Community Interpreting
Sandra Beatriz Hale (2007)
Research and Practice in Applied Linguistics Series Editors Christopher N. Candlin & David R. Hall, 256 pp. ISBN 978-1-4039-4069-8
Reviewed by: Giuseppe Trovato
Nell’ormai vasto panorama dell’interpretariato, assistiamo ormai da più di un decennio alla sempre maggiore richiesta e diffusione di servizi di mediazione linguistica in ambiti che esulano dalla classica e più conosciuta interpretazione di conferenze: nello specifico si tratta dell’interpretazione per i servizi pubblici, vale a dire una particolare modalità di interpretazione che si espleta in campo sociale o in seno ad istituzioni giuridiche o di pubblica sicurezza, uffici di immigrazione, strutture sanitarie o presso i servizi sociali[1]. L’interpretazione in ambito sociale e comunitario può essere inserita all’interno della categoria più ampia conosciuta come interpretazione di trattativa[2] da cui si differenzia tuttavia poiché gli ambiti di intervento e le modalità traduttive possono variare sensibilmente. Difatti, nell’attuale contesto italiano, tanto a livello accademico quanto professionale, con la locuzione “interpretazione di trattativa” si fa generalmente riferimento all’ambito commerciale o fieristico. Per questa ragione Wadensjö non fa rientrare specificamente la trattativa commerciale sotto la grande famiglia del community interpreting, in quanto gli interpreti “working among business people and diplomats self-evidently are expected to side with those by whom they are hired” (Wadensjö, 1998: 50); caso questo che non si presenta per un community interpreter, dato che “the interpreter’s salary is paid, as a rule, by the public organization” (ibidem). Bisogna tuttavia riconoscere che alcuni studiosi considerano la locuzione community interpreting piuttosto generica o addirittura fuorviante e preferiscono quindi utilizzarne delle altre. Per Gentile, ad esempio, community intepreting rappresenta una locuzione ambigua dato che:
The term community interpreting can be applied to a community attending a conference, a community living in one area, a community of people interested in a single issue, or a community of speakers of a certain language. It is also ambiguous in its broadest interpretation when it is compared with other labels containing such terms, for example, as community development, community services, community action. (Gentile, 1995: 118)
Egli inoltre considera tale definizione inadeguata e quasi pericolosa dal momento che è:
… too general for the kinds of elements of practice which it contains […]. The continued use of this label will have a number of deleterious effects on the professional development of this form of interpreting. It will perpetuate the “Cinderella” image which this form of interpreting has. It will continue to be regarded as a second rate form of interpreting which is not worthy of specific attention in terms of status, training, remuneration and research. (Gentile, 1995: 117)
Queste osservazioni introduttive ci consentono di intuire già da ora quanto variegata ed eterogenea sia la materia in questione e quanto sia ancora lungo il percorso da effettuare prima di giungere ad una uniformità di intenti e di considerazioni metodologiche da parte di accademici e studiosi del settore. In questa cornice, si inserisce in modo particolarmente opportuno il testo a cura di Sandra Beatriz Hale, della University of Western Sydney, intitolato Community Interpreting. Si tratta di un’opera completa ed esauriente sull’interpretazione in campo sociale e insiste sul fatto che:
Professional interpreters have a responsibility to acquire the necessary language and interpreting skills, to gain an understanding of the settings in which they work and their requirements, of the purposes for which language is used in each of these settings, and to abide by a code of ethics. (Hale, 2007: 35)
Tutta l’opera è pervasa dal senso di responsabilità e di consapevolezza che ogni interprete professionista o futuro interprete dovrebbe acquisire nel corso della propria formazione e soprattutto durante l’espletamento dell’attività professionale nei più svariati ambiti di lavoro, oltre a fornire interessanti spunti di riflessione in merito alla pratica professionale e alla ricerca. Il testo si compone di 4 macrocapitoli che affrontano quattro macroaree diverse: 1. Il primo capitolo si occupa di descrivere le questioni più significative nel contesto della ricerca attuale ed espone in maniera chiara tutta la terminologia necessaria per comprendere la materia trattata. 2. Il secondo capitolo è incentrato sulle applicazioni pratiche dell’interpretazione in campo sociale. 3. Il terzo capitolo traccia un breve excursus circa gli studi già effettuati in questo ambito e propone nuovi spunti per intraprendere ulteriori ricerche perché “If research is to be of any use to the practice of Community Interpreting, it needs to be both practical and accessible” (p. 199). 4. Il quarto macrocapitolo infine ha un taglio eminentemente pratico in quanto fornisce i principali riferimenti bibliografici, materiale didattico utile nonché informazioni circa l’attuale offerta didattica e formativa in tema di interpretazione in campo sociale.[3]
Successivamente ogni capitolo è suddiviso in ulteriori capitoli che affrontano più nello specifico le tematiche generali introdotte. All’interno del primo capitolo sono presenti tre sottocapitoli che si propongono di fare luce sulle specificità dell’interpretazione in campo sociale ed esaminano a fondo i tratti distintivi della mediazione linguistica in ambiti particolari quali quello socio-sanitario e quello giuridico e giudiziario: - Il primo prende in esame gli studi, le definizioni e gli obiettivi di esperti e accademici che hanno condotto ricerche in campo traduttologico e dell’interpretazione, focalizzando l’attenzione sul dibattito suscitato dai concetti di fedeltà, esattezza ed equivalenza. Vengono inoltre descritte le principali differenze tra la traduzione scritta e l’interpretazione in termini di strategie comunicative adottate, ricorso al canale scritto piuttosto che orale e modalità traduttive, solo per citare alcuni esempi. Successivamente vengono illustrate le diverse tappe che caratterizzano il processo interpretativo per poi definire il concetto di community interpreting e tracciarne un parallelo con l’interpretazione di conferenze. - Nel secondo sottocapitolo il focus è sull’interpretazione in ambito sociosanitario[4]. Vengono passate in rassegna le diverse questioni nonché le caratteristiche del contesto socio-sanitario: in particolare viene messa in luce l’importanza del linguaggio e l’efficacia della comunicazione nell’interazione tra medico e paziente e vengono discussi i ruoli che l’interprete è chiamato ad assumere quando opera in seno ad una struttura sanitaria. A questo proposito, risulta interessante il dibattito circa l’imparzialità dell’interprete nell’esercizio nelle sue funzioni: deve essere una figura visibile e coinvolta oppure defilata e neutrale nel corso dell’interazione? Sandra Hale dedica numerose pagine a questa questione riportando esempi autentici di conversazioni tra medico e paziente mediate da un interprete con le relative strategie traduttive attuate. L’autrice conclude affermando che, indipendentemente dall’approccio che l’interprete adotterà, soltanto coloro che avranno ricevuto una formazione ad hoc saranno in grado di optare per la strategia più opportuna e porranno pertanto in essere una comunicazione efficace, fedele e in linea con le esigenze tanto del medico quanto del paziente. - Nel terzo sottocapitolo viene analizzata l’interpretazione in ambito giuridico e giudiziario[5]: nello specifico si delineano con esattezza i contesti (interrogatori presso questure, indagini poliziesche, richieste di asilo, processi presso tribunali, colloqui con l’avvocato o con i giudici) nei quali l’interprete presta il proprio servizio di mediazione e si passa in rassegna la terminologia specifica tipica di questo ambito. Sandra Hale opta altresì per presentare i risultati della ricerca in corso nell’ambito giuridico e giudiziario, mettendo in evidenza le ripercussioni che questa ha sulla pratica professionale. Particolare attenzione viene prestata all’uso strategico della lingua in questo settore nonché alla necessità da parte dell’interprete di acquisire e interiorizzare la microlingua sia prima che durante l’atto interpretativo. L’ultima parte del capitolo viene dedicata al rapporto di collaborazione che idealmente dovrebbe instaurarsi tra l’interprete e gli altri operatori coinvolti allo scopo di raggiungere risultati ottimali.
Il secondo macrocapitolo è corredato da tre sezioni che affrontano questioni pratiche legate alla professione dell’interprete, alla sua formazione specifica e alle aspettative che si generano nei soggetti coinvolti durante l’atto interpretativo. La prima sezione si occupa del codice etico che ogni interprete dovrebbe osservare, in cui vengono esaminati a fondo obiettivi ed applicazioni e discussi i concetti di fedeltà, imparzialità ed obiettività. Viene inoltre stabilito un confronto tra i diversi codici etici in vigore a livello internazionale e viene dato risalto alle caratteristiche comuni. Nella parte finale vengono enunciate le posizioni a favore o contrarie rispetto alla validità di un codice etico, basandosi sui commenti formulati da un campione di interpreti. A partire dall’indagine condotta emerge che la quasi totalità degli interpreti considera il codice etico come un elemento utile tanto nella formazione quanto nella pratica professionale, nonostante gli interpreti con formazione ad hoc interpellati abbiano puntualizzato che la formazione accademica ricevuta consentisse loro di fare un uso adeguato del codice. In base alle considerazioni finali di Sandra Hale è necessario interpretare il codice etico come una guida generale che incoraggi i professionisti ad adottare le scelte ed i criteri più opportuni, ed è auspicabile convertire il codice etico in un documento di lavoro suscettibile di modifiche ed integrazioni da parte degli interpreti stessi. Nella seconda sezione vengono affrontati i principali problemi e difficoltà con cui gli interpreti in ambito sociale devono fare i conti durante l’esercizio dell’attività professionale. È interessante notare che l’autrice dà voce agli operatori in ambito sanitario e giuridico riportando i loro commenti e punti di vista sul rapporto con l’interprete e sulle aspettative che ripongono su questo affinché l’interazione risulti efficace e porti a risultati soddisfacenti. Di riflesso, l’autrice riferisce anche le opinioni degli interpreti circa il loro operato, gli aspetti della professione che andrebbero migliorati e come percepiscono il rapporto che si crea con i propri interlocutori. Dalle riflessioni esposte in questo capitolo emerge con chiarezza quanto la ricerca sia ancora lungi dall’avere colmato le lacune esistenti. Tra i cambiamenti auspicati da Sandra Hale si rivelano significativi: formazione e accreditamento obbligatori, remunerazione adeguata e condizioni di lavoro decorose. Infine, l’ultima sezione di questo macrocapitolo è dedicata ad un aspetto a cui a volte non viene attribuita l’importanza che merita: la formazione. Sfortunatamente è ancora diffusa la convinzione secondo cui l’interpretazione sia un’attività che non richiede specializzazione o formazione professionale. Sandra Hale si propone di sfatare questo mito incoraggiando i docenti di interpretazione e gli interpreti professionisti affinché sensibilizzino i potenziali clienti circa la complessità del processo interpretativo e le possibili ripercussioni negative di un servizio d’interpretariato improvvisato, fornito da un interprete poco preparato. A tale proposito, l’autrice fa una breve esposizione dei diversi tipi di corso disponibili, corredandola con i relativi piani di studio e le metodologie di insegnamento più diffuse. In sintesi, questo capitolo si propone un miglioramento della ricerca, dell’insegnamento e della pratica dell’interpretazione da parte di tutti i soggetti coinvolti: i fornitori di servizi, le istituzioni universitarie, il mondo politico e naturalmente gli interpreti.
Il terzo capitolo è suddiviso in due capitoli minori che affrontano dettagliatamente la questione della ricerca in interpretazione in campo sociale. - Nella prima parte vengono messi in rilievo i vantaggi che si possono trarre dalla proficua interazione di tre elementi: la ricerca, la formazione e l’attività professionale. Alla luce della sua profonda esperienza in materia, l’autrice è in grado di individuare le lacune, le debolezze e le preoccupazioni che i ricercatori si trovano ad affrontare nel contesto attuale e delinea i principali approcci metodologici su cui si basa la ricerca nell’ambito dell’interpretazione in campo sociale. In ultimo, vengono passati in rassegna i principali studi già realizzati in quest’ambito e di seguito vengono presentati vari progetti di ricerca condotti nell’ambito dell’interpretazione in campo sociale. In concreto si tratta di studi etnografici, studi sperimentali, studi effettuati attraverso la somministrazione di questionari e studi incentrati sulla competenza comunicativa. Questi diversi esempi di ricerca risultano accomunati dal rigore scientifico e dagli specifici metodi di ricerca adottati in considerazione degli obiettivi prefissati, dei destinatari e dell’ambito di intervento. -Nella seconda parte, invece, vengono descritte le tappe cruciali che caratterizzano un progetto di ricerca e vengono altresì fornite le linee guida per portarlo a termine in maniera coerente ed efficace. Oltre ad offrire al lettore una visione generale dei metodi di ricerca più comuni, gli viene proposta un’ampia gamma di progetti di ricerca nei quali potrebbe cimentarsi per giungere a risultati puntuali. Il quarto e ultimo capitolo costituisce una sorta di appendice in cui docenti, ricercatori, interpreti professionisti e studenti possono trovare interessanti riferimenti bibliografici relativi all’interpretazione in campo sociale. L’autrice del testo ci tiene a precisare che non si tratta di una lista completa né esauriente in quanto vengono costantemente poste in essere nuove risorse e pubblicazioni. Tuttavia si può considerare come un buon punto di partenza per tutti coloro interessati alla ricerca, all’insegnamento e alla pratica del community interpreting. Tra le pubblicazioni menzionate, Sandra Hale fornisce un elenco completo di link, siti utili, associazioni di interpreti e traduttori e riviste online presso cui trovare articoli, saggi e monografie sulla materia trattata[6]. Viene inoltre presentata una selezione di documenti pratici e materiali audiovisivi utili in ambito didattico per passare successivamente alla vastissima gamma di programmi e corsi di specializzazione ufficiali di interpretazione in campo sociale. Occorre precisare che le informazioni fornite in merito riguardano prevalentemente il contesto australiano in quanto si tratta del campo d’azione all’interno del quale si muove l’autrice.
Nella parte finale, è presente una sezione dedicata ai glossari più comunemente utilizzati in rete: si tratta di glossari su tematiche generali, di ambito medico e giuridico e che possono risultare utili a qualsiasi interprete che si debba documentare e specializzare in vista di un ingaggio lavorativo. Infine, un aspetto non trascurabile è rappresentato dalla vasta bibliografia inserita sia alla fine di ogni sottocapitolo che nelle ultime pagine dell’opera: si tratta specificamente di una lista completa di opere, monografie e contributi sull’interpretazione in ambito sociale di fama internazionale. Attraverso l’opera appena presentata, l’autrice si è proposta di offrire un contributo significativo non solo alla didattica e alla pratica di questa particolare tipologia di interpretazione ma anche e soprattutto all’ambito della ricerca presente e futura. La chiarezza e la linearità con cui Sandra Hale espone concetti, principi, teorie e punti di vista fanno di lei una ricercatrice attenta e rigorosa e rendono il suo testo un’opera divulgativa e di immediata fruizione anche da parte di un pubblico non particolarmente specializzato. Non solo docenti e ricercatori potranno trovarvi materiale e riferimenti utili per modellare e integrare la propria didattica in aula, ma anche interpreti professionisti e futuri interpreti potranno individuare interessanti spunti di riflessione circa la deontologia professionale, le tecniche ad hoc per arginare pericoli e difficoltà insiti nella comunicazione mediata da un interprete e numerosi stimoli per arricchire la propria formazione. In ultima analisi è auspicabile che i contenuti proposti da Sandra Hale caldeggino nuovi studi e ricerche sui diversi ambiti di azione del community interpreting e contribuiscano a trovare terreno fertile nell’ambito del vivace dibattito sull’interpretazione, sulle sue modalità e applicazioni pratiche, puntando a migliorare la formazione dei futuri interpreti che opereranno in questo settore il cui numero è sempre più in crescita.
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Note
[1]Per una trattazione più dettagliata si rimanda all’articolo di Mette Rudvin “La formazione di interpreti in ambito sociale in Italia e all’estero” in Russo, Mariachiara e Gabriele Mack (a cura di) (2005) Interpretazione di trattativa. La mediazione linguistico-culturale nel contesto formativo e professionale. Milano: Hoepli.
[2]Con l’espressione “interpretazione di trattativa” si designa la forma di interpretazione che permette la comunicazione in un contesto dialogico: un’ampia gamma di incontri finalizzati al raggiungimento degli scopi più diversificati, in cui si trovano ad interagire locutori che, appartenendo a diverse comunità linguistiche e culturali, necessitano della mediazione linguistica di un terzo, vale a dire l’interprete.
[3]L’offerta didattica menzionata è quella relativa al contesto accademico e formativo australiano e più limitatamente a quello degli Stati Uniti d’America.
[4]Alla fine del presente contributo vengono riportati numerosi riferimenti bibliografici relativi all’interpretazione in ambito socio-sanitario.
[5]Alla fine del presente contributo vengono riportati alcuni riferimenti bibliografici relativi all’interpretazione in ambito giuridico e giudiziario.
[6]Di seguito alcuni esempi: The International Journal of Speech, Language and the Law, Journal of Interpretation, Journal of Language and Intercultural Communication, Journal of Multicultural Discourses, Meta, Perspectives: Studies in Translatology, The Interpreters’ Newsletter, Translation & Interpreting: The International journal of translation and interpreting research.
©inTRAlinea & Giuseppe Trovato (2011).
[Review] "Community Interpreting", inTRAlinea
Vol. 13
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