge dell’osso di K si alzò una nube roteante di frammenti, avvolgendo nella nebbia il centro dell'arena di combattimento. Il fucile scomparve completamente. Semplicemente cessò di esistere. E così fu anche per tutto il resto. Rimase soltanto un buco. Un turbolento scompiglio nella struttura della dimensione. Caos. |
His right
hand closed over a hard, rounded object. He pulled it out, wondering. It was
the Bone off! The very same Bone that Bird-Dog had flung to him before she
disappeared down the tunnel of herself. […] Flapping Eagle hurled the Bone, in a single, fluid movement, like throwing a large, ungainly dart. It hit the rifle at the point where his enemy's hand gripped it. A shriek of pain and the rifle fell to the floor. So did the Bone; it shattered, with results that froze both Flapping Eagle and his alter ego in their tracks. It was only afterwards that Virgil Jones decoded for Flapping Eagle the secret meaning of the name. It was a cypher whose key was the sound of its secret name: Os, a bone. K, a place. Hence K-os, the Bone of K. Or, alternatively: Chaos. At the time Flapping Eagle saw only the terrifying effect of the breaking of the Bone. The shards and splinters rose like a spinning mist from the floor where they shattered and formed a cloud in the centre of the arena of combat. The rifle disappeared completely. It simply ceased to be. So did everything else. What was left was a hole. A turbulent disarrangement in the structure of the dimension. Chaos. |
[1] L'allusione è rafforzata anche da un riferimento alla fisionomia di Florence: "Giacevano a letto, un becchino dal nome greco e una puttana dal volto greco." Rimane peraltro oscuro il riferimento, presente nel testo inglese, a Virgil come nome greco.
[2] Questa lettera si presta, come si è visto (cfr. struttura e rimandi intertestuali), ad almeno due possibili interpretazioni. Potrebbe trattarsi di un'allusione alla pietra sacra della religione islamica (Ahmedi 1997: 75) oppure al personaggio dei romanzi di Kafka (Brennan 1989: 74).
[3] La frase viene riproposta nella sua interezza in un punto successivo del romanzo, quando Elfrida Gribb la pronuncia sulla tomba del marito.
[4] Cfr. Chris Rollason, "Tangled
Up In Blue and the Never-Ending Search, Part One". [online]
http://www.geocities.com/Athens/Oracle/6752/rollason.html.
[5] Di questa canzone esiste anche una versione italiana dal titolo "Non dite a mia madre" incisa da Riki Maiocchi nella metà degli anni '60 (Ceri e De Pascale 1993: 96), probabilmente sconosciuta ai più. L'utilizzo di questa "traduzione" all'interno del testo italiano certamente mancherebbe di coerenza contestuale.
[6] Si pensi alla serie di "freddure" sul motivo: "come si chiama il / la più grande [mestiere] [aggettivo di nazionalità]". Ad esempio, sempre per rimanere nell'ambito della prostituzione, "la più grande prostituta" greca (Mika Teledogratis), russa (Vagina Seminova) e americana (Calatemy Jeans). Cfr. "Le barzellette più belle" [online] http://utenti.tripod.it/yep71/barz.htm.
[7] La frase significa letteralmente "Capace ero io prima di vedere Elba"ed è attribuita a Napoleone alla vista dell'isola d'Elba, ed è probabilmente il più noto palindromo in lingua inglese (cfr. LINGUIST List: Vol-6-650. Mon 08 May 1995. ISSN: 1068-4875. Lines: 332. Subject: 6.650, Sum: Palindromes [online] http://www.ai.univie.ac.at/archives/Linguist/Vol-6-0600-0699/0059.html).
[8] Si tratta del nome dell'abitazione di Grimus. Nella traduzione il vocabolo di formazione inglese sfrutta un meccanismo diventato produttivo in lingua italiana, in base al quale "land" è percepito più come prefisso che connota una specie di "parco dei divertimenti" (sulla scorta di Disneyland, Gardaland, Acqualand, ecc.) che come parola inglese col significato di "terra".
[9] Da "The SALON Interview:
Salman Rushdie". Salon [online] http://www.salon.com.
[10] In inglese il termine, benchè presenti il suffisso pluralizzante è usato anche al singolare. Vi si può cogliere un'assonananza con il mito greco di Endimione, il pastore che viene fatto dormire perché la sua bellezza rimanesse intatta. Endimion è anche il titolo della raccolta poetica di Keats.
[11] Gonic / Swanly è il cognome da nubile di Liv. Cfr. Parameswaran (1994: 38).