Educazione emozionale e all’uguaglianza di genere:

proposte editoriali e formazione traduttiva a confronto

By Raffaella Tonin (University of Bologna, Italy)

Abstract

English:

The aim of this article is twofold: on the one hand, we intend to point out some recent editorial proposals within the production of Spanish graphic fiction for young adults relating to emotional and gender education; on the other hand, we mean to promote translation projects including editorial scouting activities during academic training. We will show some research tools helping to find out texts to submit to editors such as thematic guides or publishing collections promoting gender equality in the new generations; but also, official reports from the Italian publishing world including data regarding books translated from other cultures, etc. We will identify certain recent market trends such as, for example, the visibility of women in the history of mankind, and we will highlight some texts – also appreciable from an aesthetic point of view – related to them. Lastly, about the translation posture, we will emphasize how young translator’s empathy and experience, when the source texts are addressed to adolescents, may enrich not only the target text, but also to the translation experience itself.

Italian:

Il presente articolo intende, da una parte, segnalare alcune recenti proposte editoriali, all’interno della produzione di narrativa grafica spagnola per ragazze e ragazzi che ruotino attorno a temi correlati all’educazione emozionale e di genere, dall’altra, promuovere l’idea di una progettualità da parte di chi traduce, già in essere negli anni della formazione accademica, rispetto a operazioni di scouting editoriale. Si mostreranno strumenti di consultazione, quali guide tematiche e collane editoriali che promuovono l’uguaglianza di genere nelle nuove generazioni, o quali le fonti ufficiali del mondo dell’editoria italiano che mostrano dati e tendenze del mercato relativamente ai libri tradotti da altre culture, utili per documentarsi nella ricerca di testi da proporre. Si individueranno alcuni filoni, quali ad esempio la visibilità della donna nella storia dell’umanità, e si segnaleranno alcuni testi ad essi riconducibili, pregevoli anche dal punto di vista estetico. Infine, rispetto alla postura traduttiva si sottolineerà come l’empatia di chi traduce testi rivolti ad adolescenti essendo, anagraficamente parlando, ancora molto prossimo a quella fascia d’età possa apportare un arricchimento, non solo al testo tradotto, ma anche all’esperienza stessa del tradurre.

Keywords: gender equality, graphic novels, picture-books, publishing, young adult readers, translator training, albo illustrato, editoria, formazione traduttori, uguaglianza di genere, giovani lettrici e lettori

©inTRAlinea & Raffaella Tonin (2023).
"Educazione emozionale e all’uguaglianza di genere: proposte editoriali e formazione traduttiva a confronto"
inTRAlinea Special Issue: Tradurre per l’infanzia e l’adolescenza
Edited by: Mirella Piacentini, Roberta Pederzoli & Raffaella Tonin
This article can be freely reproduced under Creative Commons License.
Stable URL: https://www.intralinea.org/specials/article/2618

1. Albi, dispositivi complessi per una realtà complessa

Si è ormai consolidata l’idea che gli albi illustrati sono qualcosa di più articolato di semplici libri con immagini. In base alla loro ampia fruizione, in contesti educativi e non, molte studiose stanno infatti ripensando la loro denominazione e natura, indubbiamente influenzate dalla peculiarità di un testo per sua natura ibrido: a cavallo tra arte, grafica, scrittura, supporto materico, ecc. Marcella Terrusi (2012), che inserisce l’esperienza di lettura di un albo in una sorta di “ecosistema” nel quale è l’intervento del lettore ad attivare simultaneamente testo, immagini e strategie compositive, li definisce dispositivi in grado di agire su vari fronti, quello ludico, quello estetico, quello letterario e quello socio-educativo. Ilaria Tontardini parla di “congegni narrativi e dispositivi filosofici” che si distinguono da altre forme d'arte, come ad esempio la pittura, per via del loro dinamismo di tempo e di movimento – basti solo pensare all’esperienza di attesa che scaturisce nel giro di pagina o agli apporti dei vari paratesti o delle scelte grafiche, che possono dare ulteriori indicazioni su come interpretare la storia (2020: 177-203). Antonella Capetti, infine, parla di albi non solo come di mezzi attraverso cui insegnare e imparare, bensì di autentici compagni con cui bambine e bambini, praticando prima l’ascolto e poi la lettura autonoma, acquistano “competenze elevate, come osservare e interpretare la realtà che ci circonda nelle sue molteplici forme e manifestazioni, e costruire un pensiero originale e critico, capace di confrontarsi costantemente con l’altro da sé” (2018: 9).

La loro eterogeneità di stili e linguaggi ricalca la grande varietà dell’attuale panorama della letteratura per l’infanzia e adolescenza, nella cui produzione si inseriscono a pieno titolo assieme ad altri generi che ugualmente coniugano la parola all’immagine, quali il fumetto e i graphic novel, pur senza limitarsi esclusivamente a quell’universo espressivo, come indicato da Sophie Van der Linden (2016) che, nel suo saggio in formato di albo (Album[s]), sottolinea l’appartenenza di questi anche alla dimensione artistico-pittorica e artigianale, né necessariamente indirizzarsi ad una tipologia definita di lettori e lettrici in erba, come sottolineato da Sandra Beckett nel caso dei crossover picturebooks (2012), albi ricchi di rimandi intericonici e intertestuali, e proprio per questo rivolti ad un pubblico trasversale ed eterogeneo per esperienze e conoscenze pregresse.

La potenza comunicativa dell’albo, la sua natura di stimolo, come lo definisce Sara Gomel in quanto “patrimonio di bellezza, sapienza narrativa, grafica e immaginifica per l’infanzia e non” (2021: 162), ma al contempo la sua dimensione ludica, paragonabile a quella di un “giocattolo con vari ingranaggi al suo interno” (secondo l’illustratore Olivier Douzou, in Tontardini 2020: 178) sono sapientemente impiegati nell’editoria di qualità non più solo per la narrazione di storie, nelle quali chi legge si possa immedesimare, o nella delineazione di personaggi per i quali empatizzare, andando quindi a concorrere allo sviluppo di competenze, sul versante psicologico, quali l’emozionale, la cognitiva e l’empatica (Nikolajeva 2014), oltre a quelle più legate all’esperienza estetica, quali l’alfabetizzazione visiva, o all’esperienza narrativa, come ad esempio la competenza inferenziale e la metaforica (Campagnaro e Dallari 2013). Sempre più diffusa è infatti la produzione di moderni sussidiari illustrati, di dizionari, enciclopedie e cataloghi tematici visuali, ovvero di albi al servizio di una divulgazione scientifica divertente ed interattiva, come si evince dalla recente letteratura critica rispetto al fenomeno dei non-fiction picturebooks (Grilli 2020; Dindelli 2020), includendo in questa produzione, e nel conseguente interesse di studio, anche le discipline umanistiche, quali ad esempio la filosofia (Moruzzi 2021), o le scienze sociali (Gotti 2020) e, in special modo tra esse, l’educazione alla sessualità (Mongardi 2020). A quest’ultimo proposito è interessante sottolineare come questa produzione di albi, libri illustrati e graphic novel si rivolga prevalentemente a bambine e ragazze – come se di sole questioni femminili si trattasse – sottolineando aspetti conflittuali della pubertà ed offrendo loro consigli pratici per affrontarli; solo ultimamente e in minor misura, essi si focalizzano su temi quali l’identità di genere o la body positivity, nonché in generale sull’accettazione della diversità e al contempo unicità dell’essere umano.

L’attenzione della critica sul potenziale dirompente di questi strumenti e dunque sull’attenzione che va ad essi riservata in fase traduttiva è altresì molto vivace: Emer O’Sullivan (2010: 133-148) ci ricorda, ad esempio, che una postura traduttiva errata può rompere la sinergia tra testo e illustrazione trasformando un albo in un libro con immagini, nel quale invece le illustrazioni rivestono un ruolo puramente ancillare e di norma si aggiungono ad un testo preesistente in un secondo momento; Riitta Oittinen, Anne Ketola e Melissa Garavini (2018) insistono inoltre nel considerare anche la componente uditiva, ovvero la lettura a voce alta, e non solo il rispetto del complesso dialogo immagine-testo, in fase traduttiva. A rafforzare l’idea che l’albo non è un oggetto traduttivo da sottovalutare, solo perché si rivolge ad un pubblico di bambine e bambini, sono sempre più numerose le riflessioni sulla ricezione di albi tradotti nelle culture e nei mercati editoriali di arrivo, soprattutto quando essi trattano tematiche di genere (cfr. tra gli altri Pascua Febles 2015: 35-55; Forni 2019: 143-153; Amadori 2021: 155-180; Morillas 2021: 1-15). Tutto ciò testimonia un crescente interesse rispetto a come la dinamicità della letteratura per l’infanzia, soprattutto nelle fasce di età più basse, ovvero quelle storicamente legate al genere albo illustrato, possa e sappia affrontare temi che toccano da vicino la contemporaneità: le identità di genere, il rispetto per tutte le famiglie – allargate, arcobaleno, interculturali, ecc. – nelle quali attualmente bambini e bambine crescono e in generale per la sfera affettivo-sessuale delle persone, nonché la consapevolezza e la visibilità delle emozioni che l’essere umano prova nelle varie fasi che attraversa e l’indubbio valore di un’educazione egualitaria, inclusiva e solidale nella formazione dei futuri cittadini e cittadine del mondo.

Si tratta di temi complessi che decidiamo di accomunare solo in virtù della valenza formativa, ma al contempo esteticamente stimolante, che i testi che li trattano possono condividere. Ciò che intendiamo esplorare all’interno di questa produzione di albi e, in generale, narrativa grafica a tema educazione emozionale, in senso lato, e uguaglianza di genere nello specifico, è la presenza di proposte editoriali, originariamente in lingua spagnola da tradurre in italiano, rivolte ad una fascia d’età meno rappresentata negli studi specifici, ovvero quella di chi attraversa quella terra di mezzo chiamata adolescenza. Che accade, infatti, quando il pubblico di questi albi inizia a crescere, così come la ormai dodicenne Carlota, protagonista di La rebelión de la princesa rosa di Raquel Díaz Reguera? Prendendo spunto proprio dall’annoiata principessa ribelle che ritroviamo con nuove avventure nel recentissimo sequel del ben noto Hay algo más aburrido que ser una princesa rosa – pubblicato in Italia con il titolo di C’è qualcosa di più noioso che essere una principessa rosa da Settenove – pensiamo che anche il pubblico di albi meriti di non essere abbandonato nella sua passione per questo genere, solo perché ormai adolescente o quasi. Dunque, con il duplice obiettivo sia di fotografare l’editoria spagnola rivolta alla fascia 9-14 rispetto ai temi menzionati, sia di promuovere testi di narrativa grafica meritevoli di essere tradotti dallo spagnolo verso la lingua italiana per un pubblico di adolescenti, ci accingiamo a continuare l’osservazione precedentemente realizzata per la fascia di lettrici e lettori in erba (cfr. Tonin 2021: 181-212).

2. Il peso dell’editoria spagnola nelle proposte per giovani lettori e lettrici in lingua italiana

Nel precedente contributo (ibid.) si era esplorato il panorama editoriale spagnolo rispetto alla produzione di albi illustrati per l’infanzia accomunati da una visione plurale e aperta, improntata al rispetto delle diversità, libera da stereotipi legati a modelli patriarcali o a ruoli di genere tradizionali e che valorizzasse la visibilità delle donne nelle scienze, nelle arti, nella storia, ecc. al fine di stimolare la libertà di espressione e la consapevolezza del sé nei bambini e nelle bambine. Ne è emersa una realtà editoriale dinamica, seppur di nicchia, molto attenta ai cambiamenti della società spagnola, che come sottolinea Esther Morillas (2021: 1-15) a partire dalla legge sui matrimoni omosessuali del 2005 ha portato all’attenzione di editori ed altri operatori del settore, realtà quali le famiglie omogenitoriali e le identità di genere. Piccole realtà editoriali plurilingui con pubblicazioni anche in italiano, quali Kalandraka e NubeOcho, o altre editrici italiane di nicchia come Settenove e BeccoGiallo hanno accolto la sfida proponendo traduzioni di albi spagnoli ascrivibili a questa linea. Ma ci sono strumenti provenienti dal mondo ispanico che continuano ad accompagnare questo pubblico quando inizia a crescere? Oppure prevalgono, come per le altre fasce d’età, la produzione italiana e le traduzioni dall’inglese e dal francese?

Dai dati del Rapporto sullo Stato dell’Editoria in Italia del 2021 dell’Associazione Italiana Editori (AIE) emerge che la porzione di libri pubblicati in Italia nel 2020 rivolti ad un pubblico di bambine e bambini e ragazze e ragazzi, ovvero da 0 a 13, corrisponde al 10,5% dell’intera produzione editoriale, consolidando una crescita, seppur lieve, che si registra ormai da alcuni anni (nel 2019 era il 10,2% e nel 2018 il 9,3%). Il 62,8% di quel 10,5% corrisponde alla produzione rivolta alla fascia 0-6 anni (di cui il 37,6% nella fascia 0-4 e il 25,2% nella fascia 5-6), quindi presumibilmente in buona misura albi illustrati. Se includiamo anche la fascia 7-8, arriviamo ad oltre l’80%. La produzione nelle fasce successive, ovvero 9-10 e 11-13 è rispettivamente del 8,5% e del 5,3%, di poco superiore alla quota del 2010 (rispettivamente 8,3% e 4,8%). Nello stesso anno la produzione totale dell’infantile raggiungeva un totale di 5164 titoli, mentre nel 2020, sebbene la pandemia abbia causato uno slittamento dei lanci delle novità e un conseguente calo trasversale dell’intera produzione editoriale, il volume dei titoli nella fascia 0-13 è di 7451 (nel 2019 era di 7810). In sintesi, da una parte si consolida l’idea che in questo ultimo decennio il settore infanzia si è espanso, prevalentemente nelle fasce più basse; dall’altra la pandemia sembra aver penalizzato in minor misura questa fetta di mercato rispetto ad altri settori, quali ad esempio la saggistica.

Sempre dal medesimo Rapporto, il dato sulla provenienza dei testi, ovvero se sono testi tradotti o originalmente scritti in lingua italiana, dimostra innanzitutto il perpetuarsi di una tendenza, iniziata attorno al 2005-06 da parte degli editori nazionali, ovvero quella di investire in prevalenza in autori italiani, sia di testi che di illustrazioni: il 56% del totale dei titoli del 2020 non è frutto di traduzione. Nel 2018 il dato era più basso: 51,1% di italiani contro 48,9% di stranieri. Ben oltre la metà di questa fetta di stranieri è di provenienza anglosassone (54,8%), mentre la quota di Francia, Spagna e Germania è del 14,5%. Anche se continua a prevalere la provenienza francofona, dal 1990 il numero dei testi tradotti dallo spagnolo è pienamente raddoppiato (erano 34 nel 1990, diventano 76 nel 2018), complice anche l’aumento dei titoli per l’infanzia provenienti da mercati editoriali emergenti tra i quali indubbiamente ci sono alcuni paesi latinoamericani.

Se pensiamo che la produzione rivolta alla fascia 9-13 è comunque molto esigua (meno del 15% sul totale come si diceva poc’anzi), è facile immaginare che dal mondo ispanico (Spagna e paesi dell’America Latina) ne provengano veramente un numero molto limitato, motivo per il quale vale la pena segnalarne alcuni che possano rimpinguare tale nicchia. Un incremento dell’offerta potrebbe promuovere, in generale, un maggior interesse verso la lettura e, nello specifico, una fidelizzazione rispetto al tipo di supporto (l’illustrato) e alla provenienza dei testi, con ricadute progressivamente positive anche nelle fasce d’età più alte (adolescenti, young adult e adulti)[1].

Va da sé che un investimento rivolto al pubblico pre-adolescenziale e adolescenziale venga attualmente considerato molto rischioso per l’imprenditoria editoriale perché, almeno in parte, si considera che i contenuti multimediali consultabili da smartphone e dispositivi elettronici vari, già a partire dai 9 anni, contendano ai libri, soprattutto se cartacei, l’attenzione di chi sceglie di leggere, fuori dall’aula e al di là del tempo dedicato ai compiti a casa, per passione personale. Tuttavia, proprio in virtù della sempre maggior dimestichezza con la multimodalità già nella prima infanzia, va sfatata l’idea che giovani ragazze e ragazzi considerino l’albo un genere idoneo solo a chi non sa ancora leggere correntemente. Come dimostrato da José Domingo Dueñas Lorente e Ana Isabel Barreu Rivas (2018: 47-62) in uno studio di caso svolto in Spagna e rivolto a studentesse e studenti degli ultimi anni della scuola primaria di primo grado (8-11 anni), questa frangia di pubblico comprende e apprezza la valenza della lettura di un albo, adeguatamente scelto per loro, rispetto a quelle che sono le loro esigenze personali ed emozionali. Non solo: proprio l’aspetto multimodale, ovvero l’apporto dell’illustrazione concepita come un “código transmisor de información y de claves narrativas” (ibid.: 57) ha dimostrato di stimolare l’attivazione di rimandi intertestuali e interculturali rispetto alla gamma di esperienze provenienti da altri prodotti culturali di carattere letterario, artistico, televisivo, cinematografico, ecc., esperienze e conoscenze che un lettore più immaturo difficilmente avrebbe. Aggiungiamo che, come confermato da un recente studio in campo neuro-psicologico, esiste una diretta correlazione tra l’esperienza estetica ed i meccanismi di apprendimento[2]; pertanto è plausibile pensare che anche il pubblico di giovani adolescenti possa beneficiare dell’esperienza sensoriale, artistica, ed intersemiotica che l’albo o in generale i testi corredati di un apparato iconico stimolante propongono loro, per continuare a meravigliarsi e, al contempo, scoprire le proprie emozioni, le proprie aspirazioni, la propria identità e imparare a rispettarle e a rispettare quelle degli altri esseri umani.

3. Proposte editoriali per un’assenza da colmare

In questa ideale prosecuzione del precedente studio relativo alle proposte per l’infanzia (Tonin 2021), ci interessa maggiormente svolgere un’ipotetica attività di scouting nei confronti di quanto proveniente dall’editoria spagnola nell’ambito dell’illustrato rivolto alla fascia pre-adolescenziale e adolescenziale. A tale fine, abbiamo consultato sia siti istituzionali e repertori proposti da Enti educativi spagnoli, sia siti commerciali di case editrici specializzate nel settore infanzia e adolescenza[3], in narrativa grafica o generaliste ma con collane dedicate alle tematiche oggetto della nostra indagine, nonché i portali di librerie specializzate che svolgono anche corsi tematici per educatori ed educatrici ed infine blog e altre fonti informali che ruotano attorno al mondo della formazione. Partendo dal repertorio in lingua spagnola proposto dal catalogo G-BOOK 2, ovvero l’ampliamento alla fascia 11-14 del progetto iniziale[4], è emersa una copiosa selezione (circa cinquanta titoli), della quale presenteremo solo alcuni titoli tra quelli che affidano all’apparato iconico e alla sua relazione con il testo un ruolo significativo nella trasmissione dei contenuti correlati all’educazione di genere ed emozionale. Lo stesso criterio selettivo è stato applicato alla consultazione della guida La Mochila violeta: guía de lectura infantil y juvenil no sexista y coeducativa, curata dell’Assessorato alle Pari Opportunità e Politiche Giovanili della provincia di Granada nella quale si propene un’ampia rassegna di albi e libri suddivisi per fasce d’età[5]. Anche da essa abbiamo estratto alcuni testi di rilievo nelle fasce più alte: 9-11 e 12-14, pregevoli per quanto concerne l’apparato iconico. Seppur le tematiche trattate siano numerose e di grande interesse sociale (omofobia, abusi, bullismo, diversità, violenza di genere, ecc.) e gli approcci e i linguaggi molto diversificati (racconti a più mani, fumetto, romanzo breve, libro illustrato, ecc.), per motivi di spazio, di seguito proporremo solo una esigua selezione di questa osservazione, dettata da criteri tematici, metodologici, nonché estetici e che raggruppiamo in due percorsi: il primo ruota attorno ai temi correlati al femminismo, alla visibilità delle donne nella storia e all’attualizzazione di modelli narrativi ed educativi; l’altro è incentrato su proposte editoriali già parzialmente tradotte come parte di un percorso formativo in ambito universitario e che si rifanno al genere dei graphic novel rivolti ad adolescenti.

3.1. Visibilità della donna, rivisitazioni ed attivismo per giovani lettori e lettrici

Come già osservato nella selezione per l’infanzia, anche per la fascia adolescenziale sono numerosi i titoli del filone storico focalizzati sulla visibilità del ruolo delle donne nelle arti, nelle scienze e in generale nella storia dell’umanità. Tuttavia, molti di essi sono incentrati su figure del mondo ispanico e per questo di certo meno attraenti per l’editoria italiana, come ad esempio Ellas hicieron historia. Mujeres admirables di Marta Rivera de la Cruz e illustrato da Cecilia Varela, che narra le storie di alcune donne spagnole di grande valore, quali ad esempio la lessicografa María Moliner, o El mundo en femenino di Sara Brun, illustrato da Montse Gabalny, che propone un percorso storico attraverso le figure di 50 donne spagnole, o come Pioneras. Mujeres que abrieron camino di Espido Freire, che estende la sua perlustrazione anche ai territori latinoamericani, con personaggi quali Frida Khalo o Rigoberta Menchú. Invece, un testo fruibile anche per un pubblico italiano in questo filone storico potrebbe essere il volume Herstory: una historia ilustrada de las mujeres scritto dagli storici Nacho M. Segara e María Bastarós e illustrato da Cristina Daura. Si tratta di un percorso cronologico illustrato, una sorta di linea del tempo con ampi focus tematici (e corredato da un articolato apparato iconico) che, come il titolo suggerisce, ripercorre le tappe principali dell’umanità dalla prospettiva delle donne. Dalla preistoria al #MeeToo, passando per la diaspora degli ebrei sefarditi, alla Rivoluzione francese, senza trascurare la storia dell’Oriente e delle Americhe, e dedicando spazi di approfondimento mirati su temi quali il femminismo intersezionale o la confluenza tra femminismo e lotte LGBTQ+, il volume mostra in quasi 200 pagine la costante lotta delle donne al fine di occupare il proprio posto nella storia. Potrebbe essere pubblicato in italiano non solo per i numerosi rimandi alla storia del nostro paese (si cita anche Giuliana Sgrena rapita in Irak nel 2003, tra i primi giornalisti a denunciare le molte menzogne di quella guerra), ma anche perché potrebbe essere concepito come supporto o integrazione ai testi scolastici con una visione forse ancora troppo androcentrica della storia, e potrebbe ampliare gli orizzonti interdisciplinari tra insegnamenti quali la musica, le scienze, l’arte, oltre che la storia e le lettere, grazie al dinamismo che il dialogo testo-immagine offre, attraverso scelte grafiche che vanno dai richiami all’estetica art nouveau, fino al punk passando per i classici dell’iconografia della lotta femminista, razziale, egualitaria, ecc. Ad una delle figure femminili più rappresentative di questa interdisciplinarità, ad esempio, la cantante soul e attivista dei diritti degli afroamericani Nina Simone, è dedicato l’intero capitolo intitolato “Nina Simone: de niña prodigio a sacerdotisa del soul”.

Rispetto all’attivismo, possiamo citare dal catalogo G-BOOK 2, alcuni titoli recenti. Il primo è El futuro es femenino: cuentos para que juntas cambiemos el mundo; scritto da Sara Cano ed illustrato da otto diverse artiste di grande successo (ad esempio Amaia Arrazola e Naranjalidad), l’albo è incentrato sulle disparità di genere. Il secondo, come il precedente, è anch’esso edito dal marchio Nube de Tinta che nasce nel 2012 proprio con la vocazione di pubblicare libri illustrati che sappiano emozionare sia un pubblico di adolescenti che di adulti. Si tratta di Érase una vez una princesa que se salvó sola: è illustrato anch’esso da un collettivo di artiste ed artisti e scritto a più mani. Si tratta di una raccolta di dieci racconti che hanno tutti come protagoniste e protagonisti giovani adolescenti e nei quali si spazia dal bullismo all’accettazione, dalle identità di genere alla lotta agli stereotipi. Un’altra opera collettiva citata nella parte spagnola del catalogo G-BOOK 2 è Como tú, 20 relatos + 20 ilustraciones por la igualdad, una raccolta di venti racconti scritti ed illustrati da 40 tra autori, autrici, artiste ed artisti diversi, coordinati da Fernando Marías, e pensato per sensibilizzare le nuove generazioni rispetto a tematiche molto attuali, quali la violenza di genere, il body shaming, la rappresentazione della donna nei media o la disparità salariale, temi questi che indubbiamente mettono in luce la necessità di continuare a combattere per il pieno raggiungimento dei diritti.

Infine, menzioniamo il manifesto femminista di Tres Voltes Rebel, pseudonimo dell’artista Ame Soler, ovvero Somos las nietas de las brujas que no pudisteis quemar. In esso si raccoglie l’eredità dei movimenti e delle rivendicazioni del passato per parlare di autostima, vulnerabilità, modelli patriarcali, ecc. ad una generazione di giovani “streghe” (letteralmente il titolo significa “siamo le nipoti di quelle streghe che non siete riusciti a bruciare”) attraverso un linguaggio visivo ormai divenuto iconico tra le giovani ragazze spagnole; l’artista firma anche una serie di gadget di grande successo, quali shopper, t-shirt, calendari, ed il titolo del libro è divenuto uno slogan durante le recenti manifestazioni dell’8 Marzo in Spagna. Il tratto di Ame Soler ricorda altre artiste quali Paula Bonet e Nina da Lua che hanno anch’esse un grande seguito tra le giovani.

Passando ad un altro filone molto prolifico, ovvero quello delle rivisitazioni, possiamo di certo citare Cuentos clásicos femenistas di Angela Vallvey e illustrato da Javier Pérez Prada nel quale si propone una riscrittura in chiave attualizzata e militante dei classici di Grimm, Perrault e Andersen con protagoniste assertive alle prese con i temi che attanagliano le adolescenti di ora: il cambiamento climatico, gli abusi e le sopraffazioni, l’accettazione della propria immagine, ecc. Dalle proposte di La Mochila violeta menzioniamo anche Érase dos veces Blancanieves e Érase dos veces Cenicienta, entrambi di Belén Gaudes, Pablo Macías e Nacho de Marcos, ovvero moderne Biancaneve e Cenerentola che sanno cavarsela anche senza principi. Infine, in Guarda el secreto: manual para brujas di Patxi Zubizarreta ed illustrato da Elena Odriozola si torna sul tema delle streghe, anche se declinato non in chiave militante, bensì come un magico racconto di sorellanza.

Prima di concludere questa breve panoramica, val la pena di menzionare, sempre in un’ottica di visibilità del talento della nuova generazione di illustratrici spagnole, l’attenzione che il marchio Thule riserva alla qualità dell’apparato iconico nelle sue edizioni. Dal loro catalogo segnaliamo altre artiste il cui tratto inconfondibile riesce a promuovere una visione contemporanea e plurale del femminile anche in rivisitazioni di classici, come per Beatriz Martín Vidal nel suo Caperuza, un Cappuccetto Rosso dai tratti onirici, o come per Raquel Díaz Reguera che reinventa in modo ironico e al contempo poetico una retroscena dei classici racconti di fiabe e streghe (Inventario de los cuentos de hadas). Infine, in Mujeres di Lola Roig troviamo tutta la complessità del mondo femminile, in una raccolta di immagini di donne catturate in un momento di incertezza, dolore, paura, ma anche speranza ed allegria.

3.2. Progettualità ed empatia nel percorso formativo di chi traduce per l’adolescenza

Concludiamo questo parziale percorso nell’editoria illustrata di lingua spagnola per la fascia adolescenziale presentando alcuni testi oggetto di traduzione in ambito didattico. Le tre proposte che seguono emergono dal repertorio di progetti di traduzione individuale e collettiva inseriti nelle attività formative di corsi di traduzione dallo spagnolo all’italiano del III anno della laurea triennale in Mediazione Linguistica Interculturale del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna e tenuti dall’autrice del presente contributo nel biennio 2019-2021. Sono rappresentative del percorso di avviamento alla traduzione in ambito editoriale che, con valenza formativa, ma non ancora professionalizzante, si realizza in aula al fine di comprendere le dinamiche della cosiddetta paratraducción (Yuste Frías 2015), ovvero un approccio di analisi del testo di partenza e di resa del testo tradotto vincolato alla comprensione profonda del paratesto, nel nostro caso specifico, del rapporto immagine-testo, nonché di alcuni passaggi della filiera editoriale che chi traduce è tenuto a conoscere, quali ad esempio, l’individuazione di un lettore modello, di un potenziale editore specializzato al quale indirizzare la proposta, delle motivazioni per le quali l’opera in questione possa essere appetibile per il mercato editoriale di riferimento in lingua italiana, ecc. Le proposte che si presenteranno brevemente sono state oggetto di analisi pretraduttiva, traduzione (parziale o totale) e di individuazione del potenziale contesto di ricezione da parte di studentesse singole o piccoli collettivi, e in alcuni casi i testi sono stati individuati e proposti dalle stesse persone coinvolte nel processo traduttivo. Tuttavia, in questa sede, poiché il focus è sulla qualità estetica ed espressiva e sulla potenzialità a livello di tematiche ed approccio espositivo dei testi selezionati, non entreremo in questioni di tipo didattico o traduttivo, lasciando eventuali considerazioni sulla spendibilità delle traduzioni elaborate ad una eventuale valutazione in sede editoriale.

Eppure, grazie a questi tre esempi possiamo di certo presentare una nuova figura di mediatore nell’asimmetria comunicativa che di norma si associa ai libri rivolti al giovane pubblico, ma scritti da una figura autoriale adulta, ovvero il traduttore o traduttrice in fieri, colui o colei che ha da poco concluso il passaggio dall’adolescenza all’età adulta ed è molto vicino per interessi di lettura, per conoscenze enciclopediche, per visioni del mondo e della realtà, o semplicemente per età anagrafica, al potenziale destinatario del testo. Chi traduce in questa fase della propria formazione sperimenta una collocazione leggermente diversa rispetto a quella che lo vedrebbe posizionato al centro in quell’asse immaginario dove, da una parte si collocano il testo di partenza ed il lettore implicito al quale esso si rivolge, e dall’altra il testo tradotto ed il nuovo lettore implicito pensato dal traduttore sul modello di quello dell’autore, ma calato nelle convenzioni del sistema letterario ed editoriale di arrivo (cfr. Garavini 2014: 34-42). Nel nostro caso interviene un maggior coinvolgimento empatico nell’immedesimazione con il lettore implicito proprio in virtù dello status di transizione e maturazione personale nel quale chi traduce si trova; ciò può arricchire la comprensione profonda delle istanze del testo, soprattutto se in esso si trattano temi molto vicini alle fragilità, ai dubbi e ai momenti di difficoltà che da sempre caratterizzano l’adolescenza. Inoltre, quando il codice comunicativo del quale si serve il testo è duplice, ovvero fatto di componenti verbali e visive simbiotiche tra loro, in grado di trasmettere senso ed evocare emozioni all’unisono, la sensibilità di un pubblico giovane, molto esposto al mondo dell’immagine, può essere maggiormente coinvolta. Non parliamo di empatia intesa come spinta intervenzionista e protettiva, vale a dire quella che vorrebbe tutelare il pubblico infantile dal contatto con temi o approcci potenzialmente lesivi – approccio discutibile per altro – (cfr. García de Toro 2014: 123-137), bensì della capacità di calarsi in un mondo, quello del lettore adolescente, dal ricordo ancora molto presente e vivido in chi traduce. Ciò può essere di grande beneficio al processo traduttivo, al testo tradotto, ma soprattutto può favorire la consapevolezza del proprio ruolo in chi opera il passaggio da testo di partenza a testo d’arrivo, vero e proprio obiettivo del percorso formativo.

Non a caso i testi che proponiamo in questa sezione si rivolgono perfettamente anche ad un pubblico più maturo, quello dei denominati Young Adult che con le sue specifiche esigenze, ci sembra poco rappresentato nell’attuale panorama editoriale degli illustrati tradotti dallo spagnolo nel mercato italiano. Proprio in virtù di questo innalzamento d’età del pubblico, abbiamo deciso di includere alcune proposte di indubbia qualità che, come per il genere albo, sottolineano il potenziale narrativo ed evocativo del supporto visivo e del dialogo che esso intesse con la parte verbale, aprendoci quindi a testi appartenenti al mondo eterogeneo del graphic novel. Anch’esso, come l’albo, è sempre più frequentemente caratterizzato da contaminazioni di linguaggi (cinema, musica, ecc.) e mira ad un pubblico che sappia apprezzare il tratto autoriale del disegnatore, oltre che le tematiche che propone e la trama, di norma autoconclusiva, principale differenziazione quest’ultima rispetto alla serialità del genere fumetto con il quale condivide una sua grammatica, ovvero un repertorio simbolico di convenzioni – ad esempio le forme e le funzioni dei balloon, delle didascalie, del lettering, l’uso di onomatopee, ecc. (cfr. Tosti 2016 e Morgana 2012). Anche l’alfabetizzazione rispetto alla grammatica del fumetto è indubbiamente, a livello cognitivo, un progresso nel conseguimento di competenze di lettura più elevate ed è ascrivibile ad una fascia di pubblico che, iniziatosi con l’albo in età infantile, sa decodificare un sistema multimodale intessuto di segni ancor più complessi, quali appunto quelli che caratterizzano i graphic novel.

Il primo testo è intitolato Face[6] ed è un graphic novel per adolescenti e giovani della poliedrica autrice e disegnatrice Rosario Villajos, la quale presenta in questa sua opera prima il conflitto di identità che spesso caratterizza il passaggio tra l’età adolescenziale e l’età adulta, la necessità di sentirsi accettati e di apparire normali agli occhi degli altri, il tutto attraverso la metafora dell’assenza di volto. La protagonista, infatti, una ragazza spagnola non binaria che si trasferisce a Londra, che viene ironicamente chiamata Face dal gruppo di amici, è disegnata priva di tratti del viso. Face attraversa varie fasi di consapevolezza del sé, associate alla perdita, riapparizione, ulteriore perdita dei propri tratti somatici, fino a superare la solitudine e ad accettare di apprezzarsi per come è. Il tratto di Villajos è caratterizzato da una certa varietà di stili, tecniche e linguaggi, dal fumetto al cinema, dalla pubblicità alla contemporaneità della comunicazione tramite messaggistica. Il testo è attualmente già disponibile anche in inglese: la versione spagnola è infatti una autotraduzione della stessa autrice.

Il secondo graphic novel ha i tratti più omogenei e riconducibili al fumetto classico, anche se numerosi sono i rimandi visivi al mondo della televisione, della pubblicità, della cultura popolare spagnola. Si tratta di Estamos todas bien[7] di Ana Penyas, vincitore nel 2018 del Premio Nacional del Cómic. Narra le vicende delle due anziane nonne della fumettista, dall’epoca franchista durante la quale il ruolo della donna era limitato alla cura della famiglia, passando per le conquiste personali, come prendere la patente e guidare, e sociali legate agli anni della transizione politica e culturale, fino alla contemporaneità nella quale l’alter ego dell’autrice, personaggio secondario del romanzo, riconosce l’importanza dei passi avanti che quella generazione di donne seppe promuovere. Il testo è presente nella selezione spagnola proposta da G-BOOK 2, nella fascia 11-14.

Concludiamo con Miedo a los perros que me han dicho que no muerden[8] di Javier García Rodríguez che richiama per contenuti e stile il pubblico della prima proposta. Anche in questo caso i temi dell’inquietudine legati alla complessità delle relazioni amorose in età adolescenziale danno forma ad un testo che proprio attraverso l’apporto grafico si avvicina alla reale quotidianità di ragazze e ragazzi: le ore del giorno, dal momento in cui ci si alza per andare a scuola, fino alla mezzanotte, sono un rincorrersi di parole che scorrono nei messaggi incalzanti di whatsapp, sui cartelloni pubblicitari, in poesie, frammenti di dialoghi, e testi brevi che dialogano con i disegni e i colori pastello delle illustrazioni di Beatriz Ramo (in arte Naranjalidad).

4. Conclusioni

Se l’albo illustrato ha dimostrato di essere adatto all’acquisizione di competenze elevate nel pubblico infantile e le proposte editoriali del panorama nazionale ed estero vanno finalmente nella direzione di promuovere attraverso di esso temi molto attuali quali l’educazione egualitaria in ambito emozionale, affettivo e di genere, nella fascia adolescenziale l’interesse verso questo dispositivo complesso pare essere di minor rilevanza. Con questa parziale osservazione di ciò che l’editoria spagnola offre per le fasce d’età pre-adolescenziale e adolescenziale intendiamo sollecitare editori italiani attenti a valutare alcune possibilità di allargare i propri orizzonti verso proposte che, sia dal punto di vista estetico-esperienziale, sia contenutistico e stilistico, possano arricchire il loro catalogo. Tra quelle da vagliare abbiamo inserito anche testi spagnoli frutto di un processo di traduzione come esperienza formativa complessa, realizzata all’interno di un percorso accademico che va dall’analisi del testo di partenza e del rapporto simbiotico immagine-testo, fino all’osservazione del panorama editoriale nel quale inserire il testo di arrivo. Infine, proprio in virtù della valenza formativa di tale processo, avvalersi di testi, quali graphic novel o albi che trattano tematiche molto vicine alla sensibilità e all’esperienza dei giovani e delle giovani traduttrici può giovare non solo alla formazione di chi attua questo passaggio interlinguistico e interculturale, ma anche al testo d’arrivo. L’esperienza vissuta in modo diretto o indiretto rispetto a temi che riguardano da vicino le nuove generazioni, la dimestichezza con il multimodale, così come con la lingua e le modalità espressive giovanili possono contribuire a promuovere quel grado di empatia necessaria a chi traduce per potersi immedesimare nel testo, con tutte le sue istanze esperienziali e la sua varietà di linguaggi, e in chi lo leggerà una volta tradotto, con tutto il suo bagaglio di dubbi, emozioni ed aspirazioni.

Bibliografia

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Morgana, Silvia (2012) “Stabile, convenzionale, mimetico: il teatro del fumetto”, Treccani. Lingua Italiana, URL: https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/fumetti/Morgana.html (ultimo accesso: 20/12/2021).

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Tosti, Andrea (2016) Graphic novel. Storia e teoria del romanzo a fumetti e del rapporto fra parola e immagine, Latina, Tunué.

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Proposte editoriali citate

AA.VV. (2019) Como tú, 20 relatos + 20 ilustraciones por la igualdad, Madrid, Anaya.

AA.VV. (2019) Érase una vez una princesa que se salvó sola, Barcelona, Nube de Tinta.

Brun, Sara e Montse Gabalny (2020) El mundo en femenino, Barcelona, Grijalbo Ilustrados,

Cano, Sara (2018) El futuro es femenino: cuentos para que juntas cambiemos el mundo, Barcelona, Nube de Tinta.

Díaz Reguera, Raquel (2010) C’è qualcosa di più noioso che essere una principessa rosa, Barcelona, Thule.

Díaz Reguera, Raquel (2013) C’è qualcosa di più noioso che essere una principessa rosa, Cagli, Settenove.

Díaz Reguera, Raquel (2015) Inventario de los cuentos de hadas, Barcelona, Lumen.

Díaz Reguera, Raquel (2021) La rebelión de la princesa rosa, Barcelona, Thule.

Freire, Espido (2019) Pioneras. Mujeres que abrieron camino, Madrid, Anaya.

García Rodríguez, Javier e Naranjalidad (2020) Miedo a los perros que me han dicho que no muerden, Madrid, SM.

Gaudes, Belén, Pablo Macías e Nacho de Marcos (2013) Érase dos veces Blancanieves, Barcelona, Cuatro Tuercas.

Gaudes, Belén, Pablo Macías e Nacho de Marcos (2013) Érase dos veces Cenicienta, Barcelona, Cuatro Tuercas.

Martín Vidal, Beatriz (2016) Caperuza, Barcelona, Thule.

Penyas, Ana (2017) Estamos todas bien, Barcelona, Salamandra Graphic.

Rivera de la Cruz, Marta e Cecilia Varela (2011) Ellas hicieron historia. Mujeres admirables, Madrid, Anaya.

Roig, Lola (2015) Mujeres, Barcelona, Thule.

Segara Nacho M., María Bastarós e Cristina Daura (2019) Herstory: una historia ilustrada de las mujeres, Barcelona, Lumen.

Tres Voltes Rebel (2019) Somos las nietas de las brujas que no pudisteis quemar, Barcelona, Bruguera.

Vallvey, Ángela e Javier Pérez Prada (2018) Cuentos clásicos femenistas, Madrid, Arzalia Ediciones.

Villajos, Rosario (2017) Face, Barcelona, Ponent Mon.

Zubizarreta, Patxi e Elena Odriozola (2007) Guarda el secreto: manual para brujas, Madrid, Anaya.

Note

[1] In questa sede ci limiteremo all’osservazione del panorama editoriale della Spagna, sebbene in alcuni paesi di lingua spagnola si segnalino realtà editoriali di nicchia molto attive e di grande qualità, quali la colombiana Babel Libros, la venezuelana Ekaré e la italo-cilena Edicola Ediciones.

[2] Lo studio in questione è stato realizzato dal Brain Plasticity and behavior changes Research Group (BIP) del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con il Department of Economics di Harvard e dimostra che ciò che consideriamo soggettivamente bello stimola l’acquisizione di informazioni dall’ambiente che ci circonda  (cfr. https://www.insalutenews.it/in-salute/studio-di-unito-e-harvard-svela-come-la-bellezza-stimoli-i-nostri-processi-di-apprendimento/).

[3] Possiamo menzionare ad esempio Anaya Infantil e Juvenil ed il Grupo editoriale SM che hanno pienamente intercettato questa tendenza e si sono rese promotrici di numerose iniziative e collaborazioni con le scuole. Nel 2019 SM all’interno della campagna Orgullosa de mí ha lanciato una selezione di libri per educare all’uguaglianza di genere e promuovere la visibilità delle donne nella storia, seppur in maggior misura si tratti di testi tradotti dall’inglese e per fasce d’età basse.

[4] Relativamente agli obiettivi del progetto G-BOOK, finanziato all’interno del programma europeo Creative Europe e volto alla promozione di testi per l’infanzia improntati al rispetto e privi di stereotipi, val la pena di menzionare da una parte, la mappatura della produzione di libri per l’infanzia, inclusivi e privi di stereotipi, rivolti alla fascia 3-10 nelle varie lingue dei partner europei aderenti, dall’altra il coinvolgimento attivo del mondo dell’editoria al fine di poter tradurre e pubblicare una selezione di testi meritevoli tra quelli individuati nelle varie lingue dei partner, laddove non ancora presenti nel mercato editoriale di riferimento. Il link alla sezione spagnola del progetto è il seguente: https://g-book.eu/es/.  

[5] Tra i materiali istituzionali spagnoli consultati questa corposa guida (156 pagine) si è dimostrata estremamente utile, anche se necessiterebbe un’attualizzazione (i testi recensiti arrivano fino all’anno 2013), poiché oltre ad offrire un un’ampia rassegna di albi e libri – sia originali spagnoli, sia tradotti da altre lingue ed editi in lingua spagnola – suddivisi per quattro fasce d’età e correlati ad una educazione non sessista ed egualitaria, emozionale ed affettivo-sessuale, propone al contempo un’analisi degli stereotipi sessisti ricorrenti nei libri per l’infanzia. È disponibile all’indirizzo: https://www.dipgra.es/uploaddoc/contenidos/11313/Gu%C3%ADa%20de%20lectura%20infantil%20La%20mochila%20violeta.pdf.

[6] Il testo, dopo essere stato tradotto parzialmente in modo collegiale durante il corso di traduzione, è stato oggetto della tesi di laurea triennale di Leonardo Agostini dal titolo: “Acquisire la competenza traduttiva attraverso la traduzione collettiva del graphic novel spagnolo Face di Rosario Villajos” (a.a. 2020-2021).

[7] Il testo, dopo un’analisi approfondita e una parziale traduzione realizzata, all’interno del corso di traduzione come progetto individuale, è stato oggetto della tesi di laurea triennale di Chiara Albertazzi dal titolo: “Estamos todas bien: le voci dimenticate di una generazione di donne. Proposta di traduzione di un graphic novel di Ana Penyas” (a.a. 2019-2020).

[8] Il testo, dopo un’analisi approfondita e una parziale traduzione realizzata all’interno del corso di traduzione come progetto individuale, è stato oggetto della tesi di laurea triennale di Gaia Bortolin dal titolo: “Tradurre la voce dell’adolescenza: Miedo a los perros que me han dicho que no muerden di Javier García Rodríguez” (a.a. 2020-2021).

About the author(s)

Associate Professor at Department of Interpreting and Translation (DIT) from 2019 in L-LIN/07 - Language and Translation / Spanish - academic discipline. Degrees: Post-doc research grant at University of Padua (Department of Roman Languages) 2009-2011. Ph.D. in Linguistics of Modern Languages - Spanish (University of Pisa) in 2004. Degree in Translation from the Advanced School of Modern Languages for Interpreters and Translators, University di Bologna at Forlì (SSLMIT) in 1998. Academic research fields: Children’s Literature Translation, especially picture books, graphic novels, etc. Contact Linguistics (Anglicisms in Spanish and Italian languages); Subtitling and Fansubbing, especially applied to Translation Didactics; Translation Competence Acquisition; Translation Studies and History of Translation.

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©inTRAlinea & Raffaella Tonin (2023).
"Educazione emozionale e all’uguaglianza di genere: proposte editoriali e formazione traduttiva a confronto"
inTRAlinea Special Issue: Tradurre per l’infanzia e l’adolescenza
Edited by: Mirella Piacentini, Roberta Pederzoli & Raffaella Tonin
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