Novella IX: Dell’uomo che completò l’orecchio del bambino della moglie del suo vicino

Translated by: Nicolina Pomilio (SSLiMIT - Università di Bologna)

Nouvelle IX: De celui qui acheva l’oreille de l’enfant à la femme de son voisin by Bonaventure Des Périers (Arnay-le-Duc, 1510 ca. — Lyon, 1544 ca.)
Bonaventure Des Périers (1965). Les nouvelles récréations et joyeux devis. Conteurs français du XVIe siècle, a cura di Pierre Jourda. Paris: Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard. 361-594.


Perché meravigliarsi se le donne della campagna non sono per niente astute, visto che anche quelle della città si lasciano talvolta ingannare molto facilmente? È vero che non capita spesso, poiché nelle città sono proprio le donne a tramare gli inganni. Per Dio, è proprio di una città che io voglio parlarvi! A Lione c'era una donna di gentile bellezza, che aveva sposato un ricco mercante, il quale, dopo aver passato con lei appena tre o quattro mesi, dovette partire per i suoi affari, lasciandola incinta, ma di sole tre settimane. Tuttavia lei se ne accorse poiché talvolta aveva degli svenimenti e degli altri disturbi che hanno le donne incinte. Non appena il mercante partì, un suo vicino, un certo ser Andrea, essendo abituato a visitare i suoi vicini di casa, andò a trovare la giovane signora e iniziò a scherzare con lei. Le chiese come si trovava nella nuova casa e lei gli rispose che tutto andava bene, ma che sentiva di essere incinta. “Come è possibile?” le chiese. “Vostro marito non avrà avuto il tempo di fare un bambino nel periodo in cui siete stati insieme.” — “Ma certo che lo sono” disse “Madonna Toiny mi ha detto che si sentiva come me con il suo primo bambino.” — “Ma” disse ser Andrea “senza pensare per forza al peggio, né che debba accadere ciò che potrebbe già essere accaduto, – e credetemi, perché io so bene queste cose – temo, guardandovi, che vostro marito non abbia fatto il bambino tutto intero e che ci sia ancora qualche orecchio da fare. Parola mia, stateci attenta! Ho visto molte donne che hanno avuto dei guai e altre, più sagge, che si sono fatte completare il bambino durante l’assenza del marito, per paura dei rischi. Non appena il compare tornerà, fateglielo completare!” “Cosa?” disse la donna “È andato in Borgogna; non sarà qui prima di un mese.” — “Mia cara” disse “non siete certo in una buona situazione. Il vostro bambino avrà un solo orecchio e correte il rischio che anche gli altri ne abbiano uno solo poiché, di solito, quando accade qualche guaio alle donne incinte con il primo bambino, con i successivi la cosa si ripete.” La donna si preoccupò moltissimo a quelle parole e disse: “Oh, mio Dio, come sono sfortunata! Come è possibile che non abbia pensato a farlo tutto prima di partire?” — “Vi dirò” disse ser Andrea “solo alla morte non si può rimediare. Perché vi voglio bene, davvero mi fa piacere portarlo a termine! Non lo farei se si trattasse di un’altra, poiché sono molto occupato con le mie cose; ma non vorrei che per mancanza di aiuto vi accadesse una disgrazia simile.” Lei, ingenuamente, pensò che quello che le diceva fosse vero, poiché parlava in modo brusco, come se avesse voluto farle capire che stesse facendo molto per lei e che per lui fosse solo una fatica in più. Come andò a finire? Si fece completare il bambino. Ser Andrea lo portò a termine con onore e non solo quella volta, ma vi ritornò spesso in seguito. Una volta la donna gli disse: “Va bene, ma se gli fate quattro o cinque orecchi? Spunteranno dietro, sarà un brutto affare.” — “No, no” disse ser Andrea “ne farò uno solo, ma credete che si faccia così in fretta? Vostro marito ha impiegato così tanto a fare quello che è stato fatto. E poi… si può fare meno, ma non si riuscirebbe a fare di più, poiché se una cosa è portata a termine, non è possibile fare niente altro.” In questo modo l'orecchio fu completato. Quando il marito tornò a casa, la notte, scherzando, la donna gli disse: “Che diavolo, siete davvero bravo a far bambini! Me ne avevate fatto uno con un solo orecchio e ve ne eravate andato senza portarlo a termine.” — “Come? Cosa dite… Come siete stupida!” disse il marito “I bambini si fanno senza orecchi?” — “Eccome! Certo che si fanno!” rispose la donna. “Chiedete a ser Andrea. Mi ha detto che ne ha visti più di venti che ne avevano uno solo, perché non li avevano portati a termine, e non c'è cosa più difficile a farsi dell'orecchio di un bambino. E se lui non l'avesse completato, pensate che farei un bel bambino?” Il marito non fu molto contento di ascoltare queste notizie e le chiese: “Di quale completamento parlate? Cosa ha fatto per completarlo?” — “Me lo chiedete? Ha fatto quello che avevate fatto voi.” — “Ah sì?” disse il marito. “Dite davvero? Ne avete combinata una così grossa?” E Dio sa come dormì quella notte. Pensando al completamento dell'orecchio, il mercante, che era un uomo collerico, immaginava di dare più di cento colpi di daga al realizzatore. Attendendo la vendetta, gli sembrò che la notte durasse mille anni; perciò, la prima cosa che fece quando si alzò, fu di andare da ser Andrea, al quale rivolse mille offese, minacciandolo di farlo pentire di averlo ingannato. Tuttavia, cane che abbaia non morde. Infatti, dopo avergliene dette di cotte e di crude, fu costretto a calmarsi per una coperta di Catalogna che ser Andrea gli regalò, impegnandosi a non fare più le orecchie ai suoi figli e a lasciarle fare a lui stesso senza il suo aiuto.
Il ne se faut pas esbahir si celles des champs ne sont guères fines, veu que celles de la ville se laissent quelquesfois abuser bien simplement. Vray est qu’il ne leur advient pas souvent; car c’est ès villes que les femmes font les bons tours. De par Dieu! c’est là, car je veulx dire qu’il y avoit en la ville de Lyon une jeune femme honnestement belle, laquelle fut mariée à un marchand d’assez bonne traficque. Mais il n’eust pas esté avec elle trois ou quattre moys qu’il ne luy fallust aller dehors pour ses affaires, la laissant pourtant enceincte seullement de trois sepmaines, ce qu’elle congnoissoit à ce qu’il luy prenoit quelquesfois defaillement de cueur, avec telz autres accidens qui prennent aux femmes enceinctes. Si tost qu’il fut party, un sien voisin, nommé le sire André, s’en vint voir la jeune femme comme il avoit de coustume de hanter privement en la maison par droit de voisiné, qui se print à railler avec elle, luy demandant comme elle se portoit en mesnage. Elle luy respond qu’assez bien, mais qu’elle se sentoit estre grosse. Est-il possible? dit-il; vostre mary n’auroit pas eu le loisir de faire un enfant depuis le temps que vous estes ensemble. — Si est-ce que je le suis, dit-elle, car la dena Toiny m’a dit qu’elle se trouva ainsi comme je me trouve de son premier enfant. — Or, ce luy dit le sire André, sans toutesfois penser grandement en mal, ny qu’il luy en deust advenir ce qu’il en advint, croyez-moy que je me congnois bien en cela, et à vous voir je me doubte que vostre mary n’ha pas faict l’enfant tout entier, et qu’il y ha encores quelques oreilles à faire. Sus mon honneur, prenez-y bien garde. J’ay veu beaucoup de femmes qui s’en sont mal trouvées, et d’autres, qui ont esté plus sages, qui se sont faict achever leur enfant en l’absence de leur mary, de peur des inconveniens. Mais incontinent que mon compère sera venu, faites-le-luy achever. — Comment! dit la jeune femme, il est allé en Bourgoigne; il ne sçauroit pas estre icy d’un moys pour le plustost. — Mamie, dit-il, vous n’estes donc pas bien; vostre enfant n’aura qu’une oreille, et si estes en danger que les autres d’après n’en auront qu’une non plus, car voulentiers, quand il advient quelque faute aux femmes grosses de leur premier enfant, les derniers en ont autant. La jeune femme, à ces nouvelles, fut la plus faschée du monde. Eh! mon Dieu, dit-elle, je suis bien povre femme. Je m’esbahy qu’il ne s’en est advisé de le faire tout devant que de partir. Je vous diray (dit le sire André), il y ha remède par tout, fors qu’à la mort. Pour l’amour de vous, vrayement, je suis content de le vous achever, chose que je ne ferois pas si c’estoit un aultre, car j’ay assez d’affaires environ les miens; mais je ne voudrois pas que par faulte de secours il vous fust advenu un tel inconvenient que cestuy-là. Elle, qui estoit à la bonne foy, pensa que ce qu’il luy disoit estoit vray, car il parloit brusquement et comme s’il luy eust voulu faire entendre qu’il faisoit beaucoup pour elle, et que ce ne fust qu’une corvée pour luy. Conclusion : elle se fit achever cet enfant, dont le sire André s’acquitta gentiment, non pas seullement pour ceste foys-là, mais y retourna assez souvent depuis. Et à une des fois la jeune femme luy disoit : Voire mais, si vous luy faictes quattre ou cinq oreilles? Arrière, ce sera une mauvaise besoigne. — Non, non, ce dit le sire André, je n’en feray qu’une; mais pensez vous qu’elle soit si tost faicte? Vostre mary a demeuré si long-temps à faire ce qu’il y ha de faict! Et puis on peult bien faire moins, mais on ne sçauroit en faire plus : car, quand une chose est achevée, il n’y fault plus rien. En cest estat fut achevée ceste oreille. Quant le mary fut venu de dehors, sa femme luy dit la nuict, en folatrant : Ma figue, vous estes un beau faiseur d’enfant! Vous m’en aviez fait un qui n’eust eu qu’une oreille, et vous en estiez allé sans l’achever. — Allez, allez, dit-il, que vous estes folle! Les enfans se font-ilz sans oreilles? — Ouy dea, ilz s’y font, dit-elle; demandez à sire André, qui m’ha dit qu’il en a veu plus de vingt qui n’en avoyent qu’une par faulte de les avoir achevez, et que c’est la chose la plus mal-aisée à faire que l’oreille d’un enfant; et, s’il ne la m’eust achevée, pensez que j’eusse fait un bel enfant! Le mari ne fut pas trop content de ces nouvelles. — Quel achevement est-ce ci? dit-il. Qu’est-ce qu’il vous ha fait pour l’achever? — Le demandez-vous? dit-elle; il m’ha fait comme vous me faictes. — A ha! dit le mary, est-il vray? M’en avez-vous fait d’une telle? Et Dieu sçait de quel sommeil il dormit là-dessus! Et luy, qui estoit homme colère, en pensant à l’achevement de ceste oreille, donna par fantaisie plus de cent coups de dague à l’acheveur; et luy dura la nuict plus de mil ans qu’il n’estoit desjà après ses vengeances. Et, de fait, la première chose qu’il fit quand il fut levé, ce fut d’aller à ce sire André, auquel il dit mille outraiges, le menassant qu’il le feroit repentir du meschant tour qu’il luy avoit fait. Toutesfois, de grand menasseur peu de fait : car, quand il eut bien fait du mauvais, il fut contraint de s’appaiser pour une couverte de Cataloigne que luy donna le sire André, à la charge, toutesfois, qu’il ne se mesleroit plus de faire les oreilles de ses enfans, et qu’il les feroit bien sans luy.
Perché meravigliarsi se le donne della campagna non sono per niente astute, visto che anche quelle della città si lasciano talvolta ingannare molto facilmente? È vero che non capita spesso, poiché nelle città sono proprio le donne a tramare gli inganni. Per Dio, è proprio di una città che io voglio parlarvi! A Lione c'era una donna di gentile bellezza, che aveva sposato un ricco mercante, il quale, dopo aver passato con lei appena tre o quattro mesi, dovette partire per i suoi affari, lasciandola incinta, ma di sole tre settimane. Tuttavia lei se ne accorse poiché talvolta aveva degli svenimenti e degli altri disturbi che hanno le donne incinte. Non appena il mercante partì, un suo vicino, un certo ser Andrea, essendo abituato a visitare i suoi vicini di casa, andò a trovare la giovane signora e iniziò a scherzare con lei. Le chiese come si trovava nella nuova casa e lei gli rispose che tutto andava bene, ma che sentiva di essere incinta. “Come è possibile?” le chiese. “Vostro marito non avrà avuto il tempo di fare un bambino nel periodo in cui siete stati insieme.” — “Ma certo che lo sono” disse “Madonna Toiny mi ha detto che si sentiva come me con il suo primo bambino.” — “Ma” disse ser Andrea “senza pensare per forza al peggio, né che debba accadere ciò che potrebbe già essere accaduto, – e credetemi, perché io so bene queste cose – temo, guardandovi, che vostro marito non abbia fatto il bambino tutto intero e che ci sia ancora qualche orecchio da fare. Parola mia, stateci attenta! Ho visto molte donne che hanno avuto dei guai e altre, più sagge, che si sono fatte completare il bambino durante l’assenza del marito, per paura dei rischi. Non appena il compare tornerà, fateglielo completare!” “Cosa?” disse la donna “È andato in Borgogna; non sarà qui prima di un mese.” — “Mia cara” disse “non siete certo in una buona situazione. Il vostro bambino avrà un solo orecchio e correte il rischio che anche gli altri ne abbiano uno solo poiché, di solito, quando accade qualche guaio alle donne incinte con il primo bambino, con i successivi la cosa si ripete.” La donna si preoccupò moltissimo a quelle parole e disse: “Oh, mio Dio, come sono sfortunata! Come è possibile che non abbia pensato a farlo tutto prima di partire?” — “Vi dirò” disse ser Andrea “solo alla morte non si può rimediare. Perché vi voglio bene, davvero mi fa piacere portarlo a termine! Non lo farei se si trattasse di un’altra, poiché sono molto occupato con le mie cose; ma non vorrei che per mancanza di aiuto vi accadesse una disgrazia simile.” Lei, ingenuamente, pensò che quello che le diceva fosse vero, poiché parlava in modo brusco, come se avesse voluto farle capire che stesse facendo molto per lei e che per lui fosse solo una fatica in più. Come andò a finire? Si fece completare il bambino. Ser Andrea lo portò a termine con onore e non solo quella volta, ma vi ritornò spesso in seguito. Una volta la donna gli disse: “Va bene, ma se gli fate quattro o cinque orecchi? Spunteranno dietro, sarà un brutto affare.” — “No, no” disse ser Andrea “ne farò uno solo, ma credete che si faccia così in fretta? Vostro marito ha impiegato così tanto a fare quello che è stato fatto. E poi… si può fare meno, ma non si riuscirebbe a fare di più, poiché se una cosa è portata a termine, non è possibile fare niente altro.” In questo modo l'orecchio fu completato. Quando il marito tornò a casa, la notte, scherzando, la donna gli disse: “Che diavolo, siete davvero bravo a far bambini! Me ne avevate fatto uno con un solo orecchio e ve ne eravate andato senza portarlo a termine.” — “Come? Cosa dite… Come siete stupida!” disse il marito “I bambini si fanno senza orecchi?” — “Eccome! Certo che si fanno!” rispose la donna. “Chiedete a ser Andrea. Mi ha detto che ne ha visti più di venti che ne avevano uno solo, perché non li avevano portati a termine, e non c'è cosa più difficile a farsi dell'orecchio di un bambino. E se lui non l'avesse completato, pensate che farei un bel bambino?” Il marito non fu molto contento di ascoltare queste notizie e le chiese: “Di quale completamento parlate? Cosa ha fatto per completarlo?” — “Me lo chiedete? Ha fatto quello che avevate fatto voi.” — “Ah sì?” disse il marito. “Dite davvero? Ne avete combinata una così grossa?” E Dio sa come dormì quella notte. Pensando al completamento dell'orecchio, il mercante, che era un uomo collerico, immaginava di dare più di cento colpi di daga al realizzatore. Attendendo la vendetta, gli sembrò che la notte durasse mille anni; perciò, la prima cosa che fece quando si alzò, fu di andare da ser Andrea, al quale rivolse mille offese, minacciandolo di farlo pentire di averlo ingannato. Tuttavia, cane che abbaia non morde. Infatti, dopo avergliene dette di cotte e di crude, fu costretto a calmarsi per una coperta di Catalogna che ser Andrea gli regalò, impegnandosi a non fare più le orecchie ai suoi figli e a lasciarle fare a lui stesso senza il suo aiuto. Il ne se faut pas esbahir si celles des champs ne sont guères fines, veu que celles de la ville se laissent quelquesfois abuser bien simplement. Vray est qu’il ne leur advient pas souvent; car c’est ès villes que les femmes font les bons tours. De par Dieu! c’est là, car je veulx dire qu’il y avoit en la ville de Lyon une jeune femme honnestement belle, laquelle fut mariée à un marchand d’assez bonne traficque. Mais il n’eust pas esté avec elle trois ou quattre moys qu’il ne luy fallust aller dehors pour ses affaires, la laissant pourtant enceincte seullement de trois sepmaines, ce qu’elle congnoissoit à ce qu’il luy prenoit quelquesfois defaillement de cueur, avec telz autres accidens qui prennent aux femmes enceinctes. Si tost qu’il fut party, un sien voisin, nommé le sire André, s’en vint voir la jeune femme comme il avoit de coustume de hanter privement en la maison par droit de voisiné, qui se print à railler avec elle, luy demandant comme elle se portoit en mesnage. Elle luy respond qu’assez bien, mais qu’elle se sentoit estre grosse. Est-il possible? dit-il; vostre mary n’auroit pas eu le loisir de faire un enfant depuis le temps que vous estes ensemble. — Si est-ce que je le suis, dit-elle, car la dena Toiny m’a dit qu’elle se trouva ainsi comme je me trouve de son premier enfant. — Or, ce luy dit le sire André, sans toutesfois penser grandement en mal, ny qu’il luy en deust advenir ce qu’il en advint, croyez-moy que je me congnois bien en cela, et à vous voir je me doubte que vostre mary n’ha pas faict l’enfant tout entier, et qu’il y ha encores quelques oreilles à faire. Sus mon honneur, prenez-y bien garde. J’ay veu beaucoup de femmes qui s’en sont mal trouvées, et d’autres, qui ont esté plus sages, qui se sont faict achever leur enfant en l’absence de leur mary, de peur des inconveniens. Mais incontinent que mon compère sera venu, faites-le-luy achever. — Comment! dit la jeune femme, il est allé en Bourgoigne; il ne sçauroit pas estre icy d’un moys pour le plustost. — Mamie, dit-il, vous n’estes donc pas bien; vostre enfant n’aura qu’une oreille, et si estes en danger que les autres d’après n’en auront qu’une non plus, car voulentiers, quand il advient quelque faute aux femmes grosses de leur premier enfant, les derniers en ont autant. La jeune femme, à ces nouvelles, fut la plus faschée du monde. Eh! mon Dieu, dit-elle, je suis bien povre femme. Je m’esbahy qu’il ne s’en est advisé de le faire tout devant que de partir. Je vous diray (dit le sire André), il y ha remède par tout, fors qu’à la mort. Pour l’amour de vous, vrayement, je suis content de le vous achever, chose que je ne ferois pas si c’estoit un aultre, car j’ay assez d’affaires environ les miens; mais je ne voudrois pas que par faulte de secours il vous fust advenu un tel inconvenient que cestuy-là. Elle, qui estoit à la bonne foy, pensa que ce qu’il luy disoit estoit vray, car il parloit brusquement et comme s’il luy eust voulu faire entendre qu’il faisoit beaucoup pour elle, et que ce ne fust qu’une corvée pour luy. Conclusion : elle se fit achever cet enfant, dont le sire André s’acquitta gentiment, non pas seullement pour ceste foys-là, mais y retourna assez souvent depuis. Et à une des fois la jeune femme luy disoit : Voire mais, si vous luy faictes quattre ou cinq oreilles? Arrière, ce sera une mauvaise besoigne. — Non, non, ce dit le sire André, je n’en feray qu’une; mais pensez vous qu’elle soit si tost faicte? Vostre mary a demeuré si long-temps à faire ce qu’il y ha de faict! Et puis on peult bien faire moins, mais on ne sçauroit en faire plus : car, quand une chose est achevée, il n’y fault plus rien. En cest estat fut achevée ceste oreille. Quant le mary fut venu de dehors, sa femme luy dit la nuict, en folatrant : Ma figue, vous estes un beau faiseur d’enfant! Vous m’en aviez fait un qui n’eust eu qu’une oreille, et vous en estiez allé sans l’achever. — Allez, allez, dit-il, que vous estes folle! Les enfans se font-ilz sans oreilles? — Ouy dea, ilz s’y font, dit-elle; demandez à sire André, qui m’ha dit qu’il en a veu plus de vingt qui n’en avoyent qu’une par faulte de les avoir achevez, et que c’est la chose la plus mal-aisée à faire que l’oreille d’un enfant; et, s’il ne la m’eust achevée, pensez que j’eusse fait un bel enfant! Le mari ne fut pas trop content de ces nouvelles. — Quel achevement est-ce ci? dit-il. Qu’est-ce qu’il vous ha fait pour l’achever? — Le demandez-vous? dit-elle; il m’ha fait comme vous me faictes. — A ha! dit le mary, est-il vray? M’en avez-vous fait d’une telle? Et Dieu sçait de quel sommeil il dormit là-dessus! Et luy, qui estoit homme colère, en pensant à l’achevement de ceste oreille, donna par fantaisie plus de cent coups de dague à l’acheveur; et luy dura la nuict plus de mil ans qu’il n’estoit desjà après ses vengeances. Et, de fait, la première chose qu’il fit quand il fut levé, ce fut d’aller à ce sire André, auquel il dit mille outraiges, le menassant qu’il le feroit repentir du meschant tour qu’il luy avoit fait. Toutesfois, de grand menasseur peu de fait : car, quand il eut bien fait du mauvais, il fut contraint de s’appaiser pour une couverte de Cataloigne que luy donna le sire André, à la charge, toutesfois, qu’il ne se mesleroit plus de faire les oreilles de ses enfans, et qu’il les feroit bien sans luy.
Della vita e dell’opera di Bonaventure Des Périers molti aspetti restano ancora sconosciuti; è certo che egli collaborò con il gruppo diretto da Olivétan alla traduzione francese della Bibbia (1535) e con Etienne Dolet alla redazione del primo volume dei Commentarii linguae latinae (1536 tomo primo, 1538 tomo secondo); sappiamo inoltre che per qualche tempo fu “valet de chambre” di Margherita di Navarra. Risulta invece controversa l’attribuzione all’umanista delle traduzioni di alcune commedie di Terenzio e dei dialoghi di Platone (Sozzi, 1965). Egli scrisse sicuramente il dialogo Cymbalum Mundi (1537); l’opera fu stampata anonima a Parigi, ma venne sequestrata e bruciata perché dichiarata empia. Anche la paternità della raccolta Les nouvelles récréations et joyeux devis, pubblicata postuma (1558), [1] viene messa in dubbio; tuttavia recenti studi critici, non escludendo la possibilità di aggiunte, hanno dimostrato che l’opera, nel complesso, è dovuta a Des Périers (Sozzi, 1965). È certo che egli sia l’autore delle 90 novelle della prima edizione, non è invece altrettanto certa la paternità delle altre 39 novelle aggiunte nell’edizione del 1568 (Sozzi, 1965). L’opera fu molto apprezzata al momento della pubblicazione e durante tutto il XVI e il XVII secolo ; in seguito cadde in un oblio che durò fino alla metà del XIX secolo quando, nella nota introduttiva all’edizione dei Contes, [2] Charles Nodier rende omaggio all’opera e all’autore, segnando l’inizio della riabilitazione del “talent le plus naïf, le plus original et le plus piquant de son époque”. Nei racconti, la tradizione dei fabliaux si intreccia con la tradizione letteraria italiana del XV e del XVI secolo (Poggio Bracciolini, Ariosto, Castiglione…), come dimostrano una serie di evidenti analogie. Oltre a sottolineare il debito nei confronti della tradizione, bisogna riconoscere gli elementi di originalità introdotti da Des Périers nella raccolta, sia nelle innovazioni apportate al genere (l’eliminazione della cornice e le intrusioni della voce narrante nella narrazione), sia nella creazione degli effetti comici. Le situazioni comiche sono generate quasi sempre da procedimenti verbali: sono soprattutto i giochi di parole, le espressioni figurate e il latino, storpiato o corrotto dai diversi personaggi, a suscitare il riso. Come nella Novella XIV nella quale l'avvocato parla una lingua costituita da uno strano miscuglio di latino e volgare oppure nella Novella XXI nella quale un prete si vanta addirittura di conoscere “des motz dont ilz [les regens] n’ouyrent jamais parler à Paris”. Nel ritrarre i personaggi di diverse professioni e ambienti sociali, il narratore conserva un tono ironico, irriverente e disincantato, ed è proprio quell’allegria leggera di chi non vuole pronunciare massime o lezioni morali a fare di Des Périers un autore che esprime pienamente lo spirito rinascimentale. Nota al testo La traduzione è fondata sull’edizione: Bonaventure Des Périers (1965). Les nouvelles récréations et joyeux devis. Conteurs français du XVIe siècle, a cura di Pierre Jourda. Paris: Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard. 361-594. La versione italiana presenta una maggiore articolazione del testo in paragrafi rispetto a quella originale che ha, invece, una struttura più compatta. Nella punteggiatura e nel discorso diretto si sono seguiti i criteri moderni, introducendo, ad esempio, le virgolette all’inizio e alla fine di ogni replica, ma le repliche non sono state divise l’una dall’altra con l’introduzione degli a capo (ad eccezione della Novella XXI). Non sembrano esistere traduzioni dell'intera raccolta di novelle successive al 1932, non essendo attestate dai cataloghi bibliografici consultati [3]. Traduzioni Studi Chenevière, A. ( 1886). B. Des Périers, sa vie, ses poésies. Thèse de Sorbonne, Paris: Plon. Frank, F., Chenevière, A. (1889). Lexique de la langue de B. Des Périers. Paris: L. Cerf. Kasprzyk, K. (1980). Nouvelles récréations et joyeux devis, I-XC. Paris: Champion. Nodier, C.(1841). B. Des Périers, Cyrano de Bergerac. Paris: Techener. Pertile, L. (1967). "Bonaventure Des Périers e la novella francese del Cinquecento". Studi di letteratura francese, I. 151-155. Sozzi, L. (1965). Les Contes de Bonaventure Des Périers. Contribution à l’étude de la nouvelle française de la Renaissance. Torino: Giappichelli. (riediz. Genève, Slatkine Reprints,1998) Sozzi, L. (1981). La nouvelle française à la Renaissance. Genève: Slatkine. -------------------------------------------------------------------------------- [1] Les Nouvelles Recreations et Joyeux Devis de feu Bonaventure Des Periers valet de chambre de la Royne de Navarre, A Lyon, de l’Imprimerie de Robert Granjon, 1558 [B.N. Rés. Y2. 735]. [2] Les Contes, ou Les Nouvelles Récréations et Joyeux Devis (1841) avec un choix des anciennes notes de B. de La Monnoye et de Saint-Hyacinte, revue et augmentée par P.L. Jacob, et une notice littéraire par Ch. Nodier. Paris: Gosselin. [3] Sono stati esaminati l’Index Translationum (1932-1986), il catalogo della Biblioteca Nazionale di Firenze e le bibliografie: Bogliolo Giovanni, Carile Paolo, Matucci Mario, a cura di (1992). Francesistica. Bibliografia delle opere e degli studi di letteratura francese e francofona in Italia 1980-1989. Bari: Schena-Slatkine; Bogliolo Giovanni, Carile Paolo, Matucci Mario, a cura di (1996). Francesistica. Bibliografia delle opere e degli studi di letteratura francese e francofona in Italia 1990-1994. Bari: Schena-Slatkine.

©inTRAlinea & Nicolina Pomilio (2001).
"Novella IX: Dell’uomo che completò l’orecchio del bambino della moglie del suo vicino". Translation from the work of Bonaventure Des Périers (Arnay-le-Duc, 1510 ca. — Lyon, 1544 ca.).
This translation can be freely reproduced under Creative Commons License.
Stable URL: https://www.intralinea.org/translations/item/990

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