Dall'ipotesto all'ipertesto |
L'analisi di concordanze parallele a partire dai testi "originali" può essere (cfr. il corpus allineato come aiuto alla traduzione) una risorsa di notevole utilità durante l'attività di traduzione. Un corpus parallelo allineato, la cui componente ipotestuale (i testi "originali" o "di partenza") sia rapportabile al testo che viene tradotto costituisce un'"opera di consultazione" particolarmente "mirata" in quanto le equivalenze rinvenibili in esso sono preselezionate dalla composizione del corpus stesso. Le equivalenze create da Capriolo e Mantovani durante la traduzione dei romanzi di Rushdie costituiscono un'indicazione attendibile delle aspettative linguistiche e testuali relative a un testo di Rushdie tradotto in italiano.
In questa sezione si descrivono alcune ricerche effettuate nel Corpus Parallelo Rushdie allineato che hanno avuto origine durante la traduzione di Grimus, ma naturalmente le domande a cui un corpus parallelo può aiutare a fornire una risposta possono trarre spunto da "punti problematici" individuati a livello teorico piuttosto che durante la pratica della traduzione. Gli esempi illustrati di seguito (cfr. anche sezione dall'ipertesto all'ipotesto) rappresentano solo alcune tra le diverse possibilità offerte da un'analisi delle concordanze a partire da un corpus parallelo allineato. Lo scopo di questi esempi è soprattutto quello di fornire delle indicazioni metodologiche replicabili in altri contesti piuttosto che di fornire una descrizione esaustiva dei fenomeni linguistici analizzati.
Per identificare delle regolarità nell'uso di procedure utilizzate per la traduzione di determinati elementi testuali è necessario innanzitutto individuare delle categorie di elementi. Tali categorie possono essere costituite sia da parole singole che da contesti determinati dalla co-occorrenza di più parole.[1]
Un primo esempio è costituito dall'analisi di parole la cui estensione semantica in lingua A (in questo caso l'inglese) copra gli ambiti definiti da diversi termini nella lingua B (in questo caso l'italiano). Una parola come edge (edges), non ha ad esempio un preciso e univoco corrispondente lessicale nei dizionari bilingui, ed esemplifica il rapporto "da uno a molti", o di "equivalenza facoltativa", uno dei quattro tipi di equivalenza lessicale identificati da Kade (1968).[2] Una ricerca di "edge\edges" sul CPR allineato genera 101 concordanze (cfr. concordanza di "edge/edges"). Tutti i diversi possibili equivalenti lessicali elencati in un buon dizionario bilingue (ad esempio il dizionario Inglese-Italiano Sansoni) sono compresi tra quelli presenti nel corpus, che ne presenta una numero superiore: oltre a "orlo", "bordo", "margine", "limite", "confine", "spigolo", "limitare", e "grinta" (in senso figurato), troviamo "estremo", "punte" (d'isteria), "parte" e "fendente" (di un oggetto affilato e tondeggiante) "riva" e "battigia" (water's edge), e diversi costrutti idiomatici ("nervi a fior di pelle", every nerve on edge; "attutire", take the edge off; "trascinare via", to edge away).
Ordinando le concordanze in base alle parole che costituiscono il contesto della parola cercata si possono identificare delle costruzioni ricorrenti. Un ordinamento basato sulle parole alla sinistra di edge/edges (prima, secondo e terza parola in ordine successivo) evidenzia come, oltre a manifestare una preferenza per determinate collocazioni lessicali (cutting edge, rough edge, very edge, water's edge) questa parola compaia solitamente all'interno di sintagmi preposizionali ([along/around/at/in/off/on/over/to] the [edge/edges]). Due tra questi sintagmi preposizionali (around the edges e at the edges) sono sembrati particolarmente interessanti, in quanto nelle traduzioni sembra manifestarsi una preferenza per una procedura di "non traduzione". In 3 su 4 occorrenze di "around the edges" nessun equivalente diretto di "edges" è presente nella traduzione:
biting
the skin around the edges of a
nail |
mordicchiandosi la pelle attorno all'unghia |
around the edges of Gibreel Farishta's head |
intorno alla testa di Gibreel Farishta |
around the edges of the circus-ring |
intorno alla pista da circo |
Lo stesso avviene per 5 occorrenze su 16 di "at the edges":
and there
was a fluidity, an indistinctiness, at
the edges of them |
vicinissime a l'oro c'erano una fluidità e un'indeterminatezza |
|
the
horses grew fuzzy at the edges |
i cavalli diventavano sempre più sfocati |
|
blurred at the edges, my father … |
con la mente annebbiata, mio padre … |
|
looking
somewhat ragged at the edges |
con l'aria di un uomo distrutto |
|
Mrs
Qureishi, too, was beginning to fray at
the edges |
anche Mrs Qureishi si stava consumando |
|
In entrambi i casi il termine è riferito ai contorni, reali o immaginari di esseri viventi. Un'"equivalenza nulla" di questo tipo non è chiaramente registrata nei dizionari, e può essere derivata solamente dall'osservazione diretta delle procedure di traduzione in un corpus parallelo.
Un corpus parallelo
allineato composto da testi prodotti da diversi traduttori a partire da opere
di uno stesso autore permette anche di analizzare le preferenze stilistiche dei
traduttori. In particolare è possibile vedere se i diversi traduttori ricorrono
in modo regolare, consapevolmente o meno, a determinati patterns di equivalenza. È possibile ad esempio vedere come i due
diversi traduttori rappresentati nel CPR
hanno tradotto determinate espressioni che indicano approssimazione, come a sort of, a kind of a, something of a.
Consultando le concordanze parallele delle
nove occorrenze di something of a,
si può avere un'idea del tipo di patterns
presenti nel testo.
Consultando anche i dati
relativi alle occorrenze di a sort of
(51) e a kind of (82) si ottengono i
dati presentati nella tabella riguardante la
traduzione delle espressioni di indeterminatezza da parte dei due traduttori.
Come si può vedere le tre espressioni sono tradotte nel loro complesso in
massima parte con "una sorta di" e "una specie di". I dati
suddivisi in base ai traduttori sono così riassumibili:
Preferenze
stilistiche dei traduttori
|
Capriolo |
Percentuale sul totale |
Mantovani |
Percentuale sul totale |
Una sorta
di |
72 |
69,9 % |
4 |
10,2 % |
Una specie di |
10 |
9,7 % |
30 |
76,9 % |
Altro |
21 |
20,3 % |
5 |
12,8 % |
Totale |
103 |
100 % |
39 |
100 % |
Come si vede dalle
percentuali relative per ciascun traduttore, a parità di condizioni (è quasi
sempre possibile tradurre uno qualsiasi dei tre sintagmi inglesi con qualsiasi
delle diverse espressioni italiane), Capriolo sembra manifestare un'accentuata
preferenza per "una sorta di", mentre Mantovani per "una specie
di". Per entrambi i traduttori questa preferenze stilistica si manifesta
in circa i 2/3 dei casi.
Oltre che per parole o sintagmi un corpus parallelo allineato può essere consultato tramite la ricerca di particolari contesti identificati dalla co-occorrenza di più parole. Durante la traduzione di Grimus, ad esempio, si è notato come i dialoghi e le istanze di discorse indiretto siano spesso precedute o seguite da un verbo di enunciazione come say, speak o, più raramente, tell modificati da un avverbio modale in posizione immediatamente successiva o nel raggio di alcune parole. Per qualificare il tono della voce o l'atteggiamento del parlante il testo utilizza inoltre verbi che sottolineano un movimento del corpo come shrug o pout o esprimono uno stato d'animo come marvel, spesso in assenza di un verbo di enunciazione. Questa caratteristica del testo inglese è parsa meritevole successivamente di un'analisi tramite il CPR allineato.
Una prima ricerca esplorativa ha constatato 1.563 occorrenze della forma said e di 1.608 occorrenze cumulativamente per le forme "equivalenti" italiane disse/dissi/dissero.[3] Questo sembrerebbe indicare ancora una volta che i traduttori hanno attuato una forma di semplificazione lessicale, utilizzando uno stesso lemma (dire) per tradurre una varietà presumibilmente superiore di "equivalenti" inglesi. Per restringere il numero delle concordanze in modo da renderlo più agevole all'analisi manuale e maggiormente significativo (eliminando cioè il maggior numero possibile di citazioni non rilevanti) il criterio di ricerca è stato modificato in modo da includere nell'output le occorrenze di said solamente se in presenza di un avverbio (identificato attraverso la stringa di ricerca "*ly") nelle immediate vicinanze (nel raggio di 3 parole di contesto). La ricerca, allargata anche ad includere le occorrenze di spoke e told nello stesso contesto, ha generato 227 concordanze, di cui 179 contenenti la parola said,[4] 25 contenenti la parola told e 23 contenenti la parola spoke.[5]
Questo elenco propone una sintesi dei dati ottenuti, raggruppando le strutture utilizzate per tradurre i contesti cercati e proponendo per ciascuno alcuni esempi
Sintetizzando, si possono ravvisare quattro principali raggruppamenti:
1) avverbi in *mente (circa la metà),
2) con/in tono/voce/aria
3) aggettivo riferito al soggetto dell'enunciazione
4) con + aggettivo
Per verificare si vi siano delle regolarità apprezzabili nella distribuzione delle possibili traduzioni è possibile consultare la tabella che riassume i dati relativi ai 38 avverbi che ricorrono nel contesto immediato di said/spoke/told con frequenza superiore a due, :
Come si può vedere, circa un terzo dei casi il contesto determinato da "said + avverbio in *ly" è tradotto con "disse + avv. in *mente", circa un quarto con "con + sost. astratto", circa un quinto con "in/con voce/tono + aggettivo", circa un undicesimo con "aggettivo attribuito al soggetto dell'enunciazione" e circa un ventesimo in altro modo. Quasi tutti gli avverbi inglesi sono tradotti In Italiano secondo più di uno dei modi possibili, senza apparentemente rispondere a nessun tipo di regolarità, se non quella data dalle somme complessive.
Si è inoltre accennato ad alcune forme verbali inglesi che commentano un discorso indiretto indicando un'espressione o un movimento del corpo lasciando implicita la l'azione di verbalizzazione. Come si vede negli esempi che seguono, relativi ai verbi pout e shrug, nelle traduzioni italiane la verbalizzazione è invece espressa esplicitamente attraverso il verbo “dire”:
'But now it is Miss World competition,' pouted Nadia |
"Ma ora si tratta di
concorrere all'elezione di Miss Mondo" disse Nadia facendo il broncio |
'Wonderful,' Naseem pouted. 'So now I must find a new
doctor |
"Magnifico!" disse Naseem imbronciata. "Così
ora dovrò trovarmi un nuovo medico |
One more high-rise, one less piece of old Bombay,' she shrugged |
Un grattacielo in più, un
pezzo della vecchia Bombay in meno" disse
con una scrollata di spalle |
'Okay, okay,' Evie shrugged,
'Get in the saddle and lessee whatchou're made of |
Okay, okay." disse alzando le spalle. "Monta
in sella e vediamo cosa combini |
'So I'm Jewish ,' she
shrugged |
"E va bene, sono ebrea" ribatté lei alzando le spalle |
In particolare, nel corpus compaiono 12 occorrenze di "shrugged" in contesti simili a quelli descritti e con la medesima funzione testuale. 8 di queste occorrenze sono tradotte con "disse alzando le spalle", "disse scrollando le spalle" o consimili varianti, mentre le restanti 4 occorrenze rispecchiano più da vicino la struttura formale dei segmenti inglesi:
"Well, anyhow,' the voluptuous 'Mary the Copt' shrugged,
'name or no name, we want you to start acting like him.' |
"Be', comunque" la voluttuosa "Maria la Copta"
alzò le spalle, "nome o non nome, vogliamo che tu cominci a
comportarti come lui." |
'Why not, after all,' he shrugged. |
"Perché no, in fondo"
alzò le spalle. |
'Well, in that case,' Panikkar shrugged, making as if to
leave |
"Be', in tal
caso." Panikir alzò le spalle,
e fece per andarsene. |
'God knows what you women are,' he
shrugged |
"Dio sa che razza di
donne siete", e si strinse nelle
spalle. |
Come si è detto in precedenza, i dati relativi a fenomeni linguistici rilevati nei testi tradotti acquistano particolare significato se interpretati a confronto con testi prodotti originariamente nella lingua verso cui si traduce. Ad esempio, una ricerca di contesti selezionati dalla co-ocorrenza delle parole "alz*" e "spall*" e "scroll*" e "spall*" nel corpus di riferimento italiano ha prodotto 9 citazioni rilevanti. In 4 di questi casi si trova la costruzione "alzare le spalle" seguita o preceduta dal verbo "dire" (o consimili), mentre negli altri 5 casi è soltanto questa costruzione a introdurre il discorso diretto. A differenza di quanto avviene nelle traduzioni, però, "alzare le spalle" introduce piuttosto che seguire un discorso diretto, come si vede nei due esempi che seguono:
- Tutti i peccati? - io gli dissi. - Anche ammazzare?
Si strinse nelle spalle: - Ammazzare adesso non mi conviene e non
mi serve. (I. Calvino, Il visconte dimezzato) |
Lei alzò le spalle, senza guardarlo: "Chissà? Può darsi invece che cominci davvero a rendersi conto che non può continuare cosí..." (G. Manfredi, Magia rossa) |
I dati sono chiaramente troppo limitati per trarre alcuna conclusione definitiva, ma, se confermati da ricerche condotte su un maggiore numero di elementi appartenenti alla classe individuata (ad esempio anche verbi come pout, marvel, e possibili altri) e confrontati con i risultati derivanti da corpora di riferimento costruiti in base a criteri più rigorosi di quanto è stato possibile fare nell'ambito del presente studio, indicherebbero la presenza di una caratteristica dei testi tradotti che si pone a metà strada tra la strutture di testi originali inglesi e quella di testi originali italiani. Questa struttura manifesta chiaramente l'influenza della lingua da cui si traduce, in accordo con la "legge dell'interferenza" postulata da Toury (1995).[6]
Gli esempi discussi in queste sezione sono stati individuati a partire dalla componente "ipotestuale" del corpus. Nella sezione successiva si adotta invece un approccio retrospettivo, e si offrono alcuni esempi di ricerche che partono da caratteristiche della lingua delle traduzioni piuttosto che dei testi "originali".
[1] Il termine "parola" deve in questo contesto essere inteso come sinonimo di "espressione regolare" (cfr. il corpus allineato come aiuto alla traduzione) Una "parola" può quindi contenere "caratteri jolly" come "?" (qualsiasi carattere) o "*" (qualsiasi quantità di qualsiasi carattere).
[2] Gli altri tipi di equivalenza identificati dallo studioso tedesco sono "equivalenza totale" (da uno a uno), "equivalenza approssimativa" (da uno a parte) e "equivalenza zero" (da uno a niente), cfr. Snell-Hornby 1988: 20, Shuttleworth e Cowie 1997: 50.
[3] Le forme "dissi", "dicesti" e "dicemmo" non sono registrate nel CPR. Bisogna inoltre considerare che il simple past inglese può essere tradotto con tempi verbali oltre al passato remoto (ad esempio il passato prossimo che utilizza il participio passato "detto") e che la parola "said" può comparire anche in tempi verbali composti in qualità di past participle.
[4] Per converso, una ricerca per la co-ocorrenza di "diss*" e "*mente" nel raggio di 3 parole ad ambo i lati ha generato 101 citazioni.
[5] A questa cifra si è arrivati dopo aver eliminato manualmente le citazioni non rilevanti, come ad esempio quelle richiamate dalla parola family).
[6] "In translation, phenomena
pertaining to the make up of the source text tend to be transferred to the
target text" (Toury 1995: 275).