Presentazione della seconda raccolta
By Danio Maldussi & Eva Wiesmann (University of Bologna & Universty of Bergamo, Italy)
Abstract
Keywords:
©inTRAlinea & Danio Maldussi & Eva Wiesmann (2011).
"Presentazione della seconda raccolta"
inTRAlinea Special Issue: Specialised Translation II
Edited by: Danio Maldussi & Eva Wiesmann
This article can be freely reproduced under Creative Commons License.
Stable URL: https://www.intralinea.org/specials/article/1806
Secondo appuntamento con la pubblicazione degli interventi tenuti nell’ambito del Laboratorio permanente di traduzione settoriale. A due anni di distanza dall’uscita del primo numero speciale (http://www.intralinea.org/specials/specialisedtrans1) è con immenso piacere che siamo in grado di presentare questa seconda raccolta internazionale che annovera, al pari della prima, prestigiosi relatori che ci hanno dapprima onorati con i loro interventi e successivamente hanno ritenuto importante accogliere l’invito a pubblicare i loro contributi su Intralinea, una scelta che leggiamo come un segnale di stima verso la rivista online e i suoi curatori, da Giovanni Nadiani e Chris Rundle per il coordinamento redazionale a Michela Cornacchia e Katia Milanesi per gli aspetti amministrativi, Daniele Rodi per la consulenza informatica. È d’obbligo un sentito ringraziamento alla Direttrice del Dipartimento, Prof.ssa Delia Chiaro, la quale ha da subito creduto nel progetto e, pure in un contesto di ristrettezze economiche e scarsità di mezzi in cui versa il mondo universitario, non ha fatto mancare lo stanziamento vitale a favore dei Laboratori permanenti di traduzione. Un grazie anche al Preside della SSLiMIT, Prof. Rafael Lozano, per avere gentilmente ospitato nei locali della Facoltà alcuni interventi e alcuni momenti di workshop.
Questo secondo Special Issue dedicato alla traduzione settoriale si configura come il naturale prolungamento del primo: largo spazio a interventi di studiosi universitari su tematiche teoriche e a lavori di stampo più applicativo, sempre nel segno delle lingue di specialità. In particolare sono stati privilegiati quattro filoni di indagine: il dominio ampio della traduzione giuridica (Palermo, Megale, Wiesmann, Loiacono), la lingua delle istituzioni (Schreiber), strategie inferenziali e traduzione (Maldussi), la tecnologia per la traduzione (Bertaccini, Sandrini).
Iniziamo la nostra breve rassegna partendo dal saggio di Francesco Palermo (Università di Verona – Accademia Europea di Bolzano), Lingua, diritto e comparazione nel contesto europeo. Profili metodologici, tra opportunità e rischi. Il contributo si focalizza sul tema dei rapporti tra lingua e diritto in ambito comunitario. In particolare l’autore pone l’attenzione su tre aspetti. In primo luogo, Francesco Palermo indaga sul problema del metodo nell’interazione tra lingua e diritto esaminando i diversi approcci di giuristi e linguisti e interrogandosi sia sul problema della necessità e dei limiti della sottoposizione della lingua a una disciplina giuridica sia sull’apporto della comparazione nella definizione dei rapporti tra lingua e diritto. In secondo luogo lo stesso prende in considerazione la dimensione più propriamente comunitaria ponendosi la domanda su quanta comparazione vi è nel plurilinguismo dell’Unione europea. In conclusione, Francesco Palermo si sofferma sul concetto di ‘discrasia funzionale’ che nei suoi intenti costituisce un’ipotesi di spiegazione ad alcune delle maggiori difficoltà che il complesso rapporto tra lingua e diritto incontra in ambito comunitario.
Il contributo di Fabrizio Megale, docente della Facoltà di interpretariato e traduzione della Libera Università degli Studi per l’Innovazione e le Organizzazioni di Roma, dal titolo Lo stile delle sentenze francesi e angloamericane: analisi delle variabili e strategie di traduzione, propone un’analisi originale del genere testuale ‘sentenza’ ponendo a confronto lo stile delle sentenze francesi, in particolare della Cour de cassation, a quello delle sentenze inglesi e americane. Il saggio parte dell’assunto che gli studi sul cosiddetto ‘stile giudiziario’ costituiscono il prerequisito imprescindibile per il perfezionamento della strategia traduttiva. A detta dell’autore, le sentenze francesi costituiscono un unicum nel panorama occidentale: fortemente ‘impersonali’, fondate sul ‘syllogisme judiciaire’ e concise al punto da risultare ‘criptiche’, in particolare quelle della Cour de Cassation. Le sentenze di inglesi, al contrario, risulterebbero caratterizzate da un grado minore di formalismo, come testimonia lo stile fortemente personale e narrativo, mentre in quelle americane prevarrebbe un’impronta accademica e letteraria. Di particolare interesse infine l’analisi delle variabili e delle strategie di traduzione alla luce delle caratteristiche testuali e i consigli traduttivi a chiunque intenda approfondire questa particolare tipologia traduttiva.
Il contributo di Eva Wiesmann, La traduzione giuridica tra teoria e pratica è incentrato sulle caratteristiche testuali, pragmatiche e metodologiche che contraddistinguono la traduzione giuridica rispetto ad altre tipologie di traduzione settoriale e sulle competenze richieste ad una figura professionale polivalente quale il traduttore legale. La studiosa analizza i fattori intra- ed extratestuali specificatamente rilevanti per la traduzione giuridica e la loro importanza ai fini della selezione della metodologia traduttiva da adottare nei casi specifici soffermandosi su problematiche cruciali per la traduzione giuridica quali gli ordinamenti giuridici coinvolti e il destinatario della traduzione, il tipo di testo e lo status giuridico della traduzione, il diritto applicabile e lo scopo della traduzione. Corredato di una corposa bibliografia, il saggio si propone come guida preziosa per chiunque si avvicini a questa particolare tipologia traduttiva o intenda approfondirne aspetti peculiari.
Il contributo di Rocco Loiacono, dottorando presso la University of Western Australia di Perth, dal titolo Il trattamento dei nomi propri nella traduzione di documenti giuridici dall’italiano all’inglese e viceversa, affronta la tematica della traduzione dei nomi propri attraverso l’esplorazione di un corpus di documenti composto dagli accordi bilaterali vigenti tra l’Italia e l’Australia. A fare da sfondo alla ricerca, la distinzione tra nomi comuni e nomi propri, questi ultimi considerati portatori di un senso strettamente connesso ad un preciso ambito culturale. L’ipotesi sottesa all’intero contributo è che i termini giuridici possono, in determinate circostanze, essere classificati nella categoria dei nomi propri. Ciò, a sua volta, sta a significare che le strategie formulate per la traduzione dei nomi propri possono rivelarsi applicabili alla traduzione giuridica. L’autore verifica la validità di tale ipotesi alla luce di una corposa casistica di esempi e di strategie traduttive.
Michael Schreiber (Universität Mainz) nel suo articolo La traduzione dei discorsi politici: tra lingua speciale e lingua comune incentra la propria analisi sulle problematiche innescate dalle oscillazioni che si registrano tra lingua comune e lingua speciale nei dibattiti politici tenuti presso il Parlamento europeo. Nella prima parte, l’autore si sofferma sulle peculiarità che contraddistinguono il lessico e la morfosintassi delle lingue speciali nonché la comunicazione specialistica e colloca la lingua della politica all’intersezione tra lingua speciale e lingua comune. Numerosi sono gli intrecci tra comunicazione specialistica e comunicazione quotidiana, una sorta di transizione graduale che assume un particolare rilievo nella didattica della traduzione. L’autore corrobora la propria tesi citando Gile e il suo La traduction. La comprendre, l’apprendre e infine Schäffner, che ha analizzato la traduzione di discorsi politici nell’ambito della riunificazione tedesca nel suo articolo “Strategies of Translating Political Texts”. Corredato di numerosi esempi e delle traduzioni ufficiali dei testi italiani in francese, spagnolo, tedesco e inglese, l’articolo si conclude con un’importante riflessione relativa alla collocazione didattico-curricolare di questa particolare tipologia di traduzione.
Il saggio di Danio Maldussi, Didattica della traduzione specializzata e inferenza. Esplorazione trilingue di un tecnicismo finanziario in regime di ipocodifica, indaga il ruolo e l’apporto dell’arricchimento inferenziale nell’analisi delle espressioni in regime di ipocodifica, quali il tecnicismo tratto dalla lingua economico-finanziaria francese acquisition en papier. L’elevato grado di opacità dell’espressione pone il traduttore settoriale di fronte a una duplice sfida. In primo luogo, papier è una metonimia, figura retorica che consiste nel tracciare una scorciatoia all’interno di una rete di relazioni virtuali: di quale relazione complessa il nome papier è la parte emergente? In secondo luogo, la preposizione en non indica con esattezza quale relazione sussista tra acquisition e papier e pertanto i contenuti concettuali messi in relazione andranno individuati tramite una procedura di tipo inferenziale. Obiettivo della ricerca è valutare come l’accesso a materiale linguistico strutturato e a quella terminologia tipicamente online o accessibile tramite banche dati sia subordinato a un processo di inferenza controllata e come quest’ultima responsabilizzi il traduttore tecnico-scientifico a livello di inserimento dei termini nei motori di ricerca e di interpretazione linguistica dei risultati. L’autore rileva come l’inferenza controllata contribuisca ad aumentare la qualità linguistica delle scelte traduttive, indirizzando il traduttore verso equivalenti che riflettono la situazione d’uso da parte degli specialisti.
Sara Di Nisio e Franco Bertaccini dell’Università di Bologna nel loro saggio Il traduttore e il revisore nei diversi ambiti professionalisi propongono di definire l’attività di revisione e di descriverne le procedure in due diversi contesti: un’agenzia di traduzione privata quale Ic.Doc di Bologna e un’istituzione pubblica quale la Direzione Generale della Traduzione della Commissione europea di Bruxelles. Dopo aver illustrato il contributo di illustri teorici della traduzione, i due autori analizzano l’attività di revisione alla luce della norma UNI EN 15038:2006, rivolta ai fornitori di servizi di traduzione. Di particolare pregio e interesse applicativo, la sezione dedicata al ruolo dei software di quality assurance quali quelli già inclusi nei CAT tools (SLD Trados e SDLX, Wordfast, Déjà Vu) e gli strumenti stand-alone (Acrolinx IQ di Acrolinx, QA Distiller di Yamagata, ErrorSpy di Dog e Xbench di APSIC). Sara Di Nisio e Franco Bertaccini si soffermano in particolare sulle caratteristiche tecniche del prodotto Apsic di Xbench. Di notevole interesse anche la sezione che propone le interviste ad alcune traduttrici, una vera e propria voce in diretta dal mondo della traduzione settoriale. I due autori stilano infine una loro check list per traduttori e revisori.
Peter Sandrini (Universität Innsbruck), nel suo lavoro Tecnologia FLOSS per la traduzione: Disponibilità, applicazione e problematiche, propone una panoramica esauriente sullo stato dell’arte dei software liberi e gratuiti di tipo open source (Free and Libre Open Source Software, FLOSS) per la traduzione. Dopo avere sviscerato il concetto di software libero e i principi filosofici ad esso sottesi, l’autore valuta la possibilità di costruire un’infrastruttura digitale gratuita e indipendente dal punto di vista tecnologico grazie alla quale il traduttore potrà attingere a memorie di traduzione, strumenti di gestione della terminologia o di allineamento, concordancers, oltre che a standard gratuiti. A detta dell’autore, gli strumenti FLOSS si prestano particolarmente ad ambienti aperti e collaborativi e pertanto anche alla ricerca e alla formazione presso le Università. L’autore illustra due soluzioni studiate ad hoc: la prima, il pacchetto denominato USBTrans, una chiavetta che contiene LibreOffice per l'elaborazione dei testi, OmegaT per la memoria di traduzione con i vari tokenizer, Rainbow per la conversione dei file, BiText2TMX ed AlignAssist per l'allineamento dei testi, FD-Termbase per la gestione della terminologia, Cmap lite e Freemind per i sistemi concettuali ed i mindmaps, AntConc e TextStat per la ricerca delle concordanze, il lettore dei file PDF Sumatra, le applicazioni software per la traduzione dei sottotitoli Subtitle Workshop e Jubler e il software bibliografico JabRe; la seconda, il sistema operativo libero Linux tuxtrans, completo di applicativi per traduttori, la cui adozione, a detta dell’autore, costituisce il secondo passo verso la costruzione di una postazione libera, gratuita ma soprattutto indipendente, che impedisca il cosiddetto “lock-in” ossia la dipendenza da un unico produttore di software per l'infrastruttura digitale, le applicazioni e gli aggiornamenti. Da ultimo, l’autore sottolinea la natura etica della scelta di utilizzare software indipendenti in quanto il loro sviluppo si fonda sugli stessi principi basilari della comunità scientifica: libero scambio delle informazioni, condivisione di idee e risultati, libero utilizzo del patrimonio comune delle conoscenze.
A tutti, l’augurio di una proficua lettura
I promotori dell’iniziativa
Danio Maldussi e Eva Wiesmann
©inTRAlinea & Danio Maldussi & Eva Wiesmann (2011).
"Presentazione della seconda raccolta"
inTRAlinea Special Issue: Specialised Translation II
Edited by: Danio Maldussi & Eva Wiesmann
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