Il caso dell’inerzia traduttiva [Translation Inertia]
Alcuni aspetti qualificanti dell’utilizzo di corpora monolingue comparabili nella traduzione specializzata dal francese in italiano
By Danio Maldussi (University of Bologna, Italy)
Abstract & Keywords
English:
This paper aims at providing an overview of the fruitful relations between corpora building and specialized translation, also drawing on the results of the latest researches in these fields, including the MeLLANGE[1] project. In particular, our work will focus on the idea of the valuable contribution of the use of corpora to specialized translation and on the most qualifying procedural aspects. We will include some examples of how these tools can facilitate the translation process in terms of content and represent the key element to rectify inaccuracies, terminology inconsistencies or prolix forms that here will be labeled as translation inertia. As well as showing all the positive aspects for the end product of the translation resulting from an approach based on an accurate feedback on corpora, our work also highlights the need to connect the incongruity to the identification of its origin, its classification and assessment and the teaching effects.
Italian:
Il presente intervento intende tracciare una panoramica dei fecondi rapporti che intercorrono tra costruzione di corpora e traduzione specializzata, attingendo anche agli esiti delle ultime ricerche nei rispettivi ambiti, tra cui il progetto MeLLANGE. In particolare, il lavoro si focalizzerà sul concetto di valore aggiunto legato all’uso di corpora nella traduzione specializzata e sugli aspetti procedurali più qualificanti. Saranno mostrati alcuni esempi pratici di come tali strumenti possano costituire dei facilitatori a livello contenutistico e traduttivo, consentendo di rimediare a inesattezze, incongruenze terminologiche o l’uso di forme prolisse che qui proponiamo di riunire sotto l’etichetta di inerzia traduttiva. L’articolo, oltre a illustrare i benefici per il prodotto finale della traduzione derivanti da un approccio fondato sul riscontro puntuale su corpora, segnala altresì la necessità di raccordare l’incongruenza con l’identificazione della sua origine, la sua classificazione e valutazione e le ricadute didattiche.
Keywords: corpora building, specialized translation, translation process, translation inertia
©inTRAlinea & Danio Maldussi (2012).
"Il caso dell’inerzia traduttiva [Translation Inertia] Alcuni aspetti qualificanti dell’utilizzo di corpora monolingue comparabili nella traduzione specializzata dal francese in italiano", inTRAlinea Vol. 14.
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1. Introduzione
Gli innumerevoli vantaggi derivanti dall’esplorazione dei corpora costituiscono ormai patrimonio consolidato della linguistica dei corpora, e non solo. Il riscontro puntuale su corpora consente infatti di “raise cultural awareness in general, develop reflectiveness, resourcefulness, the skills that ‘distinguish a translator from those unskilled amateurs’” (Bernardini 1997), confermare e vagliare ipotesi traduttive, potenziare le abilità tecnico-operative e redazionali, facilitare il livello contenutistico e traduttivo nonché di ottimizzare la conoscenza concettuale (Bowker & Pearson 2002: 37). In particolare, esso trova una feconda applicazione nella didattica della traduzione specializzata e nel raggiungimento degli obiettivi cognitivi e metacognitivi, oltre a costituire uno strumento di pregevole valore per i traduttori professionisti che intendono validare le proprie scelte traduttive attraverso il raffronto con la lingua d’uso degli specialisti.
Tuttavia, come sottolineano Castagnoli et al. (2011: 241), la consapevolezza dei vantaggi connessi all’utilizzo di corpora nella pratica traduttiva non avrebbe ancora raggiunto la piena maturità:
While most of the tools and subjects presented in other MeLLANGE courses (e.g. Translation Memory, Terminology, Localisation, Machine Translation) are likely to be well-known among translation students (and professionals) already, awareness of corpora and their usefulness for the practice of translation is unfortunately still scarce; therefore, we felt the need to first provide motivation for introducing these tools into the translation curriculum.
Il concetto di valore aggiunto legato al loro utilizzo è avvalorato da una vasta letteratura. I corpora costituiscono una
extensive source of authentic usage information, [assistono nella] identification of specialised terms and in learning about collocations, grammar and style. In addition, they show how the surrounding co-text of a term can give definitions, descriptions etc. of the concept to which it refers, so that corpora can also be used to gain greater understanding of the concepts themselves (Bowker & Pearson citati da Olohan 2004: 178-179).
L’utilizzo di strumenti facilitatori quali i corpora nella pratica traduttiva è finalizzato inoltre all’ottimizzazione del prodotto finale in ottica funzionalista. L’interrogazione di tali strumenti consente infatti di familiarizzarsi con le regolarità della lingua del canale (nel nostro caso Il Sole 24 Ore, da cui sono stati tratti gli esempi che analizzeremo in seguito) fornendo nel contempo “more contextual clues as to meaning and usage, which should assist in the choice of the most appropriate equivalent for the particular translation context” (Olohan 2004: 179). Il continuo raffronto con i corpora consente in aggiunta di misurare lo scarto esistente tra la lingua tradotta e la lingua del canale, riducendo il grado di soggettività. Se è indubbio, ad esempio, che tra le competenze o i prerequisiti imprescindibili del traduttore specializzato figuri la piena consapevolezza del contenuto semantico veicolato dai termini di ambito specialistico oggetto di traduzione è altrettanto vero che tale consapevolezza non può essere disgiunta da una piena padronanza delle collocazioni in lingua d’arrivo[2] che, è assodato, fanno la differenza nell’apprendimento di una lingua e sono determinanti per la qualità in traduzione. La mancata consapevolezza delle collocazioni standardizzate incide sulla qualità del testo finale e quindi sulla sua ricezione. Come osserva infatti Mammino:
Molto spesso l’uso è standardizzato: si impiegano ben precisi termini per ben precisi aspetti o fenomeni, al punto che l’uso diviene quasi regola, […] opporsi all’uso significa opporsi a una scelta che è stata fatta tenendo conto di tutte le circostanze legate alla particolare informazione: di conseguenza opporsi all’uso significa spesso introdurre errori (Mammino 1995: 7-9).
In particolare, i testi economico-finanziari di tipo argomentativo-descrittivo, quali appunto quelli qui proposti, sono spesso caratterizzati dalla convivenza spesso ambigua di un lessico ufficiale e di un lessico d’uso[3] e in generale da una mancanza di standardizzazione[4]. Di cruciale importanza risulta pertanto conoscere le abitudini linguistiche e le convenzioni che regolano la lingua usata dagli specialisti. Il mancato riconoscimento delle collocazioni può dare luogo a forme prolisse e ambigue o a incongruneze terminologiche, ossia a specifiche deviazioni dalle regolarità del canale che compromettono la fruibilità del testo d’arrivo ed incidono sulla credibilità del traduttore. Proponiamo nel presente articolo di racchiudere tali forme sotto l’etichetta sovraordinata di inerzia traduttiva.
2. Il concetto di inerzia traduttiva
Passiamo ora alla definizione del concetto di inerzia traduttiva. Per inerzia traduttiva intendiamo:
Una categoria interpretativa dove la causa è il mancato riconoscimento delle collocazioni o la mancata individuazione dell’equivalente specifico pur riconoscendo lo status di collocazione. L’etichetta sovraordinata di inerzia traduttiva riunisce specifiche deviazioni dalle regolarità del canale quali incongruenze terminologiche o forme prolisse.
La definizione indica non solo la presa d’atto del problema ma anche il tentativo di offrire una spiegazione. Con la categoria descrittiva di specifiche deviazioni dalle regolarità del canale indichiamo le risultanze del mancato riconoscimento. Come vedremo nel prosieguo dell’articolo esistono infatti casi specifici di inerzia traduttiva.
Se il raffronto con i corpora costituisce il metodo ideale per individuare gli scarti rispetto alla lingua d’uso, esso non può essere disgiunto dalla ricerca delle origini di tali incongruenze e di una loro possibile collocazione nell’ambito dell’analisi degli errori[5]. Il concetto di errore in traduzione, quanto mai complesso e annoso, non sarà approfondito in questa sede. Per semplicità, la definizione di errore di traduzione qui adottata collima con quella pratica e nel contempo molto ampia suggerita da Magris (2005: 15):
qualsiasi fattore che incida negativamente sull’efficacia comunicativa della traduzione, ovvero sia sulla trasposizione delle intenzioni comunicative dell’autore, sia sull’effetto esercitato dal testo sul suo lettore
Per una più ampia disamina sulla definizione di errore, sulla sua classificazione e valutazione, rimandiamo al volume di Magris sopra citato.
3. Analisi di alcuni casi rappresentativi di inerzia traduttiva
Il concetto di inerzia traduttiva e il riscontro puntuale sui corpora nel corso dell’attività didattica hanno destato il forte interesse degli studenti, interesse che ha ispirato successive esplorazioni, oltre a concretizzarsi nella richiesta di approfondimenti attraverso la stesura di tesi di laurea dedicate al binonio traduzione e corpora e ad essere lo spirito che ha animato il presente articolo. Tra i lavori di tesi più meritevoli segnaliamo quello di Mariotti (2009) i cui obiettivi erano molteplici: analizzare e validare le traduzioni dal francese in italiano di articoli a carattere economico-finanziario pubblicate nell’inserto del lunedì de Il Sole 24 Ore, [6] valutare i benefici derivanti dall’esplorazione di corpora monolingue specialistici in italiano e in francese di tipologia testuale similare ed infine individuare strategie che consentissero di rimediare alle incongruenze terminologiche emerse nella fase di comparazione con i corpora e che costituiscono una particolare tipologia di errore di traduzione. L’approccio adottato è stato di tipo descrittivo-contrastivo. È noto infatti che
1) […] contrastive studies are the best way to access semantic data in an objective way”; 2) “[…] a relativist approach is the only methodologically sound way to perform contrastive studies, that is: one must describe each language system in its own right, before comparing the two in order to illuminate both the translation task and the semantics of each particular language (Santos 2008: 217).
Di notevole interesse per la ricerca, la tesi evidenzia come il mancato riscontro puntuale su corpora abbia comportato per il traduttore specializzato degli articoli economici de Il Sole 24 Ore specifiche deviazioni dalle regolarità di registro linguistico che caratterizzano il canale e orientano le aspettative del destinatario, ricostruibili mediante l’esplorazione di corpora monolingue specializzati.
Nel suo lavoro, Mariotti ha applicato una procedura di validazione di un corpus parallelo contenente i testi originali francesi e le rispettive traduzioni pubblicate da Il Sole 24 Ore. Nello specifico, una volta selezionati i termini dai testi originali francesi mediante la creazione di un’apposita lista di frequenza, ha dato corso alla validazione sistematica delle diverse proposte traduttive mediante una procedura euristica di tipo semantico su due corpora monolingue comparabili francese e italiano[7]. Se l’approccio descrittivo sembra essere tipico del raffronto con i corpora[8], lo sforzo di descrizione e quindi di classificazione presenta un evidente nesso con il concetto di errore di traduzione e con la sua valutazione in sede didattica. Gli stessi estensori del paper finale di MeLLANGE sottolineano come l’utilizzo dei corpora abbia evidenti applicazioni didattiche:
[The corpus-driven approach, i.e. focused on the assessed difficulties] is based on the assumption that errors made by the students taking part in the MeLLANGE project may be used to foresee difficulties that student translating into the project languages might have, and build translation exercises accordingly (Castagnoli et al. 2011: 240).
La spendibilità didattica di tali strumenti è ulteriormente ribadita nella sezione Appendice, che contiene esempi di applicazioni didattiche: “Error-annotated excerpts from the LTC can be shown to students to raise their awareness of specific error types” (244). A sua volta, la classificazione degli errori evidenzia difficoltà di collocazione e chiare sovrapposizioni con altre tipologie di errori.
Passiamo ora all’analisi di tre casi rappresentativi, emersi da questo pregevole lavoro di tesi. Proporremo qui di seguito l’originale accompagnato dalla traduzione pubblicata (TP) e dal suggerimento scaturito dal riscontro puntuale sul corpus monolingua italiano (SC). La classificazione in “falso traducente”, “espansione ingiustificata” e “non coerenza traduttiva” è quella proposta inizialmente da Mariotti.
Taux d’imposition : un caso di falso traducente
Contesto: la fiscalità
“La TVA, en augmentant le taux d’imposition dans certains Etats, et surtout limitant l’évasion fiscal, devrait assurer de meilleures recettes pour les autorités régionales”.
Originale |
TP |
SC |
Taux d’imposition |
Tasso impositivo |
Aliquota d’imposta
|
Taux de rechute: un caso di espansione ingiustificata
Contesto: il tabagismo
“Les taux de rechute à la fin du traitement varient entre 50% et 80%. Un an après, près des trois quarts des accros ont replongé”.
Originale |
TP |
SC |
Taux de rechute |
Numero di coloro che riprendono a fumare |
Tasso di ricaduta |
Croissance durable: un caso di non coerenza traduttiva
Contesto: la crescita mondiale
“Le gouvernement minimise toutefois ces comparaisons avec des pays qui viennent de traverser des périodes de crise ou de récession, estimant que le Brésil après un taux de 4,9% en 2004, prépare le terrain pour une croissance durable”.
Originale |
TP |
SC |
Croissance durable |
Crescita regolare/stabile |
Crescita sostenibile
|
Incastonare gli errori di traduzione in caselle predefinite e ascriverli a una determinata causa è da sempre compito impegnativo[9]. Nei tre esempi da noi proposti ci troviamo di fronte a un caso di incongruenza lessicale che dà origine a falsi traducenti (tasso impositivo per taux d’imposition), al ricorso a forme prolisse o di espansione ingiustificata (numero di coloro che riprendono a fumare per taux de rechute), a un caso di incoerenza traduttiva da cui scaturisce un’imprecisione lessicale (crescita durevole o regolare per croissance durable). I tre casi presentano delle differenze: se è vero, come dimostra il raffronto con i due corpora monolingue, che le prime due incongruenze sono accomunate dal fatto di essere identificabili e rimediabili con il solo riferimento al destinatario, il terzo caso (crescita sostenibile) non può prescindere dal raffronto con il testo originale, data l’esistenza in ambito economico del concetto di croissance régulière in riferimento alla produzione di un paese. L’inerzia traduttiva potrebbe quindi avere origini diverse e sovrapposte: insufficiente competenza del dominio di riferimento,[10] mancata ricostruzione inferenziale,[11] atteggiamento superficiale del traduttore nella fase di riformulazione,[12], mancato adeguamento alle convenzioni della lingua d’arrivo[13] interferenza[14] (come potrebbe essersi verificato nel caso di tasso impositivo per taux d’imposition). In quest’ultimo caso, l’inerzia traduttiva potrebbe rientrare nel fenomeno ampio che Cardinaletti ha definito “attrito linguistico”[15]. Oppure, più generalmente, l’incongruenza potrebbe rientrare nel fenomeno del traduzionese che secondo la definizione di Nida costituirebbe una forma di trasposizione “apparently not triggered by insufficient competence in a language but by the process of translation or interpreting itself” (1959: 21). Si noti però come le etichettature sopra proposte finiscano di per sé per velare le cause per cui l’errore di traduzione si produce.
Per quanto concerne gli esempi presentati in questo lavoro, data la natura prettamente didattica della sezione dedicata alle lingue dell’inserto del lunedì (cfr. nota 2), è sorto il dubbio che potesse trattarsi, come nel caso dell’espansione ingiustificata, numero di coloro che riprendono a fumare per taux de rechute, di una strategia del traduttore volta a fornire al lettore una mera traduzione di servizio. Ipotesi che abbiamo deciso di accantonare per vari motivi: da un lato il sintagma taux de rechute non figura nello spazio dedicato al lessico specialistico, contrariamente ad altri termini quali addiction, récepteurs, sevrage, ritenuti specialistici e quindi corredati di spiegazione e proposta traduttiva, dall’altro il testo non presenta istruzioni o indicazioni specifiche per la redazione delle traduzioni anche se questo potrebbe essere dovuto a un semplice problema di spazio. Abbiamo modo di ritenere che l’inerzia traduttiva, oltre a essere un problema di metodo, sia in particolare ascrivibile al mancato riconoscimento del sintagma specialistico o dell’espressione convenzionale nel testo originale francese. I casi di inerzia traduttiva evidenziano ancora una volta l’assoluta necessità di conoscenze specialistiche nel dominio da parte del traduttore specializzato. Quel che è certo è che l’individuazione dell’inerzia traduttiva e delle sue possibili origini getta nuova luce sulla definizione di errore di traduzione e sulla sua valutazione in sede didattica[16]. Scrive Cruces Colado
Independientes de la intencionalidad, que viene determinada por el encargo de traducción, son los errores que afectan a la correcta formulación lingüística del TT [texto de traducciόn], y que pueden ser calificados de errores invariantes respecto al proceso de traducción. […] El error no es sólo una reformulación concreta sino la incapacidad para percibir la ruptura. El simple hecho de no saber o no conseguir adecuarse a estas condiciones conduce a reformulaciones que pueden dificultar o impedir la comprensión del TT por parte del destinatario, anulando en todo o parte la función comunicativa que éste tiene asignada. Lo que resulta, no obstante, relativizable es el impacto que un error dado provoca en relación a la totalidad del TT. Ciertos errores, o el cúmulo de estos, pueden llegar a invalidar el efecto esperado del TT en su conjunto, o sólo segmentos de éste. En todo caso su límite viene dado por la aceptabilidad del producto para el cliente de la traducción (2001: 814, il grassetto è nostro).
Nel nostro caso, il mancato riconoscimento delle espressioni convenzionali conduce il traduttore, seppure esperto, a non porsi il problema dell’esistenza in lingua italiana di un’espressione altrettanto convenzionale. Ci teniamo a precisare che in questo caso non siamo in presenza di un’incongruenza semantica (il sintagma tasso impositivo è trasparente ma presenta una frequenza bassissima e pertanto non è classificabile tra le collocazioni standard) ma è evidente che esistono gradi diversi di tecnicità e quindi di appropriatezza al contesto. Al contrario, come nel caso di taux de rechute il traduttore finisce per compiere una scelta traduttiva diversa: non riconoscendo l’originale traduce una collocazione come se fosse una combinazione creativa. Da qui l’espressione prolissa e inadeguata alle convenzioni del canale, una sorta di creazione libera (numero di coloro che riprendono a fumare) in luogo di una ripresa di una struttura convenzionale disponibile nella lingua d’arrivo, tasso di ricaduta. L’espressione prolissa produce nel caso specifico due difetti indipendenti che si cumulano. Da un lato, come abbiamo già evidenziato, lo sviluppo creativo in luogo dell’espressione settoriale, dall’altro si perde il concetto fondamentale di tasso. Numero di coloro che potrebbe infatti indicare un numero assoluto mentre tasso sta per percentuale. Siamo quindi di fronte a una deviazione a livello di selezione dei termini e semantica[17]. Anche nel caso di taux d’imposition la lingua d’arrivo possiede già il concetto e il destinatario si aspetta che per riferirsi ad esso sia utilizzata l’espressione convenzionale o standardizzata (aliquota d’imposta). In gioco non vi è tanto la capacità di inferire il senso complessivo da parte del destinatario quanto l’autorevolezza del testo d’arrivo.
È altrettanto vero che il riscontro puntuale su corpora, come nel caso degli articoli de Il Sole 24 ore, implica avere riconosciuto l’errore e colta la necessità di porvi rimedio. Nei casi qui presentati significa avere colto la distinzione tra sintassi creativa e sintassi convenzionalizzata. Il mancato riconoscimento è pertanto strettamente correlato al livello di competenza nel dominio da parte del traduttore il che significa che un’esplorazione consapevole e mirata dei corpora deve necessariamente andare di pari passo con un’adeguata conoscenza del dominio stesso. Ci preme anche aggiungere che l’esplorazione di corpora specializzati costituisce di per sé un tassello nel percorso di apprendimento della lingua del settore specifico. Imparare a riconoscere le collocazioni presenta indubbie ricadute sulle competenze linguistiche oltre a costituire una strategia vantaggiosa per la revisione, didattica e professionale, di testi specialistici[18].
Condividiamo quindi pienamente l’appello rivolto dagli estensori del paper MeLLANGE affinché l’esplorazione dei corpora e la conseguente esposizione alla lingua d’uso del destinatario, intesa anche e soprattutto come linguaggio settoriale, diventi prassi consolidata nella pratica traduttiva.
Gli esempi qui mostrati potrebbero, in ogni caso, trovare una loro unità di spiegazione e collocazione se osservati da una prospettiva di tipo funzionalista. Con questa intendiamo una traduzione che presenti i criteri di qualità di accuratezza e fruibilità e il cui obiettivo sia la “riproduzione integrale delle informazioni dell’originale e il loro adeguamento alle norme e convenzioni redazionali della lingua/cultura d’arrivo" (Scarpa 2001:70).
4. Conclusioni
Il presente lavoro ha mostrato come il binomio ipotesi funzionalista e corpora costituisca il parametro prospettico a cui rapportarsi per una valutazione e classificazione della cosiddetta inerzia traduttiva. A livello pratico, gli evidenti benefici derivanti dall’esplorazione dei corpora rendono auspicabile che il ricorso a tali strumenti diventi parte integrante della scatola degli attrezzi del traduttore.
Al pari di quanto avviene nel processo di apprendimento di una seconda lingua, l’errore di traduzione costituisce una spia del livello di competenza raggiunto dal traduttore:
In a non-prescriptive study of errors the roles played by errors and norms are reversed : norms merely provide ways to identify errors, and errors are viewed as surface manifestations of phenomena which are the object of study. The search for the nature of translational operations is one of the objects — what could be termed a humanistic approach to the study of translation errors. The second kind of explanatory approach to the study of errors is the more concretely scientific : the possibility of making better predictions about what kind of errors are likely to occur in translation, where they are likely to occur, and under what conditions (Séguinot 1989:74).
Come si evince dagli esempi qui riportati, l’esplorazione e il raffronto sistematici con due corpora monolingue comparabili non solo consente di ottimizzare il percorso di apprendimento della lingua specializzata da parte del traduttore facilitando l’individuazione, attraverso il contesto di utilizzo, di collocazioni terminologiche classiche e specialistiche per quel particolare genere testuale, ma offre soluzioni traduttive più oggettive in quanto ancorate al riscontro puntuale sulla lingua del canale.
Bibliografia
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[1]Per una descrizione dettagliata del progetto si consulti [url=http://mellange.eila.univ-paris-diderot.fr/]http://mellange.eila.univ-paris-diderot.fr/[/url]. In particolare, tra le finalità del progetto MeLLANGE, figura la costruzione di un “corpus whose core is composed of translations produced by trainee translators and whose primary purpose is to provide insights into the most significant characteristics of such texts in order to inform translation pedagogy” (Castagnoli et al., 2011: 221).
[2]Secondo quanto scrive Aston (2001:14), “concordances show the tendencies of particular items to recur in particular contexts”.
[3]Si veda in proposito Maldussi (2009).
[4]Sulle problematiche di omonimia, polisemia e sinonimia, si veda Maldussi (2008: 63-69).
[5]Come osserva correttamente Cruces Colado (2001: 813): “[el tema del error en traducción] la mayoría de las veces se limita a un enfoque puramente taxonómico o a un simple recuento cuantitativo, quedándose en una simple constatación de fallos que no siempre esponden a parámetros objetivos o explícitos”.
[6]Il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli, oltre all’economia e ai mercati finanziari, dà ampio spazio agli aspetti politici e legislativi. Tra i numerosi inserti, oltre a quello domenicale dedicato alla cultura, troviamo quello del lunedì che contiene, accanto a rubriche quali Norme e Tributi e L’esperto risponde, anche una sezione dedicata all’apprendimento dell’inglese, del francese e del tedesco dell’economia. Sono proprio i testi originali in lingua tratti dal quotidiano francese Les Echos e le rispettive traduzioni pubblicate sul Sole a costituire il corpus parallelo appositamente creato per il progetto di tesi e da cui sono stati tratti gli esempi qui analizzati. La sezione propone il testo originale corredato della traduzione e due spazi di approfondimento: nel primo si analizza il lessico specifico dell’articolo, nel secondo viene proposto uno studio della parola chiave del testo da parte di un esperto in materia.
[7]I due corpora monoligue comparabili utilizzati per la ricerca sono raccolte di testi originali del medesimo genere testuale e dominio tematico. Uno degli aspetti più critici nella compilazione di corpora è costituito dalla rappresentatività della selezione dei testi che li andranno a comporre. Per una riflessione sui criteri che fanno capo alla costruzione di corpora ad hoc, si veda Mariotti (2009: 54-57).
[8]Gli autori del paper redatto a conclusione del progetto MeLLANGE scrivono che la tipologia di errori di cui si sono serviti, suddivisa in content-related errors e language-related errors, “is not meant to contribute to any evaluative process, the focus being on describing and studying specific translation phenomena rather than giving any quality judgment. Therefore, it does not provide for the encoding of the perceived “seriousness” of errors” (Castagnoli et al. 2011: 228).
[9]“ […] s’il est en général possible de distinguer les fautes de compréhension des erreurs dans la reformulation, il est plus difficile d’en cerner l’origine précise: une faute de compréhension est-elle due à l’inattention, à une faible méthodologique dans la recherche documentaire, à une analyse logique insuffisamment rigoureuse, à une absence de motivation ? Une maladresse dans le texte est-elle due à une maîtrise insuffisante du style écrit, à une faiblesse de vocabulaire, à une méthode déficiente dans la recherche du terme idoine? ” (Gile 1992: 259).
[10]Séguinot (1989) sostiene che le differenze tra un esperto e un apprendista non si riducono a un’accumulazione di conoscenza. Al contrario, “the key feature of expertise in the performance of skills is the ability to restructure knowledge. If competence is developed by processing, organizing, and accessing information in different ways, there may be certain kinds of errors that are associated with the passage from one level of competence to another” (1989: 78).
[11]Sul lavoro di ricostruzione inferenziale, si veda il pregevole lavoro di Dancette (2003).
[12]“Los errores más frecuentes detectados son aquéllos que afectan al proceso de atribución de sentido a un texto, y tiene su reflejo en la fase de reformulación del TT, provocando rupturas de coherencia, inadecuaciones terminológicas, uso de significados literales o combinaciones léxicas no toleradas por la LT” (Cruces Colado 2001: 817). E ancora, sempre da parte della stessa autrice: “Una redacción dificultosa, oscura, ambigua, esto es, el incorrecto manejo de los medios de expresión en LT que no permiten la comprensión del sentido que muy probablemente ha sido correctamente atribuido. Por lo tanto su prevención se encuentra en un refuerzo de las competencias de redacción en la lengua materna” (Cruces Colado 2001: 818).
[13]“La mala elección también puede ser debida al no respeto por el encargo de traducción, es decir, a las condiciones de enunciación previstas para el TT y que orientan la serie de toma de decisiones sobre la reformulación general del mismo, como son el tono, el registro o, en el caso al que se alude, la terminología, seleccionada de entre el repertorio posible de la LT” (Cruces Colado 2001: 819).
[14]A proposito dell’interferenza, intesa come “transfer from the source language” e da taluni studiosi annoverata tra gli universali della traduzione, si veda il saggio di Mauranen (2008).
[15]Per ‘attrito linguistico’, Cardinaletti intende un “cambiamento che si osserva nella grammatica della lingua nativa di un parlante come conseguenza del suo contatto prolungato con la lingua seconda materna (2005:62, con riferimenti alla bibliografia precedente)”. Sotto l’influenza del testo di partenza (“taux d’imposition”), il traduttore seleziona, nella lingua di arrivo, strutture non errate ma poco naturali o poco frequenti, quali appunto “tasso impositivo”.
[16]Per un approccio didattico alle problematiche degli errori in traduzione, si veda l’eccellente lavoro di Gile (1992).
[17]La problematica rientra nei lavori preliminari alla traduzione. Si veda in proposito Prandi (2007).
[18]Sul grado di oggettività offerto dal ricorso ai corpora nella traduzione specializzata, si veda l’interessante lavoro di Bowker (2001).
©inTRAlinea & Danio Maldussi (2012).
"Il caso dell’inerzia traduttiva [Translation Inertia] Alcuni aspetti qualificanti dell’utilizzo di corpora monolingue comparabili nella traduzione specializzata dal francese in italiano", inTRAlinea Vol. 14.
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