Le note e i glossari |
Se è vero che nelle recensioni il traduttore spesso non viene nemmeno menzionato, "come se l'autore avesse scritto direttamente in tutte le lingue del globo",[1] e che spesso motivo di lode per i critici è la capacità del traduttore di rendersi "invisibile" nel testo (cfr. Venuti 1995), è vero anche che la presenza del traduttore tra le pagine di una traduzione difficilmente può essere negata. Come osserva Hermans,
The Translator's discorsive presence in
the translated text becomes discernible in certain cases, e.g. when the pragmatic
displacement resulting from translation requires paratextual intervention for
the benefit of the Implied Reader of the translated text; when self-reflexive
references to the medium of communication itself are involved; when 'contextual
overdetermination' leaves no other option. (Hermans
1996: 23)
Le note a piè di pagina rappresentano la manifestazione più evidente della presenza del traduttore nel testo, che confina però in questo modo il suo intervento a un territorio esterno alla narrazione.
La tabella note e glossari riassume la situazione rispetto all'intero corpus delle traduzioni italiane dei testi narrativi di Rushdie.
Le numerose note de I figli della mezzanotte sono essenzialmente di tre tipi, e riflettono le "condizioni favorevoli" individuate da Hermans (1995).
Un primo tipo di note, in corrispondenza di elementi linguistici di natura "autoreferenziale" (cfr. idiomaticità linguistica e culturale) sono quelle che vengono utilizzate per spiegare dei giochi di parole del testo inglese, ad esempio (a):
Destroying
flowers with a Daisy, she served notice that she was not to be manacled, not
even by a necklace: she was our capricious, whirligig Lill-of-the-Hill. And
also Eve. The Adam's-apple of my eye. (Midnight's
Children) |
Distruggendo quei fiori con una Daisy,
comunicava in pratica che non si sarebbe lasciata impastoiare da niente,
neanche da una collana: era la nostra capricciosa turbinosa
Lillina-della-Collina. Era anche Eva. Il pomo d'Adamo dei miei occhi.[nota]
------------------ [nota]
In inglese Adam's apple of my eye, gioco di
parole tra Adam's apple, pomo d'Adamo, e apple of my eye, pupilla dei miei
occhi. (N.d.t.) |
Un secondo tipo di note si ha in corrispondenza di riferimenti culturali che il traduttore ritiene opportuno rendere espliciti ai lettori italiani, ad esempio (b):
Dodson
mops his face; urchins scatter; the car knocks over the spittoon. A dark red
fluid with clots in it like blood congeals like a red hand in the dust of the
street and points accusingly at the retreating power of the Raj. (Midnight's
Children) |
Dodson
si deterge il viso; i monelli si sparpagliano; l'auto rovescia la
sputacchiera. Un fluido rosso scuro, pieno di grumi come il sangue, si
congela come una mano rossa nella polvere della strada, puntando un dito
accusatore verso il potere in ritirata del Raj.[nota] ---------------------- [nota]
Lett. regno. Il dominio britannico in India. (N.d.t.) |
Infine, le note più frequenti sono quelle che riportano il significato di parole "indiane". Ad esempio (c):
In
the Muslim muhallas or neighbourhoods which clustered around Chandni Chowk,
people were content to look inwards into the screened-off courtyards of their
lives; to roll chick-blinds down over their windows and verandahs. (Midnight's Children) |
Nei
muhalla musulmani,[nota] cioè nei quartieri attorno a Chandni Chowk, la gente
si accontentava di guardare i cortili cintati delle loro esistenze; di
abbassare tapparelle di stecche di bambù sulle proprie finestre e
verande. -------------- [nota] Quartiere, rione. (N.d.t.) |
Il diverso carattere delle note si può vedere non soltanto in relazione alla tipologia appena descritta, ma anche in relazione al rapporto intercorrente tra corpo del testo e contenuto delle note. In altre parole, quali sarebbero le conseguenze sulla comprensione del testo se le note venissero tolte? È chiaro che, per quanto riguarda le note relative a giochi di parole, verrebbe meno un'importante dimensione di significato. La polisemia della parola apple (esempio a) in inglese non ha un corrispettivo in italiano, e l'inciso del narratore diventerebbe meno comprensibile, pur senza compromettere lo sviluppo narrativo.
Diverso è invece il discorso riguardo agli altri tipi di note, che non sono motivate dalla differenza linguistica tra italiano e inglese ma dall'intenzione di fornire al lettore italiano delle spiegazioni relativamente al contesto culturale a cui determinate parole rimandano. Queste note presuppongono che il lettore del testo tradotto, a differenza del lettore del testo inglese, non sia in grado di decodificare altrimenti i riferimenti culturali esplicitati in esse. Se questo può forse essere vero per quanto riguarda i riferimenti a fatti, luoghi e persone appartenenti alla cultura anglosassone (l'utilizzo di una nota presuppone che al "lettore medio" italiano possa essere sconosciuto il significato della parola Raj che però probabilmente nemmeno tutti i lettori di lingua inglese conoscono) non è così per quanto riguarda le note (e il glossario) apposte in corrispondenza delle parole "indiane". La scrittura di Rushdie è una scrittura "traduttiva estraneante" e il lettore ideale costruito dal testo inglese è in primo luogo un lettore di cultura occidentale (cfr. il lettore ideale dei romanzi di Rushdie). Rushdie introduce consapevolmente dei riferimenti e delle allusioni a una cultura altra, quella indiana/orientale, ma normalmente il significato di tali termini è reso comprensibile anche al lettore occidentale "monoculturale" o dal contesto della narrazione o attraverso glosse esplicative inserite nel testo. Le note apposte alla traduzione italiana hanno quindi spesso l'effetto di duplicare informazioni già presenti nel testo, come per quanto riguarda la nota sulla parola "muhalla" (esempio c), la nota che spiega che il "tamburo dugdugee" è "un piccolo tamburo", o la nota sulla parola "khansama" nell'esempio (d) che segue:
So
let me obfuscate no further: I, Saleem Sinai, possessor of the most
delicately-gifted olfactory organ in history, have dedicated my latter days to
the large-wale preparation of condiments. But now, 'A cook?' "you gasp in horror, 'A khansama
merely? How is it possible?'
"And, I grant, such mastery of the multiple gifts of cookery and
language is rare indeed; yet I possess it. (Midnight's
Children) |
Smettiamola
quindi di tergiversare: io, Saleem Sinai, che posseggo l'organo olfattivo più
delicato di tutta la storia, ho dedicato i miei ultimi giorni alla
preparazione in grande di condimenti. Ma come? "Un cuoco?" boccheggiate
voi inorriditi. "Un semplice khansama?[nota] Come è possibile?" Sì, lo ammetto, una tale padronanza
delle complesse arti della cucina e del linguaggio è effettivamente rara; e
tuttavia io la posseggo. ---------------- [nota]Addetto
alla cucina e alla dispensa. (N.d.t.)
|
Nei successivi romanzi tradotti da Capriolo (La vergogna, I versi satanici, Harun e il mar delle storie) è presente una sola nota a piè di pagina per ciascun romanzo. Ne La vergogna si tratta della traduzione di una voce di vocabolario, come si vede nell'esempio (e) che segue:
The anti-myths
of gravity and of belonging bear the same name: flight. Migration, n.,
moving, for instance in flight, from one place to another. To fly and to flee: both are ways of
seeking freedom ... an odd thing about gravity, incidentally, is that while
it remains uncomprehended everybody seems to find it easy to comprehend the
notion of its theoretical counter-force: anti-gravity. (The Satanic Verses) |
Gli anti-miti rispetto alla gravità e
all'inserimento hanno lo stesso nome: flight.[nota]
Migrare, v. , trasferirsi, per esempio in fuga, da un luogo all 'altro. Volare e fuggire: due modi di cercare la verità.
.. e un aspetto curioso della gravità, tra parentesi, è che, pur essendo
ancora inspiegabile, tutti sembrano comprendere con estrema facilità il
concetto della sue controforza teorica, l'antigravità. -------------- [nota]flight, volo e anche fuga. (N.d.t.) |
Ne I versi satanici della traduzione letterale di una filastrocca infantile (esempio f):
Ip-dip-sky-blue
who's-there-not-you not-because-you're-dirty not-because-you're-clean, and here,
he was sure, one of the boys, a grave eleven-year-old with outsize eyes,
stared straight at him: my-mother-says you're-the-fairy-queen. (The Satanic Verses) |
Ip-dip-sky-blue
who's-there-not-you not-because-you're-dirty not-because-you'-re-clean, e a
questo punto, ne era sicuro, uno dei ragazzi, un undicenne dall'aria seria e
con occhi enormi, lo guardò fisso: my-mother-says You're-th efairy-queen.[nota] ------------ [nota] Ip-dip-cielo-blu
chi-è-lì-non-sei-tu non-perché-tu-sei-sporco non-perché-tu-sei-pulito ...
dice-la-mia-mamma tu-sei-la-regina-delle fate. (N. d. T.) |
In Harun e il mar delle storie della spiegazione del doppio senso del sintagma "dark horse" (esempio g):
They were
riding what looked like large, dark sea-horses, which seemed to be just as
puzzled by the Earth boy's presence as their riders. 'For information only,' Butt
the Hoopoe revealed, 'these dark horses are machines also. But a dark horse,
as is well known, is unreliable, and not to be trusted.' |
Erano in groppa
a quelli che sembravano enormi cavalli marini scuri, sconcertati in apparenza
dalla vista del ragazzo terrestre quanto i loro cavalieri. "Per pura
informazione" rivelò Butt l'Upupa, "anche questi cavalli scuri sono
macchine. Ma un dark horse,[nota] lo
sappiamo tutti, è inattendibile, non c'è da fidarsene." Harun non stava
ascoltando. --------------------- [nota] Un
"cavallo scuro", letteralmente; ma in inglese significa anche un
cavallo (o un candidato alle elezioni) di cui si ignorano le possibilità di
vittoria. Nel contesto l'espressione è intraducibile. (N.d.T. ) |
La quasi totale assenza di note in questi tre romanzi ha spiegazioni diverse: sia La vergona che Harun e il mar delle storie utilizzano un linguaggio meno "ibrido", più vicino all'inglese standard de I figli della mezzanotte. In La vergogna Rushdie, più che nel romanzo precedente, si sofferma a spiegare aspetti di una cultura, quella pakistana, da cui egli se sente più distante di quanto non lo sia da quella indiana. Inoltre, le parole "indiane" sono spiegate nel glossario posto in appendice. L'effetto risultante è comunque quello di un testo meno "esotico" de I figli della mezzanotte. In Harun e il mar delle storie, che in quanto racconto per ragazzi, contiene un linguaggio ancora più semplificato (cfr. semplificazione lessicale) è contenuta un'appendice intitolata "Sui nomi contenuti in questo libro" che traduce un'analogo glossario fornito da Rushdie al testo inglese.
Simili considerazioni non valgono invece per I versi satanici, dato che il testo inglese è estremamente caratterizzato da operazioni di creazione linguistica e dalla fusione dei codici. Inoltre, se pure vi è una minore densità di "parole indiane" rispetto a I figli della mezzanotte (il romanzo è ambientato per gran parte in Inghilterra), numerosi sono i riferimenti alla cultura britannica, a quella indiana e alla religione islamica. In altre parole, l’assenza di note in I versi satanici non è spiegabile con una minore "difficoltà" del testo originale, ma è da ricercare in altre motivazioni. Rimane il problema di verificare le strategie utilizzate da Capriolo per tradurre gli elementi problematici dal punto di vista linguistico e culturale. Un primo tipo di soluzione adottata, che come si è visto ha attirato alcune critiche, è stata quella di "non tradurre", cioè di riportare invariate alcune parole nel testo italiano. Un secondo tipo di strategie è stato il ricorso a delle glosse interlineari. Prima di affrontare questo aspetto (cfr. le glosse interlineari) si esaminerà però l'utilizzo delle note nei romanzi tradotti da Mantovani.
Come si può vedere nella tabella note e glossari le opere tradotte da Mantovani contengono numerose note, mentre non è presente alcun glossario. L'analisi che segue si limita a prendere in considerazione i testi inclusi nel corpus elettronico (cfr. il corpus cartaceo), e cioè il racconto "Chekov e Zulu" (tratto da Est, Ovest) e il romanzo L’ultimo sospiro del Moro.
In "Chekov e Zulu" sono presenti dieci note, di cui sette riguardano "parole indiane" (baakvas, tankha, adaarbarz, ecc.), e le rimanenti tre termini culturalmente connotati. Mantovani sembra dunque riprendere in questa traduzione la strategie utilizzata da Capriolo per I figli della mezzanotte.[2] In L’ultimo sospiro del Moro le note riguardano invece nella quasi totalità la traduzione di giochi linguistici derivanti da doppi sensi di parole inglesi, ad esempio (h):
'In such a bad
moment they will abandon us to our fate and that boogyman, Kaiser Bill?' |
In un momento
così brutto vogliono abbandonarci al nostro destino e a quell'orco del Kaiser
Guglielmino? ---------------------- [nota] Bill significa sia "conto" che "Guglielmino" (diminutivo di
William). [N.d.T.] |
|
Daffy, Porky,
Bugs and Fudd; and in the air above this two-dimensional portrait gallery he
hung their cacophonetic expostulations - hahahaHAha, thuffering thuccotash,
tawt-I-taw, beep-beep, what's-up-Doc and wak. (The Moor's
Last Sigh) |
Daffy Duck,
Porky Pig, Bugs Bunny e Elmer Fudd; e nell'aria sopra questa bidimensionale
galleria di ritratti sospese le loro cacofoniche rimostranze: hahahaHAha,
thuffering thuccotash, tawt-I-taw, beep-beep, what's-up-Doc? e wak.[nota] ------------------------------ [nota] Sono
alcune "frasi" celebri di celebri personaggi dei cartoni animati.
La prima è una notissima esclamazione dell'orso Yoghi, la seconda (che
significa all'incirca: "Povero piccioncino con contorno di granturco e
fagioli bolliti") è dello sputacchiante Gatto Silvestro, la terza
("Mi è semblato di vedele..." ) del canarino Titti, la quarta dello
struzzo Beep-Beep (il cui nome originale è Road Runner), la quinta
("Cosa c'è, dottore?") del
coniglio Bugs Bunny e l'ultima (wak) di Paperino. |
|
o riferimenti culturali, ad esempio (i):
I seem to have
known it all my life, this lurid saga from which, I should add, Mr Vasco
Miranda derived an early work of his own;
but in spite of long familiarity I have grave doubts about the literal
truth of the story, with its somewhat overwrought Bombay-talkie masala
narrative, its almost desperate reaching back for a kind of
authentification, for evidence ... |
Si direbbe che
l'abbia sempre conosciuta, questa saga pittoresca dalla quale, dovrei
aggiungere, il signor Vasco Miranda ha tratto una delle sue prime opere; ma nonostante la lunga familiarità nutro
gravi dubbi sulla verità letterale della storia, col suo andamento troppo
ricercato da film masala di Bombay,[nota]
con quel suo quasi disperato voltarsi indietro in cerca di una specie
di autenticazione, di testimonianza...
----------------- [nota] Musical
commerciali che costituiscono la maggioranza della produzione cinematografica
indiana. [N.d.T.] |
mentre viene glossato in nota solamente un numero molto limitato delle numerose "parole indiane" presenti nel testo.[3]
Inoltre, se anche sono poche le note relative a parole "indiane", non mancano casi in cui, come per quelle, le note producono una certa "ridondanza" informativa (esempio l):
Small fry they undoubtedly were,
but for many years they had been the Tin-man's most reliable suppliers of gelignite, TNT, timers, detonators, fuses.
But RDX explosive! Stunter-Stuntess must be going up in the world. For RDX, a
person's pockets had to be deep, a person's contacts had to reach pretty
high. |
Pur essendo indubbiamente pesci piccoli, da molti anni erano i fornitori più fidati di gelignite, TNT, timer, detonatori e micce per l'Uomo di latta. Ma l'RDX![nota] Cascatore-cascatrice dovevano aver fatto carriera. Per l'RDX ci volevano delle buone tasche, e i contatti dovevano arrivare piuttosto in alto. --------------- [nota] Detto anche T4, o ciclonite, è un esplosivo potentissimo e molto costoso. [N.d.T.] |
mentre i sinonimi "T4" e "ciclonite" non sembrano particolarmente rilevanti, l'informazione che si tratta di un esplosivo potentissimo e molto costoso è deducibile dal contesto immediato.
Questa diversità di trattamento può avere forse tre diverse spiegazioni. La prima è che, a più di dieci anni di distanza dalla pubblicazione de I figli della mezzanotte, si presuma una maggiore familiarità del pubblico italiano con parole di origine indiana, per un "processo di acculturazione" conseguenza sia della pubblicazione di romanzi ad ambientazione indiana sia di una generica "internazionalizzazione". Numerosi autori indiani (Vikram Seth, Arundhati Roy, Vikram Chandra, ecc.) sono nel frattempo stati tradotti in italiano, e la capacità delle traduzioni di avvicinare le culture non deve essere sottostimata;[4] inoltre la crescente presenza di cittadini immigrati provenienti anche dal subcontinente indiano ha contribuito a diffondere termini relativi alla cucina indiana. La seconda spiegazione potrebbe risiedere forse nel fatto che, come si è avuto modo di notare, le "parole indiane" sono spesso glossate dallo stesso Rushdie nel testo inglese. Questa seconda spiegazione sembra però meno verosimile, dato che, come si vede nell'esempio (m) seguente (relativo a uno dei tre termini indiani per cui è fornita una nota) il traduttore ha inserito in nota una spiegazione che nell'originale era presente nel testo.:
Because they
had made a deal with the Ravana mob, and, when tipped off about the gang's
impending arrival, would take sleeping draughts and pull their charpoy beds
away from the buildings of the estate. (The Moor's Last Sigh) |
Perché si erano
messi d'accordo con quelli del Ravana, e quando vennero informati
dell'imminente arrivo della banda, s'imbottirono di sonniferi e spostarono i
loro charpoy[nota] lontano dagli
edifici. -------------- [nota] Letto,
branda. (N.d.t.) |
La terza spiegazione potrebbe invece far dipendere questa differenza dallo "stile" del traduttore, che costituisce "a kind of thumb-print that is expressed in a range of linguistic - as well as non linguistic - features" (Baker in corso di pubblicazione).
Prima di tentare di trarre delle conclusioni riguardo all'uso delle note a piè di pagina, sembra utile esaminare ora quella che si presenta in alcuni casi come una strategia alternativa ad esse.
[1] Vincenzo Mantovani, lettera del 1 settembre 1999.
[2] È interessante osservare che una nota riguarda la John Company ("La Compagnia delle Indie Orientali era chiamata anche John Bull Company, da John Bull, il mastino simbolo della nazione inglese."), che appariva anche in I figli della mezzanotte ma per la quale Capriolo (o l'editore) non aveva ritenuto necessaria alcuna nota.
[3] Si tratta di walla nel composto Bombay-walla, di charpoy e dell'escalmazione chhi-chhi.
[4] Si pensi, esempio forse estremo ma non di meno significativo, che nel mese successivo alla pubblicazione italiana de I versi satanici le vendite di diverse edizioni italiane del Corano sono aumentate in modo eccezionale, in alcuni casi addirittura "quintuplicate" (Neri 1989a).